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DOSSIER SUL VOTO DI SCAMBIO IN CAMPANIA : FATE GIRARE! LA DEMOCRAZIA E’ IN PERICOLO!
Napoli 25 marzo 2010
Di seguito vengono riportati fatti e circostanze che abbiamo raccolto in queste settimane di campagna elettorale e che rappresentano un contributo alla lotta contro l’inquinamento del voto in Campania. Ci sono altresì episodi di cui siamo venuti a conoscenza in queste ultimi giorni che richiedono un intervento energico da parte di tutti gli organi dello Stato per contrastare la degenerazione e il condizionamento del voto. Episodi particolarmente gravi che potrebbero addirittura arrivare a modificare l’esito delle prossime scadenze elettorali.
POMIGLIANO d’ARCO
1 ) A Pomigliano si vota anche per il rinnovo del Consiglio Comunale ed è la roccaforte del consigliere regionale uscente e ricandidato alle regionali, nonché già Sindaco per 10 anni dal 1995 al 2005 , Michele Caiazzo. Cinque anni fa la Commissione d’accesso di nomina Prefettizia aveva chiesto lo scioglimento del Consiglio comunale in cui era sindaco Michele Caiazzo per infiltrazione camorristica, ma il Prefetto non trasmise subito la richiesta al Ministero dell’Interno, perché in prossimità del rinnovo del Consiglio Comunale, e aspettò l’esito delle Elezioni che videro la vittoria del sindaco Della Ratta (PD) e quando la richiesta fu inoltrata al Ministero, ovviamente, non si procedette più allo scioglimento (in quanto c’era un nuovo Consiglio) ma si affidò alla Prefettura il compito di monitorare la nuova amministrazione.
Questa premessa è doverosa per capire la gravità di quello che è avvenuto nei giorni scorsi, come denunciato pubblicamente dal nostro candidato a Sindaco a Pomigliano , Felice Romano, e riportato da alcuni quotidiani.
A pochi giorni dal voto, il Sindaco Antonio della Ratta ha firmato il decreto che ha dato il via libera all’atto di convenzione con la Società Costruzioni immobiliare srl per l’edificazione all’interno di un comparto urbanistico , senza la liberatoria antimafia sulla società in questione. La cosa è particolarmente grave perché da quello che ci risulta ci sono indagini in corso da parte delle forze dell’ordine per verificare condizionamenti o presenze di imprese collegate alla malavita organizzata e vi sarebbero relazioni ostative alla liberatoria antimafia. Comunque, considerata la particolarità del territorio in cui ci si muove, sarebbe stata buona prassi aspettare l’esito dell’istruttoria definitiva prima di procedere al decreto e successivo atto di convenzione.
La conseguenza di questo atto è che la Costruzioni Immobiliare srl, senza liberatoria antimafia, può dare il via ai lavori, cominciare a costruire e a realizzare profitti con le vendita delle abitazioni, senza che ci siano garanzie per il rispetto della normativa antimafia. La vicenda è nota da mesi per l’opposizione che il PRC ha fatto in Consiglio Comunale, dove è il caso di ricordare che il provvedimento fu approvato con soli 14 voti (consiglio composto da 30 piu’ il sindaco) utilizzando la clausola della seconda convocazione consiliare.
Nella serata di sabato ci hanno segnalato festeggiamenti da parte di imprenditori per l’approvazione dell’atto e “stranamente” per il trasversalismo degli interessi siamo stati gli unici ad opporci anche in queste ore.
2)Ci hanno segnalato che nei comitati elettorali del PD, nella centralissima Piazza Primavera, vengono ritirati curriculum di giovani in cerca di posti di lavoro e vengono presi impegni per la Fiat ( nel pieno di una crisi con rischi seri per il futuro produttivo dello stabilimento di Pomigliano) , per l’Alenia, nelle aziende partecipate dal Comune dal Comune come l’ENAM. Addirittura ci è stato segnalato qualche lettera di colloquio alla GORI (aziende gestione risorse idriche con partner ACEA).
COMPRAVENDITA DI VOTI
Abbiamo ricevuto molte segnalazioni di compravendita di voti sia nella città di Napoli che nella Provincia attraverso un meccanismo noto da tempo ma che si sta affinando con le ultime elezioni. Infatti oltre al “tradizionale” acquisto di pacchetti di voti nei quartieri dove è piu’ forte il degrado e la povertà , stiamo assistendo a gruppi organizzati che offrono “un servizio completo” fatto di distribuzione di materiali elettorale nei condomini e agli incroci, l’attacchinaggio “garantito” di manifesti, “acquisto” voti con “garanzia” attraverso la presenza davanti ai seggi per indirizzare e verificare l’afflusso, prevedendo già per la domenica sera il controllo degli elettori che non si sono presentati al voto per raggiungerli e “ convincerli” a votare per i candidati che sponsorizzano.
Sulla stampa campana sono usciti diversi articoli con i dettagli delle tariffe per le varie tipologie di affissione e di “costo” del voto( si allegano copie articoli) .
Si segnalano due casi particolari :
1)quello di Portici in cui si pratica una “tariffa particolare “ di 1 euro per ogni manifesto affisso, contro i 50 centisimi di media nel resto della Provincia, ma con la garanzia della tenuta dei manifesti per strada ed è praticamente impedito a chiunque attaccare i manifesti in quella città. Il tutto avviene grazie alla copertura di “famiglie” malavitose locali.
2)A Brusciano è stata segnalato il caso di una dazione di denaro all’interno dell’ ex legge 219 ai “capi palazzo” nella misura di 1000 euro per ogni 50 voti da garantire con foto da telefonino. Segnalati due candidati del territorio circostante uno del PD e uno di una lista collegata al candidato presidente Caldoro.
Fenomeno altrettanto odioso quello dell’utilizzo di associazioni o gruppi di disoccupati a cui si promettono ipotetiche soluzioni lavorative in cambio di pacchetti di voti ( allegato articolo de “Il Mattino” del 24 marzo 10). Dalla lettura dell’articolo e da alcune segnalazioni ricevute si tratterebbe del candidato della lista MPA per Caldoro Presidente , Angelo Marino e dell’assessore regionale al Lavoro Corrado Gabriele candidato del PD per De Luca presidente. Il fatto è grave perché alimenta speranze di successive assunzioni. Infatti si legge nell’articolo “Noi iscriviamo i disoccupati nelle liste, ognuno nel proprio settore. Pagano due euro al mese e curiamo le loro pratiche , li portiamo a manifestare ,organizziamo i sit in. Naturalmente a tutti gli iscritti consigliamo di votare il nostro candidato”. Fenomeno inquietante che va stroncato prima di produrre un forte condizionamento nel libero esercizio del voto.
Fenomeno diverso ma comunque sconcertante è stato evidenziato dal nostro candidato alla Regione, prof. Raffaele Porta realtivo ad alcune scuole di Pozzuoli in cui i genitori hanno ricevuto attraverso i propri figli, in una busta chiusa indirizzata ai singoli alunni, materiale elettorale dei candidati Carfagna e Martusciello del PDL.
** articolo su il mattino del 24 marzo 2010
Daniela De Crescenzo La sede è quella di un’associazione di disabili, ma già l’ingresso è tappezzato da manifesti di un sindacato dei disoccupati. Dentro, tra faldoni e scaffali, sono accumulati i manifesti di un candidato. Sui muri la foto di un aspirante consigliere della lista avversa con la scritta «wanted». Su una scrivania una pila di fascicoli: ogni fascicolo racchiude i documenti di un disoccupato. E ogni disoccupato rappresenta, si spera, un voto. Come funziona lo spiega la ragazza bionda che funge da segretaria e organizzatrice del consenso. «Il nostro movimento è legato a un consigliere regionale: con lui condividiamo l’orientamento ideologico, di lui ci fidamo». Sfortunatamente il consigliere questa volta ha deciso di non candidarsi. Ma ha un amico. E questo amico, è amico di un altro politico che dopo il tentativo (fallito) di farsi eleggere alla Provincia, punta ora al Comune. In attesa del voto del prossimo anno ha mobilitato i disoccupati, un esercito di mille e duecento persone, per appoggiare l’amico dell’amico. «Per noi è importante – spiega la ragazza bionda - avere un riferimento nelle istituzioni. Qualcuno che ci riceva, ciascolti, porti avanti le nostre richieste». Ma per accedere a sussidi e posti di lavoro full e part time il primo passo è far eleggere il candidato prescelto. Per centrare l’obiettivo bisogna tappezzare di manifesti la città, o almeno il quartiere; convincere i commercianti a tenere sul banco i bigliettini, distribuire i volantini. Imbustare le lettere dell’aspirante candidato e depositarle nelle cassette. E nei giorni di festa, c’è da montare il gazebo parlare con i passanti. Così i disoccupati almeno per qualche settimana trovano finalmente un lavoro ben retribuito: solo per i manifesti si guadagnano 25-35 euro al giorno, il resto viene deciso dalla contrattazione dei singoli. Ma per vincere nella roulettes elettorale la propaganda non basta. Serve ben altro. E la ragazza mostra la pila dei fascicoli ordinata accanto ai volantini elettorali. In ogni cartellina ci sono i documenti di un ex detenuto, di un indultato, di un disoccupato di lungo, medio e breve corso. Di un lavoratore formato e da riformare. Sono loro la carta vincente. «Noi iscriviamo i disoccupati alle liste, ognuno nel proprio settore. Pagano due euro al mese e curiamo le loro pratiche, li portiamo a manifestare, organizziamo incontri e sit in. Naturalmente a tutti gli iscritti consigliamo di votare il nostro candidato». Ma come si fa a essere sicuri che il consiglio venga seguito? «Sappiamo noi che cosa si deve fare – conclude la bionda – Non è necessario chiedere il certificato elettorale. Dalla residenza risaliamo al seggio. Siamo in grado di saperein ogni seggio quanti voti usciranno per il nostro uomo». E se i voti non escono? «Vuol dire che c’è stato qualche infame». Il resto lo fanno i rappresentanti di lista: tocca a loro controllare che tutti gli iscritti si siano presentati regolarmente alle urne e in caso di assenze ingiustificate lanciare l’allarme. Sembra facile, ma non lo è. La concorrenza nel settore è spietata, anche perché il bottino di voti è cospicuo. Le liste di disoccupati sono almeno una ventina con un migliaio e più di iscritti ciascuna. A poche centinaia di metri, infatti, è stato aperto uno dei tanti comitati del «wanted» in effige nella ex sede dei disabili. È uno che va forte. Qualche sera fa ha offerto una mega cena alla quale ha partecipato anche una folta rappresentanza di disoccupati della Sanità. E uno di loro spiega: «Qua nel quartiere c’è sempre stato un candidato che si è occupatodi noi indultati. Ma io non ho mai ottenuto nemmeno uno straccio di sussidio. Qualche giorno fa è passato un amico: «Stai ancora a fidarti di quello, lascia perdere io tengo un candidato migliore». Mi ha fatto fotocopiare documenti e certificato penale e mi ha iscritto a un’altra lista. Io quasi quasi il voto lo do al candidato suo...».
Da il mattino del 23 marzo 2010
Giuseppe Crimaldi Daniela De Crescenzo Dai venti ai cinquanta euro per un voto alle elezioni regionali. Un giro vorticoso di banconote per accaparrarsi la maggioranza dei consensi, senza disdegnare il metodo della compravendita «porta a porta», addirittura condominio per condominio. Ed ancora: il monopolio dell’attacchinaggio dei manifesti, cinquanta centesimi per ogni poster affisso, con la possibilità - in alcuni casi e in certe precise aree - di chiedere l’intercessione alla camorra, che in cambio del doppio garantisce che nessuno ricoprirà quella pubbloicità elettorale per almeno una settimana. Sono i contorni del grande affare elettorale, un business che starebbe muovendo ingenti spomme di denaro. Dalle periferie dell’area settentrionale di Napoli - soprattutto Scampia e Secondigliano - ai grandi Comuni del litorale vesuviano, con Portici in testa. Sospetti, e in alcuni casi molto più di semplici sospetti. Sono i contorni - che ora naturalmente andranno approfonditi in sede inquirente e giudiziaria - di un’inchiesta condotta dal nostro giornale partendo dalle dichiarazioni di alcuni testimoni che dichiarano cose nette, precise, inequivocabili. Tocca ora alla Digos e ai carabinieri - i quali hanno già attivato da tempo i propri servizi informativi - approfondire ed eventualmente trasmettere in Procura. L’ufficio inquirente di Napoli ha già aperto due fascicoli per altrettante situazioni «calde», da tenere sotto stretta osservazione. Vedi alla voce «liste pulite»: la Direzione distrettuale antimafia di Napoli ha formalizzato le deleghe di indagine per verificare la regolarità del voto, e ancor prima quella delle liste elettorali, o meglio la loro composizione. Sono due le realtà geografiche nel Napoletano che al momento restano sorvegliate speciali dalla magistratura inquirente. Castellammare di Stabia e Gragnano. Indagano la Squadra mobile della Questura diretta da Santi Giuffrè e i locali commissariati di polizia. Intuitive le ragioni che hanno indotto la Procura diretta da Giovandomenico Lepore a chiedere una particolare attenzione nei confronti di queste due realtà. Per Castellammare è ancora troppo fresca la ferita del caso Tommasino. Tra i killer del consigliere comunale c’era Catello Romano, che risultò iscritto al Pd. A Gragnano, in occasione delle ultime amministrative, si registrarono casi di presunti brogli elettorali. Vennero anche arrestati due cugini.
SCHEDE ELETTORALI
Dalla lettura de Il Mattino di oggi 25 marzo 2010 , nell’articolo di pag.31 a firma di Daniela De Crescenzo, emerge un quadro inquietante relativamente alla Tipografia in cui si stampano le schede elettorali per conto del Ministero dell’Interno. Il fatto che possano circolare schede elettorali senza la scritta “fac simile” rappresenta un vero rischio per il corretto svolgimento di tutte le operazioni elettorali. Le Tipografie che si aggiudicano la gara per la stampa delle schede elettorali dovrebbero dare il massimo di garanzie in merito alla qualità e alla sicurezza della stampa, garantendo la massima riservatezza.
Da informazioni che abbiamo raccolto la Tipografia a cui fa riferimento l’articolo è ubicata nel comune di Acerra in località Pantano e sarebbe di proprietà della famiglia di un Assessore del Comune di Torre del Greco , il cui sindaco Dott.Ciro Borriello è candidato alle elezioni regionali nelle liste del PDL.
Questo elemento rende ancora più inquietante l’intera vicenda ed indispensabile un rapido accertamento per evitare fughe di schede elettorali nelle ore antecedenti l’apertura delle urne.
* si allega fotocopia del giornale.
SCAFATI (SA)
Dal 2008 la giunta comunale di Scafati è guidata dal sindaco Pasquale Aliberti (PDL) che ha fatto del governo della città un vero e proprio trampolino di lancio e strumento di costruzione di popolarità spendendo enormi quantità di denaro pubblico in eventi e feste .
Nel corso della campagna elettorale per le elezioni provinciali del 2009, alle quali il sindaco era candidato (ora è consigliere provinciale) si sono registrate gravi violazioni delle regole. Si sono realizzati lavori pubblici durante i 30 giorni di campagna elettorale con il rifacimento dei marciapiedi di via Martiri d’Ungheria e il restyling di Piazza Vittorio Veneto approvati con solo atto di Giunta.
Ci sono state violazioni anche per quanto concerne la pubblicità: innumerevoli striscioni e manifesti formato gigante (anche oltre i 6x3) sono stati affissi su balconi di abitazioni private e lungo le strade cittadine.
Alcuni di questi sono rimasti fino a poche settimane fa. Inoltre sempre nell’arco dei 30 giorni della suddetta campagna elettorale fu pubblicato con i soldi del comune un libretto intitolato "Scafati Cambia: un anno di governo della città" che ufficialmente era un resoconto istituzionale per informare la cittadinanza dell’operato della giunta, ma che in realtà conteneva elementi "di propaganda elettorale”. Analoghi casi di scorrettezza stanno avvenendo anche in questa campagna elettorale che vede MONICA PAOLINO, moglie del sindaco, candidata alla carica di consigliere regionale nella lista del PDL della provincia di Salerno. Anche in questo caso striscioni e manifesti sono collocati fuori dagli spazi consentiti, ma questa volta la dose di illegalità è rincarata dalla trasformazione della casa comunale in comitato elettorale , con il materiale elettorale esposto in tutti gli uffici comunali, come denunciato dall’opposizione consiliare (fonte Metropolis del 20 Marzo 2010).
La campagna elettorale di Monica Paolino si contraddistingue per le ingenti risorse finanziarie investite: in qualunque punto di Scafati si guardi vi è la faccia della Signora. Vi è un problema di costi di simile campagna e di mancato rispetto delle leggi, perché il Sindaco , nonostante i ripetuti solleciti non procede alla rimozione di manifesti, striscioni…fuori dagli spazi consentiti e cosa ancora piu’ grave non ha predisposto gli spazi elettorali per le liste.
CORRADO GABRIELE
L’ass. regionale Corrado Gabriele tra le altre cose ha fatto pubblicare sul sito www.escodentro.org il testo di seguito
Per la manifestazione di interesse ad azioni finalizzate alla promozione dell’inserimento lavorativo da parte dei disoccupati di lunga durata interessati da provvedimenti penali che abbiano già scontato la pena o siano sottoposti a misure alternative alla detenzione come da D.D. n. 64 del 15/03/2010.
Un decreto dirigenziale del 15 marzo 2010 che fa riferimento ad una generica “manifestazione di interesse per l’inserimento lavorativo di disoccupati di lunga durata interessati da provvedimenti penali”, appare quanto meno inopportuno per la vicinanza alla scadenza elettorale e per la modalità con cui viene fatta. In realtà nella prenotazione viene richiesto anche il numero di cellulare e come è stato segnalato nelle ore successive alla registrazione arrivava un sms in cui si chiedeva il voto per il candidato del PD Corrado Gabriele.
Sempre l’Assessorato al Lavoro e alla Formazione ha pubblicato, durante la campagna elettorale, l’elenco delle aziende ammesse ai finanziamenti per le opportunità di Formazione lavoro.
Andrebbero anche verificate le proprietà degli immobili e le forme contrattuali delle sedi dei Comitati elettorali del candidato e l’entità delle spese sostenute per la campagna elettorale che appaiono sproporzionate rispetto alle elezioni per il rinnovo del consiglio regionale.
ANTONIO SCIALDONE E MICHELA PONTILLO
Il nome di Antonio Scialdone compare già nell’ordinanza di arresto di Nicola Cosentino ed in altre inchieste sul ciclo dei rifiuti e sui Regi Lagni, a partire da quella sulla Recam, società della Regione Campania. Scialdone in qualità di Direttore Generale del Consorzio Unico di Bacino delle Province di Napoli e Caserta, sta elargendo aumenti di stipendio ingiustificati e progressi di carriera, assumendo nuovo personale. Da Il Mattino dell’11 marzo si legge “ la protesta contro le promozioni a raffica degli ultimi giorni. Un «assalto alla diligenza» che, secondo i rappresentanti dei lavoratori, ha creato delle situazioni assurde. Una per tutte: dal primo marzo, quando già erano state approvate le norme che affidano la gestione del consorzio al commissario liquidatore, è stata firmata anche la promozione al terzo livello b, quello degli autisti dei compattatori, per alcuni dipendenti che non hanno la patente C che serve a guidarli.Nella lettera di promozione è scritto: «Valutate le effettive mansioni svolte dal dipendente in indirizzo, onde evitare inutili controversie legali, si dispone che a far data (...)». Insomma, una promozione concessa per evitare eventuali cause di lavoro ma la legge prevede che le qualifiche restino quelle acquisite fino al 31 dicembre 2008.””
Il direttore ha anche rinunciato al ricorso contro le assunzioni dei dipendenti di Matese Ambiente, la società sciolta per mafia per i suoi legami con Nicola Ferraro, l’ex consigliere dell’Udeur. Iniziative che aggravano la già difficile situazione dei duemila lavoratori del consorzio . Scialdone, a quanto pare, più che al destino dei lavoratori è interessato a quello di sua moglie Michela Pontillo, candidata al consiglio regionale con la lista “Per Caldoro Presidente”, tanto da rispondere ai lavoratori che chiedevano lavoro: . La circostanza è stato esposta anche in una denuncia da parte di alcuni lavoratori del Consorzio alla Stazione dei Carabinieri di Cancello Arnone il 3 marzo del 2010 , e ci è stato segnalato anche che Antonio Scialdone riceveva i lavoratori presso il Comitato elettorale della moglie Michela Postillo, per firmare le promozioni ( addirittura due o tre livelli in uno, anche da operatore ecologico a caporeparto). Il direttore Antonio Scialdone sta facendo campagna elettorale alla moglie, con costi ingenti per la comunità.
Di seguito due articoli del mattino sulla vicenda Consorzi
di Daniela De Crescenzo
NAPOLI (11 marzo) - La protesta dei lavoratori del consorzio di bacino ha bloccato ieri mattina la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti a Caserta.
Assemblee sindacali a catena, autocompattatori in strada per bloccare lo Stir di Santa Maria Capua Vetere, lo svincolo Caserta Nord dell’autostrada e la via Appia, all’altezza di San Tammaro. I lavoratori protestano perché non sono stati pagati, ma non solo. C’è, ovviamente, la preoccupazione per il futuro visto che difficilmente si potrà trovare lavoro per tutti i 1276 dipendenti, anche se la legge recentemente approvata dal Parlamento ne prevede il riassorbimento.
E da parte di alcune sigle sindacali, quelle riunite nel cartello degli autonomi, c’è anche la protesta contro le promozioni a raffica degli ultimi giorni. Un «assalto alla diligenza» che, secondo i rappresentanti dei lavoratori, ha creato delle situazioni assurde. Una per tutte: dal primo marzo, quando già erano state approvate le norme che affidano la gestione del consorzio al commissario liquidatore, è stata firmata anche la promozione al terzo livello b, quello degli autisti dei compattatori, per alcuni dipendenti che non hanno la patente C che serve a guidarli.
Nella lettera di promozione è scritto: «Valutate le effettive mansioni svolte dal dipendente in indirizzo, onde evitare inutili controversie legali, si dispone che a far data (...)». Insomma, una promozione concessa per evitare eventuali cause di lavoro ma la legge prevede che le qualifiche restino quelle acquisite fino al 31 dicembre 2008. Pochi, però, lo ricordano.
La conseguenza è stata che il presidente del consorzio, il sindaco di Grazzanise Enrico Parente, è stato costretto a firmare ieri una delibera di revoca di tutte le promozioni fatte dal suo predecessore, Enrico Fabozzi. Tornano allo start di partenza, dunque, Antonio Scialdone, Francesco Raucci, Isidoro Perrota, Anthony Scialdone, Francesco Goglia, Giovanni Fusco, Giuseppina Pennacchio Flagiello. «Ho tentato di mettere un po’ di ordine – spiega Parente – è assurdo che in un momento così difficile, mentre si stenta a sistemare gli esuberi, ci sia gente che usufruisce dell’auto di servizio, di rimborsi spesa esorbitanti, di indennità di dirigenza da 1500 euro e di superminimi vari».
Ma secondo il portavoce del sindacato Azzurro, Vincenzo Guidotti, «fa bene Parente a revocare le promozioni, ma bisogna ricordare che la pianta organica deve essere fermata al 31 dicembre del 2008. Questi signori non sono più nessuno: intervenga la magistratura». Promozioni a pioggia ma niente lavoro. Lo ha denunciato ai carabinieri della stazione di Cancello Arnone Antonio, uno dei lavoratori del consorzio che il 3 marzo si è presentato in caserma raccontando di aver lavorato fino al novembre del 2009 distribuendo buste per la differenziata.
Poi «i dirigenti del consorzio ci hanno comunicato che le buste erano finite». E allora Antonio e tanti altri come lui sono rimasti per mesi in attesa di qualcosa da fare. Un’attesa che ancora non si è conclusa. È scritto nella denuncia: «Mi sono sentito in dovere morale di rappresentare al direttore generale, in più occasioni, che effettivamente io dal mese di novembre del 2009 non espletavo materialmente nessuna incombenza per il consorzio nonostante quest’ultimo mi continuasse a pagare».
E ancora: «Nei tre incontri avuti e non so quanti rinviati, il direttore mi ha sempre detto che dovevo aspettare che prima o poi qualcosa mi avrebbe fatto fare». Ma all’ennesima richiesta di lavoro il direttore Antonio Scialdone si sarebbe spazientito e avrebbe chiesto sostegno elettorale. Il dipendente dice anche che a essere candidato non è il direttore, ma la moglie. Un’affermazione che, se veritiera, sarebbe molto grave e sulla quale sono in corso le attività di riscontro da parte degli investigatori.
Napoli, timbrano il cartellino e vanno via
denunciati 60 spazzini del Consorzio
TUFINO (24 febbraio) - Qualcuno aveva firmato la presenza ed era sparito, qualcun altro girovagava nei dintorni. Ma c’era anche chi aveva fatto di più sottoscrivendo non solo l’orario di entrata e quello di uscita, e non solo per la giornata, ma anche per quella successiva. Con l’aggiunta dello straordinario. I carabinieri della stazione di Schiava, che lunedì hanno svolto una serie di controlli, hanno denunciato per truffa aggravata ai danni della pubblica amministrazione e falso commesso da incaricato di pubblico servizio, sessanta dipendenti (una decina pregiudicati) del consorzio unico di bacino di Napoli e Caserta.
Si tratta dei lavoratori in servizio a Tufino, che operano in località Paenzano dove ci sono due discariche dismesse. I dipendenti in servizio, che sono poco più numerosi di quelli denunciati, sono addetti alla manutenzione della discarica, dal controllo dei teli alla raccolta del percolato.
In realtà erano stati assunti per provvedere anche alla raccolta differenziata e a quella della spazzatura, ma nel corso degli anni quasi tutti i comuni aderenti al consorzio hanno preferito uscire dall’associazione e appaltare il servizio a ditte private. Grazie a un improprio utilizzo delle norme che regolano i passaggi di cantiere sono riusciti in molti casi a far lievitare il numero dei dipendenti.
E poi nei consorzi sono confluiti tutti i dipendenti delle ex discariche gestite da manager legati alla camorra. Infine si è aggiunto un gran numero di assunzioni clientelari sulle quali tuttora indaga la magistratura. Tutti si sono andati ad aggiungere ai duemila lsu che entrarono in servizio nel 2001. Risultato: il numero dei lavoratori è cresciuto esponenzialmente nel corso degli anni mentre il lavoro si è ridotto sempre più.
Attualmente l’articolazione Napoli 3, quella a cui fa capo Tufino, serve, secondo il prefetto Forleo che la governa, quattro o cinque Comuni. Una situazione comune a tutti i bacini del napoletano confluiti in un unico consorzio, il «consorzione», con quelli di Caserta che invece continuano a lavorare in molti degli impianti ancora aperti. Il paradosso è che gli uni e gli altri accumulano migliaia di ore di straordinario tanto che nelle scorse settimane il presidente del consorzio Napoli Caserta Enrico Parente, sindaco di Grazzanise, e il direttore Antonio Scialdone hanno trasformato con una delibera i contratti a tempo parziale in full time per tutti i dipendenti di Caserta, passando da trenta a trentasei ore settimanali.
Per risparmiare, dicono. Hanno scritto, infatti, nel provvedimento: «Accertato che allo stato i lavoratori impiegati nei cantieri dell’articolazione Caserta attuano da lungo termine il prolungamento dell’orario contattuale settimanale sia sotto forma di lavoro supplementare sia sotto forma di lavoro straordinario (con aggravio dicosti e oneri riflessi) ... si delibera diapplicare il regime orario di36 ore, definito full time dal contratto dilavoro Federambiente».
Ma il provvedimento riguarda solo Caserta e ha provocato, quindi, la reazione dei sindacati autonomi che hanno chiesto l’allargamento del provvedimento anche ai dipendenti che lavorano a Napoli. Ma l’assalto alla diligenza di queste settimane (il consorzio sarà sciolto e i dipendenti passeranno alle società provinciali dopo la conversione in legge del decreto 195 ) non è un fenomeno nuovo; basti pensare che già il commissario ad acta Alberto Stancanelli era stato costretto a intervenire per chiedere una regolamentazione degli straordinari: un dipendente aveva accumulato, ma solo sulla carta, una presenza giornaliera di ventitrè ore. Per non parlare delle indennità, dei rimborsi spese e dei riconoscimenti ad personam.
Daniela De Crescenzo
Le pagine che seguono hanno il valore di una ricostruzione di fatti relative a realizzazioni di centrale termoelettriche e al ciclo dei rifiuti, da cui emerge un quadro di un “trasversalismo “ su cui riteniamo utile ci sia una serena riflessione anche nel corso di una campagna elettorale. I fatti sono ripresi da atti parlamentari e da inchieste giornalistiche:
DE LUCA - COSENTINO
Vincenzo De Luca è coimputato (nel processo per la costruzione della centrale elettrica di salerno) di Leonhard Karl Keller, nato in Svizzera nel 1934,l’uomo forte (per conto dell’azionista Egl) della “Calenia Energia Spa”,
la società formata da Egl ed Hera che ha acquistato da Scr (nella quale
figura Giovanni Cosentino) i terreni per la centrale di Sparanise. Scr ha
ottenuto anche una partecipazione in Hera comm mediterranea che
commercializza l’energia prodotta da Calenia e ha sede nell’Aversana Patroli dei Cosentino.
CALENIA ENERGIA SpA : EGL 85 % e HERA 15%
Un po’ di storia :
1999 la Scr compra per 2,2 milioni euro (3 miliardi e 715 milioni) terreni dell’area industiale ex Pozzi dalla Sai a Sparanise. Immediatamente ne vende
una parte alla “ 6C “di Cosentino al prezzo di costo 310 milioni di lire.
Nel gennaio 2001 Il consiglio comunale con tre soli no divide l’area Pip
in due parti e destina quella dei Cosentino agli insediamenti industriali.
Due mesi dopo la Ami ( azienda di Imola poi assorbita dalla Hera) siglia un contratto per comprare a un prezzo molto
più elevato le aree solo se le autorità permetteranno di realizzare la
centrale.
Nel 2002 la società presenta domanda ma cominciano le proteste.
Nel 2004 la Regione presieduta da Antonio Bassolino autorizza e il pacchetto di terreni e autorizzazioni
viene venduto alla Calenia energia formata da Egl ed Hera. Scr incassa 9,3
milioni più 1,2 per il diritto dei suoli più una partecipazione a una
società Hera comm mediterranea: Giovanni Cosentino la rappresenta nel cda
e ha la stessa sede dell’Aversana Petroli fondata nel 1975. L’ Egl cede il 15 per cento dell’energia. In Hera comm con Giovanni Cosentino c’è Enrico Reccia ex
socio in Europa 2001 di Salvatore della Corte condannato a 2 anni e 4 mesi
per la collaborazione con i Zagaria negli affari al nord. Giovanni Cosentino ha
sposato la sorella del boss Giovanni Russo. Nel 97 prefettura nega la certificazione antimafia che concede poi
Elena Stasi diventata deputato Pdl nel 2008.
La centrale di Sparanise è stata costuita dalla General Construction. I titolari sono i fratelli Francesco e Immacolata Gallo
Da Sparanise a Salerno : La vicenda dei Gallo è interessante perché ci fa conoscere un mondo di società costituite nei paradisi fiscali e di un meccanismo di scatole cinesi per coprire operazioni “dubbie” e si muovono con le autorità locali per conto degli inglesi di International Power e di Ansaldo .
Ansaldo e gli inglesi di International Power slc hanno costituito società per
la realizzazioni di centrali in Italia. I Galllo vincono anche appalto per depuratore
di Barano e quello dei Regi Lagni che si aggiudicano dopo che il
precedente gestore molla per le eccessive richieste estorsive denunciate peraltro alla magistratura.
Nel 2003 la Gc e la Pakal Invest (società lussemburghese di cui è socio Antonio Bargone già sottosegretario nel primo Governo Prodi) formano la Project Invironment dicui Alfonso Gallo è amministratore unico. Nello stesso anno (4 giugno 2003) nasce la Naxos società anonima di diritto lussemburghese che dopo 12 giorni da vita con il cognato di Gallo alla Energy plus con capitale sociale di 11 mila euro e viene nominata aministratore Laura Bozza moglie di Alfonso Gallo. La Energy plus senza neanche un dipendente e con 11 mila euro di capitale sociale, presenta una domanda per l’ottenimento dell’autorizzazione unica alla costruzione della centrale di Salerno da 800 MW , sapendo che all’epoca che la politica energetica della Regione Campania indicava in 400 MW il limite di potenza erogabile. La Energy plus dimostra di sapere che di lì a poco la Regione avrebbe cambiato il limite di potenza portandolo da 400 a 800 MW e infatti con delibera del 25 marzo 2004 si approva la modifica. Contemporaneamente EGL (a partire da ottobre 2003) acquista azioni fino a diventare nel 2004 proprietaria di Energyplus e Naxos, sborsando 8 milioni
di euro per comprare una società con un capitale sociale da 11 mila euro.. Il 3 settembre enercy plus ottiene l’autorizzazione ministeriale per realizzarla a Salerno. L’ingegnere Mauro Galeone poi diventato amministratore unico della GC (E l’impresa non ha nemmeno un dipendente), riceve l’incarico di progettarla
centrale per 500 mila euro. La società che produce gli studi di impatto
ambientale per la Energy plus, la Envisystem ha prodotto un studio per la
stessa centrale per conto della Ansaldo- General. Lo stesso cartello ha
presentato infatti progetto analogo a quello della Energy.
La vicenda della costruzione della centrale di Salerno, così come le
attività sulla centrale di Sparanise, sembrerebbe rappresentativa di una
situazione in cui ogni business che ruota intorno a GC spa è solidamente
condiviso con Ansaldo Energia spa ed Egl, viceversa.
Secondo il relatore della giunta per le autorizzazioni Lello De Gioia che
difende De Luca
fonda sulla constatazione che l’idea della centrale energetica sarebbe
illecita perché fasulla. E lo sarebbe giacché la società ENERGY PLUS, dal
capitale assai ridotto, altro non sarebbe che una propaggine italiana di
una società lussemburghese (la Societé Anonime Naxos) e in Italia
opererebbe in collegamento con la General Construction spa di Napoli e la
ANSALDO di Genova.
Secondo l’accusa la scelta di localizzare nel comune di Salerno il sito
destinato alla realizzazione e all’esercizio della centrale termoelettrica
sarebbe il frutto di un’illecita concertazione dei vertici della General
Construction, interessata alla costruzione e alla manutenzione
dell’impianto, con esponenti politici e amministrativi locali.
Nell’ottobre 2004, dopo che la costruzione della centrale era stata
autorizzata, le azioni della ENERGY PLUS, vengono vendute a una società
svizzera (la EGL). Secondo l’accusa, il ricorso a tale sofisticato
meccanismo rivela l’interesse della EGL svizzera a non intervenire nella
fase propedeutica all’installazione della centrale, ma soltanto dopo il
rilascio dell’autorizzazione ministeriale e l’acquisizione dei suoli
interessati all’insediamento. Scopo della ENERGY PLUS srl era dunque
soltanto quello di svolgere nel territorio interessato un’illecita opera
di mediazione presso i politici volta a consentire alla EGL elvetica
l’acquisizione fraudolenta e in violazione delle regole della concorrenza
di una posizione dominante nella produzione e nella vendita dell’energia
elettrica.
IL PARTITO DEI RIFIUTI
Negli anni dello scandalo dei rifiuti, mentre noi denunciavamo il disastro in cui sarebbe piombata la Regione Campania e il business del patto scellerato tra camorra, imprese e politica, altri occupavano le poltrone dei CdA delle aziende partecipate di igiene urbana e dei consorzi dei rifiuti, gestendo montagne di denari pubblici e assunzioni clientelari.
La divisione avveniva secondo una ripartizione territoriale e nel “rispetto” delle maggioranze di centro destra o centro sinistra : a fare la parte del leone DS, MARGHERITA, FORZA ITALIA , AN ,UDEUR e ldv.
Ma dove si superano è proprio nella terra dei casalesi dove fanno un accordo per la gestione della movimentazione e i trasporti dei rifiuti in cui avviene una fusione perfetta tra i due schieramenti. Parliamo dell’IMPREGECO: il fiore del consociativismo.
Impregeco, un carrozzone pubblico, creato dal nulla, votato e capace di nulla..
“Le imprese fanno affari e la politica acquista consensi elettorali con la gestione delle tessere, con l’assunzione di personale, con l’affidamento di incarichi e consulenze.. Sulla partita dei posti che avviene un patto scellerato tra Cosentino e Landolfi che controllano Caserta ed esponenti del centrosinistra (Ds, Margherita e Udeur) che governano a Napoli e in Campania per la "spartizione" sistematica di tutti i consorzi. E successivamente con la realizzazione di un superconsorzio, Impregeco, che aveva il compito di gestire, in via esclusiva, il trasporto dei rifiuti e la gestione delle discariche”.
Presidente dell’Impregeco viene nominato l’ex sindaco Ds di Giugliano (terza città della Campania) e direttore viene nominato Giuseppe Valente, più volte arrestato, e uomo di Cosentino L’obiettivo dichiarato, non è come indicato quello di gestire il trasporto dei rifiuti e delle discariche, ma bensì: “Era ovvio per Valente consultare Cosentino prima di operare qualsiasi scelta strategica, prima fra tutte quella di entrare nel superconsorzio Impregeco che, insieme ad altri obiettivi, consentiva a Landolfi e Cosentino di incrementare il sistema delle assunzioni e dei conferimenti di consulenze a scopo clientelare”. Ma è lo stesso Giuseppe Valente a ‘cantare’ e spiegare chi erano i vertici politici che controllavano tutto.
“Il Consorzio faceva capo a due referenti politici, l’uno era Mario Landolfi, quale espressione del partito An, l’altro era Nicola Cosentino, quale espressione del partito FI.
Impregeco era un ente partecipato da tre consorzi, quello Ce 4, e da quelli napoletani, di area centro-sinistra, Na 1 e Na 3.
Un ente costituito per distribuire posti, ma anche per mantenere un ruolo di comando nella gestione delle discariche e degli impianti di tritovagliatura. In prospettiva costruire l’alternativa al gigante del nord e costruire in proprio gli inceneritori. Tutto a gestione della camorra imprenditrice.
Ma tramite gli uomini, collegati al crimine organizzato, era al contempo l’ingresso ufficiale della camorra nel business legale. In quel momento il presidente della regione Antonio Bassolino era anche commissario straordinario per l’emergenza rifiuti. Bassolino firma con Valente l’accordo nel 2002, una convenzione. Quando sarà interrogato sull’argomento Bassolino non saprà fornire ragioni e dirà: “Pur prendendo visione del testo dei due documenti e leggendo il contenuto, non riesco a ricordarmi le ragioni per le quali si giunse a tale convenzione”. Firmava, ma non sapeva. Impregeco un ente di natura formale mette insieme le colpe del commissariato, le responsabilità della politica, le collusioni con l’imprenditoria criminale
Impregeco è la saldatura tra imprenditoria criminale, i partiti politici e il commissariato di governo. La prefettura di Napoli, con un documento ad hoc, traccia il profilo di questa azienda. L’imprenditoria criminale c’è, ci sono i fratelli Orsi. Impregeco, infatti, acquisisce una quota di Eco 4 ( degli Orsi), come risulta da una visura camerale effettuata nel 2004, comprando azioni dalla Flora Ambiente, quella gestita dalla figlia dei fratelli Orsi. Impregeco viene colpita da interdittiva antimafia nel dicembre 2007.
Altro componente del Cda è Michele Caiazzo, anche lui dei Ds. Entra in Impregeco nel 2004, presidente sempre Giuseppe Valente. Caiazzo è cugino di Michele Caiazzo, già sindaco di Pomigliano d’Arco, e consigliere regionale del Pd dal 2005 al 2010.
Valente, in quota Forza Italia, Gerlini e Caiazzo in quota Ds. Manca An. Niente paura c’è anche l’uomo di Mario Landolfi, Raffaele Chianese. Presso la stessa Impregeco ha operato fino al gennaio 2008 quale presidente del Collegio Sindacale Raffaele Chianese. “ Chianese è stato colpito da ordinanza di custodia cautelare in carcere perché accusato di associazione a delinquere finalizzata alla truffa ai danni dello Stato per illeciti finanziamenti per corsi professionali.. Insomma dai consorzi casertani il gotha di Forza Italia e Alleanza Nazionale, da quelli napoletani, il meglio dei Democratici di Sinistra.
Paolo Ferrero - Candidato presidente per la regione campania per la Federazione della Sinistra
Per avere notizie ed approfondimenti, o per segnalare il malaffare contattare direttamente Tommaso Sodano 335 8154818
Messaggi
1. FATE GIRARE QUESTO DOSSIER, 26 marzo 2010, 21:38, di luisa
Im seguito alle famose elezioni del 2006 il cui andamento dello spoglio suscitó tanto panico e stupore per via di quei voti che aumentavano implacabilmente dolorosamente e dolosamente verso destra abbiamo deciso io ed alcune amiche ( una giornalista Rai e una docente universitariadi matematica) di imegnarci a scoprire il trucco e abbiamo passato le notti elettorali raccogliendo dati per ricostruire il grafico dell ´andamento degli spogli . I risultati - che parlano da soli - si trovano sul sito privato e non commerciale
www.anomalieelettorali.com
E piu che evidente che cé una immissione costante e regolare di voti ( virtuali o schede materiali non saprei dire) che avviene al momento dello spoglio, come aveva gia intuito Deaglio.
Una seconda analisi - che si fa sui seggi a elezione conclusa sul
lo studio del diagramma delle differenze dei voti ricevuti dalle due principali coalizioni suggerisce che l immissione di voti nel corso degli scrutinio nonavviene in tutti i seggi, ma solo in seggi a questo predisposti ( noi li chiamiamo seggi di recupero) sembrerebbe soprattutto in seggi dove cé´molto elettorato di sinistra
questo processo comporta che nei seggi con molti voti di sinistra la sinistra vinca sempre di poco, nei seggi con piu elettori di destra, la destra vince in quantita variabile.( come statisticamente credibile) Tutte questo si capisce meglio appunto esaminando la facile analisi e i grafici che abbiamo messo sul sito
www.anomalieelettorali.com
ATTENZIONE DUNQUE AL MOMENTO DEGLI SPOGLI
e se qualcuno vuole aiutarci nella nostra ricerca servono
1- dati assoluti e percentuali dei voti ricevuti da ogni partito in relazione ai seggi scrutinati anche essi rilevati sia inpercentuale che inassoluto
2- i dati sono tanto piu utili quantoi piú disaggregati per citta accanto naturalmente ai dati regionali
3- deve essere segnato ilminutaggio successivo in cui i vari dati sonoraccolti
4- i dati sono tanto piu significativi quanto piu ravvicinati nel tempo sono raccolti
un lavoro pesantissimo che ci piacerebbe venisse supportato anche da altri
5- e anche sufficiente salvare successivamente le varie pagine dei giornali online che danno i evoluzione dei risultati parziali. Attenzioni di salvare la pagina come immagine e non come indirizzo, perche i dati parziali sono labili e non rimangono online
i risutati potete mandarli al sito
www.anomalieelettorali.com
grazie
luisa
1. FATE GIRARE QUESTO DOSSIER, 14 giugno 2015, 17:52, di antonio
Quante cazzate che scrivi,quindi per te il CDX avrebbe imbrogliato non solo nel 2006,ma anche nel 2008,nel 2009 e nel 2013 ?
Quindi quelli del PD sarebbero o complici o stupidi da farsi sempre
fregare nello stesso modo ?
Ti informo che pure nel 2014 all’inizio dello spoglio per le europee il Pd era al 45% dei
voti,per poi calare gradualmente fino al 40,8% finale.
Quindi pure Renzi si sarebbe fatto imbrogliare.
2. FATE GIRARE QUESTO DOSSIER, 10 aprile 2010, 14:00, di ghghere
Questo articolo non è sostenuto da alcun dato di fatto soprattutto con riferimento alla questione dei curriculum, ma solo da dicerie. Chi l’ha scritto di sicuro non era mosso da amore per l’informazione e meriterebbe di essere denunciato cosi imparerebbe ad affrontare le conseguenze di quello che pubblica!