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FOGNE

Publie le martedì 20 novembre 2007 par Open-Publishing
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Che da una dozzina d’anni e più le fogne italiche abbiano tracimato vomitando il liquame espresso da un crescente numero di camerati e postfascisti - collocati in prestigiose cariche istituzionali e pubbliche - costituisce una delle vergogne nazionali per la quale non c’è punizione se non, per chi crede, quella divina. E l’artefice dell’alluvione, il neo duce che recentemente sentiva scricchiolare il labaro ha tonitruato: ’’An? Dalla fogna li ho fatti uscire, nella fogna li faccio tornare’’. Magari. Il guaio è che i fascisti sono una pestilenza endemica e una volta scoppiata la pandemia ce ne vuole per riportare il collettivo stato di salute pubblica. L’Italia s’infettò nel tragico Ventennio e neppure i sessant’anni seguenti hanno prodotto guarigione. Anche perché c’è chi ha voluto conservare gli esemplari di quei ratti che rilanciano focolai.

L’esperimento attuato dal duce Silvio fa parte d’una trasformazione genetica sempre più pericolosa: cancellare le tracce degli anticorpi antifascisti che, nelle coscienze prima che nelle strutture dello Stato, mettevano in guardia dagli appelli alla Democrazia fatti da uno come il camerata Fini che fino al ’93 salutava romanamente sottobraccio ai naziskin. E del manganellatore Storace, in questi giorni ricarezzato e rifinanziato, che portava nell’emiciclo di Montecitorio le familiari aggressioni e da Governatore del Lazio furti e spiate non c’è nulla da dire? Vogliamo poi tacere d’altri ministri para e postfascisti: il servo sbavatore Gasparri così utile per la legge sulle tivù, faccettanera Alemanno ben inciuciato con tante ruberie pubbliche e private quali le coperture offerte dal dicastero dell’Agricoltura ai festini borsistici della Parmalat calistiana?

E sorvoliamo sui saccheggi locali come quelli della Milanodatriturare del fido Albertini fautore di delibere per speculazioni d’imprenditori imparentati coi consiglieri di Aenne. Silvio risponde al ruggito finiano intimandogli la cuccia. E’ lui il domatore-sdoganatore, può aprire parlamento, televisioni, banche, enti, servizi segreti, forze dell’ordine alle carogne, come ha ben imparato da un altro divo della politica nazionale, e può riaprire le fogne. Infilandoci i reprobi in doppiopetto a cominciare dall’attuale leone alloggiato alla Scrofa. Gli preannuncia un’emorragia dal partito. Qualcuno ha cominciato, chi seguirà? Se aveva ragione quel galantuomo di Vico la storia si ripete e i fascisti sin dalla nascita a piazza San Sepolcro predicavano rivoluzioni ma pensavano ai dobloni che il padronato gli prometteva per sterminare i rossi. Proprio come Silvio. Vedrete, anche stavolta i camerati finiranno per servire il padrone.

Spartacus, 20 novembre 2007

Messaggi

  • beh, ed i sinistri di governo non hanno avuto alcun ruolo in tutto ciò?! Sicuro che la riabilitazione dei fascistoni di governo non abbia nulla a che spartire con la foga dei sinistri, di governo pure loro, di cancellare il prorio (orrido a dire il vero) passato a partire dalle menate del riconosciemnto reciproco? ...

    • Macerata 1817 Gli insorti antipapalini affiggono sui muri questo proclama:

      "Quando l’altissimo Iddio vuole punire i popoli,
      li consegna al governo degli imbecilli"

      Ci si chiede:
      Quando la misericordia di Dio ci fu propizia?
      Quando mai noi italiani abbiamo meritato la misericordia divina?

      viviana