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FERRERO: NO A PRODI SI A SORU
Scissioni. Il segretario del Prc critica Vendola, la frattura, Sansonetti e Veltroni
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ERRERO: NO A PRODI SI A SORU
di Francesco Capozza
ROMA. Sono giorni di passione per Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione comunista dal 27 luglio scorso. Prima l’affaire Sansonetti, il direttore di Liberazione defenestrato lunedì scorso. Poi la scissione annunciata dalla minoranza vendoliana. Ancora, l’incognita delle alleanze in vista delle Europee di giugno. Nonostante ciò, Ferrero appare tranquillo e con grande disponibilità ha accettato di rispondere alle domande di liberal.
Segretario Ferrero, Nichi Vendola ha annunciato che la minoranza del Prc si riunirà il 24 e 25 gennaio per discutere della scissione. Le chiedo un commento.
Se ciò avverrà, sarà per il partito una scelta dolorosa, il rischio è di creare solamente un ennesimo movimento che si andrebbe a collocare, tra l’altro, nell’orbita del Pd.
Lei venerdì scorso ha avuto un faccia a faccia con Bertinotti. Il giorno dopo l’ex presidente della Camera ha detto che «questo Prc è irriconoscibile». Che ne pensa?
Che non è vero quello che ha affermato Fausto. Ho seguito la stessa linea che lui tenne nel ’98, all’epoca della scissione che portò all’uscita di Cossutta, Diliberto ed altri. Potrei dire che, per come sto agendo, mi sento molto “bertinottiano”.
Sempre Bertinotti sul caso Sansonetti ha detto che «è stata decapitata un’esperienza giornalistica unica». Perchè avete licenziato il direttore di Liberazione?
Guardi, la faccenda è lineare: la gestione di Sansonetti è stata totalmente fallimentare.Con lui il quotidiano ha quasi dimezzato le vendite, passando da oltre 10.000 copie a meno di 6.000. Oltre ad un “buco”di quasi 3,5 milioni di euro. Una cifra simile, con il partito fuori dal Parlamento, è mortale.
Secondo lei Sansonetti avrebbe dovuto dimettersi il giorno dopo il congresso?
No. Per me Sansonetti poteva e doveva rimanere. Prendendo atto, però, da quanto emerso a Chianciano. Invece il giornale negli ultimi mesi non ha fatto altro che invitare allo scioglimento e al superamento di Rifondazione. Una linea inammissibile e, come ho detto, fallimentare.
Lei ha criticato Liberazione anche per lo spazio dato a Luxuria e all’Isola dei famosi. Poi, però, a Vladimir lei ha offerto una candidatura alle Europee. Una mossa per “fare cassa”?
Io non ho criticato il fatto che il giornale parlasse di Luxuria. Ho criticato il modo scellerato in cui la sua vittoria in un Reality è stata paragonata alla vittoria di Obama negli Stati Uniti. Detto questo, ho offerto a Vladimir di candidarsi alle Europee perchè la reputo intelligente, colta e attenta a quelle problematiche che a tutti noi stanno a cuore.
Segretario, Oliviero Diliberto ha invitato Rifondazione a ricucire lo strappo del ’98, riunificando le sigle comuniste in un unico partito. Anche per lei sono superati i motivi che causarono quella scissione?
Innanzi tutto le rispondo dicendo che noi non vogliamo nessuna ambiguità sullo stalinismo e su ciò che esso ha causato. E’ quanto di più lontano dal comunismo. Su questo con i compagni del Pdci siamo ancora distanti. E poi le dico che sono contrario all’unione di vari partiti solo perchè portano un richiamo analogo al comunismo.
E se passasse la riforma della legge elettorale che prevede uno sbarramento al 4%?
Per prima cosa noi ci opporremo a quella proposta di legge. Se dovessimo essere vittima ancora una volta delle decisioni di Veltroni e Berlusconi, vedremo il da farsi.
Non trova paradossale che Veltroni spinga per questo accordo?
Su questa vicenda Veltroni si sta comportando come se fosse nella maggioranza. Vuole una legge ad personam del tutto simile al Lodo Alfano.
È colpa di Berlusconi e Veltroni se siete fuori dal Parlamento?
No, è colpa del fallimento del progetto politico che ci ha portato al governo nel 2006. Non abbiamo cambiato il Paese come gli elettori ci chiedevano. Non si è fatta una legge sui diritti civili. Non si è approvata una norma sulla tassazione delle rendite. Non si è fatto nulla per la precarietà.
Le cause?
Perché il governo Prodi, come oggi il Pd, è stato servo del Vaticano da un lato e dei poteri forti dall’altro.Veltroni candida Paola Concia ma poi la linea la detta Paola Binetti. Candida l’operaio della Thyessen ma poi ascolta Calearo.
Che effetto le fa che a riproporre una legge sulle coppie di fatto sia un ministro democristiano di un governo di centrodestra?
Se Rotondi riuscirà a far passare i DiDoRe avrà ottenuto un successo per il Paese. Credo che se ci fosse ancora la Dc avrebbe più autonomia del Pd.
Soru si candida in Sardegna invocando il modello vincente dell’Ulivo e voi lo sostenete.
È possibile il ritorno a quel centrosinistra?
Con Prodi non rifarei l’accordo, con Soru subito.
Ultima domanda: Di Pietro rappresenta l’elettorato di sinistra?
Di Pietro cavalca l’antiberlusconismo. Mai avuto accanto a noi nelle battaglie come quella contro la precarietà. La sua è una politica priva di contenuti sociali.