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FOTO > A Roma 10mila NO TAV - NO PONTE - NO MOSE > 14.10.06

Publie le domenica 15 ottobre 2006 par Open-Publishing

No alla Tav, no al Mose e no al ponte sullo stretto di Messina (già archiviato, per altro, da un voto parlamentare). Sfilano in diecimila a Roma per fermare «le grandi opere dannose per il Paese». Ad organizzare la manifestazione è il movimento dei comuni della val di Susa. Quel movimento che nello scorso inverno si scontrò con il governo Berlusconi, ma anche con il governo regionale di centrosinistra per opporsi ai lavori della linea dell’alta velocità ferroviaria che, passando per Torino e il nord Italia, dovrebbe congiungere Lione all’Ungheria. In piazza anche un sottosegretario all’economia, il verde Paolo Cento, e, «solo di passaggio», il ministro di Rifondazione Paolo Ferrero, «venuto a salutare degli amici con cui in passato ho condiviso delle battaglie».

Il nodo è sempre lo stesso: se, come, dove deve passare la linea ad alta velocità. Fra gli esponenti della maggioranza più vicini alla protesta No Tav, Ferrero non entra le merito: «Il programma di governo stabilisce già le modalità di verifica sulla realizzazione delle opere». Cento è molto più esplicito: «Mi pare chiaro che la Tav non si farà». Di tutt’altro avviso il ministro dei Trasporti Alessandro Bianchi, dei Comunisti italiani: «Non ci possiamo permettere che la Tav, ferrovia ad alta capacità, e il Corridoio Cinque passino a nord delle Alpi, sarebbe l’autoesclusione del nostro Paese dei grandi percorsi europei: dobbiamo pensare ai prossimi 100 anni».

Intanto la conferenza dei Servizi sulla Torino-Lione tenutasi venerdì a Roma ha segnato «la riapertura del dialogo» fra il governo e i sindaci della Valle di Susa. Nessun via libera al progetto prima della valutazione di impatto ambientale. Ma l’ipotesi che si fa strada è quella di uno spostamento della linea nella vicina val Sangone. Un’ipotesi sulla quale Giorgio Merlo, capogruppo dell’Ulivo in commissione trasporti chiede di accellerare, sostenendo che «un obiettivo politico è stato già colto: e cioè la potenziale disponibilità del territorio che deve accogliere il nuovo tracciato».

14.10.06
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