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FIAT - PADRONI PERDENTI

Publie le lunedì 1 giugno 2009 par Open-Publishing
6 commenti

La sconfitta della Fiat nella gara per Opel è la dimostrazione della maggiore forza del sistema tedesco di relazioni e politiche industriali. La soap opera di cui ha parlato Marchionne riferendosi alla Germania si e’, in realta’, svolta da noi. Con una campagna di stampa che faceva il tifo e basta. Con un governo che si occupa d’altro. Con l’opposizione che applaude all’ amministratore delegato Fiat. E con un sindacato messo totalmente ai margini, che sapeva le notizie dai colleghi tedeschi. La Fiat ha voluto fare da sola e ha perso, sindacati, aziende e governo in Germania hanno fatto squadra pur nel conflitto, e hanno vinto. E’, paradossale, in Italia la Cisl, il governo e la confindustria, continuano a far propaganda sulla partecipazione, ma dove avevano modo di farla valere davvero non hanno combinato nulla. (...)

Mentre i riformisti italiani esaltavano come modernita’ il suicidio dei sindacati americani alla Chrisler e si compiacevano della contestazione a Rinaldini a Torino, i riformisti veri, in Germania, decidevano. Nel frattempo la Fiat andava avanti come sempre: con l’autoritarismo, il peggioramento delle condizioni di lavoro, i licenziamenti ed i ricatti per i precari, l’assenza di relazioni sindacali decenti. Proprio nei giorni decisivi della vicenda Opel, a Melfi nell’indotto, alla Ergom, si liquidavano i rapporti precari provocando la sacrosanta rivolta dei lavoratori ed il blocco della produzione in tutto il sito.

Ci sono tanti sindacalisti e politici moderati che in Italia sanno solo chiedere ai lavoratori di essere partecipativi, cioe’ sottomessi. Ma la realtà e’ che le imprese preferiscono comandare rispetto a qualsiasi altra cosa. Come ha mostrato l’ultima assemblea della Confindustria, servile ed entusiasta di un Berlusconi privo di qualsiasi vera proposta anche per gli stessi interessi delle imprese. Felice dell’attacco ai giudici, ed addirittura entusiasta di Brunetta.

La sconfitta della Fiat e’ prima di tutto la sconfitta della grande borghesia italiana, della sua ottusita’ e vuota arroganza. Ne facciano tesoro i lavoratori quando questi perdenti tenteranno di usare i loro insuccessi per pretendere altri sacrifici.

Giorgio Cremaschi

30 maggio 2009

Messaggi

  • Non mi convince l’analisi. E’ interna al modello di relazioni industriali consociativo e condivide gli stessi obiettivi di gigantismo della Fiat, progetto sbagliato e catastrofico per i metalmeccanici e per tutti. Bisogna cominciare a pensare ad un modello diverso, ad auto che non siano dieci miliardi per il pianeta obiettivo allucinante e davvero perdente!!

    Lottare per una conversione industriale basata sulla filosofia produrre per v ivere e non per consumare!!

    • E infatti la Fiom oggettivamente "è interna al modello di relazioni industriali consociativo" ecc. ecc.

      Questo non le impedisce di fare battaglie giuste sia all’interno della attività sindacale propriamente detta ( vedi Melfi in questi giorni) sia in generale sul piano politico ( partecipazione a Genova 2001 e più in generale al movimento no-global) ...

      Insomma non è un "sindacato giallo" come Fim e Uilm .... deve rendere conto a lavoratori mediamente più "incazzosi" .... litiga spesso pure con la Cgil confederale per difendere la propria autonomia ....

      Ma "interna" a quello che dice Pietro, anche nella sua ala più ultrà rappresentata proprio da Cremarchi, comunque rimane ....

      K.

    • Siamo sempre all’interno di quel filone "sviluppista" che tende ad identificare il progresso sociale con la crescita del PIL !!

      Oggi bisognerebbe guardare alla qualità dello sviluppo finalizzandolo al generale miglioramento delle condizioni di vita della gente, piuttosto che sacrificare lo walfare state sull’altare del mantenimento dei posti lavoro a salari decrescenti, accettando il gioco al ribasso dei padroni !!

      Favorire ancora l’industria dell’auto significa insistere nel penalizzare la mobilità pubblica a favore di quella privata, secondo un modello imposto daglì USA nell’immediato dopoguerra ai suoi stati satelliti !!!

      I sindacati sono ormai prigionieri di queste logiche ed il rischio di diventare realmente dei sindacati "gialli" è molto forte !!

      MaxVinella

    • E’ giunto il momento per verificare nel concreto dei comportamenti Fiom la veridicità dell’idea che ne abbiamo e cioè di un bellissimo sindacato di classe capace di autonomia nel quale noi identifichiamo la nostra voglia di giustizia sociale.

      Bisognerebbe andare a Nola e vedere se è vero che il reparto confino dei lavoratori più combattivi sia stato o no creato con il concorso della Fiom. Sono rimasto molto colpito della frase di Rinaldini a Torino dopo "l’aggressione": ha detto: "noi abbiamo memoria lunga", una minaccia neanche tanto velata verso i ribelli cobas che avevano osato di chiedere la parola al comizio.

      Bisognerebbe vedere perchè mai la Fiom accetti che nelle reppresentanze sindacali di base tre seggi vengano accaparrati dalle tre grandi sigle alla faccia della democrazia e del rispetto della volontà dei lavoratori.

      Questa assegnazione di seggi truffa ai tre confederali crea una omertà di tipo
      "mafioso" tra i gruppi dirigenti e questo non è un bene....

    • Non c’è bisogno di andare a Nola per verificare alcunchè ...

      Il reparto/confino di Nola nasce da un accordo sindacale firmato pure dalla Fiom/Cgil ... come si suol dire, carta canta ....

      Quanto alla storia della "memoria lunga" di Rinaldini ... non è difficile immaginare a cosa si riferisse ...

      E cioè ad un rapido passaggio, negli anni novanta, di alcuni dei lavoratori che lo contestavano per la attuale Ugl, allora Cisnal.

      Ma, a parte il fatto che erano lavoratori di Pomigliano inequivocabilmente di sinistra, a loro volta provenienti dalla Fiom, che per un breve periodo, prima che approdassero allo Slai/Cobas prima esistente solo all’Alfa di Arese, avevano trovato nella Cisnal assistenza, certo strumentale, per una comunque sacrosanta vertenza che la Fiom aveva invece rifiutato di patrocinare .... tutto questo diventa veramente patetico ora che la Ugl ( ex Cisnal) fa parte a pieno titolo, al fianco di Cgil, Cisl, Uil del cosiddetto primo tavolo sindacale ...

      K.

    • Occorre ormai convincersi che il pansindacilsmo è ormai morto e sepolto e con esso l’idea ( o l’llusione) di poter impunemente dettare l’agenda politica dei governi, men che mai di quelli attuali di centro-destra!!

      Al sindacato quando va bene viene rischiesto solo di fare da ruota di scorta come successe con il governo Prodi o, come succederà sempre più in futuro, di fungere da "materasso sociale" per ammortizzare la protesta e sterilizzare i conflitti !!!

      La Mercegaglia del resto è stata molto chiara : o il sindacato accetta il ruolo di mitigatore della conflittualità sociale oppure i tavoli sindacali serviranno solo per farci delle belle cene !!

      MaxVinella