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FUMATE NERE

Publie le sabato 29 aprile 2006 par Open-Publishing
10 commenti

Elezioni contestate, brogli reali o presunti, sedute al Parlamento e al Senato che ci fanno fare l’alba per continuare a vedere che i nostri progetti, le nostre aspirazioni, le nostre speranze vanno in fumo...

Mi avveleno continuando a fumare...e stamattina al lavoro: i nostri dipendenti al governo ci riprovano a “dare spettacolo”.

Stiamo pagando amaramente tutto, anche il biglietto per vedere queste fumate. E ce ne vuole perché la nostra salute mentale, la nostra “resistenza” non diventi cenere...

* grazie a chi aggiornerà le fumate.

Messaggi

  • Fumata rossa!
    Faustoooooooooooooooooooooo!!!!
    ;)

    Brunz

  • Mi avveleno continuando a fumare...

    Questa e’ una delle peggiori notizie/fumate.

    Per il resto, mi raccomando: pazienza e speranza.

    Stai in gamba!
    Giuseppe

  • Bertinotti presidente della Camera
    "Nella Resistenza le nostre radici"
    ROMA - Fausto Bertinotti è il nuovo presidente della Camera dei deputati. Il presidente provvisorio Fabio Mussi ha letto i risultati della votazione che ha attribuito al leader di Rifondazione 337 voti proclamandolo presidente. Dai banchi di centrosinistra è scattato un lungo applauso. Massimo d’alema ha ottenuto 100 voti netti, 144 le schede bianche.

    "Vorrei prevalessero confronto e dialogo" le prime parole del neo presidente che ha dedicato la sua elezione "alle operaie e agli operai". Il neo presidente di Montecitorio richiama il 25 aprile citando Piero Calamandrei e ricorda l’avversione "alla guerra e al terrorismo" della Costituzione.

    Claudio

    *******************
    ragazzi diciamo la verità, con frate fausto, abbiamo migliorato un po’, alla camera, vero? anche se ci saranno CASINI lo stesso:-))))
    maria

  • Parola di Fausto

    Fausto Bertinotti Autonomia delle forze democratiche del paese, lotta alla mafia. E ritorno alle radici storiche della Repubblica. Il discorso d’insediamento del nuovo presidente della Camera / Senato in bilico

    Declamato con una leggera ed umana emozione, al termine del quale c’è stato un abbraccio fra il presidente uscente e il nuovo che guiderà i lavori dell’Aula durante la XV legislatura, il discorso d’insediamento di Fausto Bertinotti è durato una decina di minuti.

    «Viviamo ogni giorno il distacco della vita quotidiana dalle istituzioni - ha ricordato il neo presidente di Montecitorio - e il rischio che una parte della società venga tagliata fuori dalla politica, che vive una crisi ma che tuttavia riceve dal paese una domanda di politica più alta. Il parlamento può concorrere alla rinascita e allo sviluppo di tutte le forze del paese, attraverso la partecipazione di uomini e donne allla rivitalizzazione dello spazio pubblico, che ognuno può vivere con dignità».

    Il pensiero del presidente della Camera è andato poi alle parti costitutive dello Stato. «Rivolgo - ha detto Bertinotti - attenzione a tutti i dipendenti pubblici, i corpi dello Stato e le amministrazioni locali e centrali, che possano dispiegare la propria potenzialità. E rivolgo la mia attenzione a tutte le autonomie, dalla magistratura al servizio pubblico d’informazione per riconoscerci tutti cittadini con diritti riconosciuti. Il popolo - ha aggiunto - deve investire tutta la sua fiducia nelle istituzioni. E sentirsi libero da ogni giogo, a partire da quello della mafia.

    La scuola ha poi occupato una parte del discorso del presidente, che ha riconosciuto agli insegnanti il prezioso ruolo di costruzione del futuro del paese. «Noi vogliamo contare sulla scuola - ha infatti affermato Bertinotti - come parte fondamentale per costruire una nuova convivenza, e voglio ricordare il lavoro prezioso degli insegnanti e patrimonio per il futuro del nostro paese. Ricordo la lezione di una grande coscienza civile e riformatore del paese che questo ci ha insegnato: Don Lorenzo Milani, che ci ha insegnato che le istituzioni democratiche sono tali se cresce la società civile».

    «Sono un uomo di parte - ha riconosciuto Bertinotti - che perciò non teme il conflitto e che sa che la politica chiede scelte, opposizioni e contrapposizioni. Ma bandiamo dal futuro la contrapposizione "amico-nemico" ma abbiamo bisogno di costruire un assemblea che parli il linguaggio della convivenza anche oltre la politica, per le differenze da non negare ma da riconoscere. Differenze di genere, etniche tra nativi e migranti, generazionali, di credenti e non credenti fra le molti fedi. La laicità chiede in Italia come in Europa la sua cittadinanza universale in cui progettare il nostro futuro, si può e lo sapremo fare se andremo alle radici più profonde del nostro popolo».

    Le radici storiche della Repubblica italiana, infine. «Questa legislatura - ha ricordato il neo presidente di Montecitorio - si apre tra IL 25 aprile e IL 1 maggio due date importanti del nostro popolo. Il lavoro. Per anni si è assistito all’oscuramento del lavoro e dove è spuntata la precarietà come male terribile del nostro tempo. Dobbiamo riprendere il filo del discorso per ridare futuro alle nuove generazioni, che ce lo chiedono intensamente. Il 25 aprile. Che possa il lavoro della nostra assemblea svolgersi ipoteticamente a Marzabotto. Anche lì è nata la nostra costituzione con la sua irriducibile voglia di pace riassunta nell’articolo 11 della costituzione. E noi piangiamo anche oggi le vittime fra i soldati italiani uccisi a Nassirya. Anche oggi portiamo nostra umana solidarietà alle famiglie di questi cittadini».

    Tutta l’aula di Montecitorio ha rivolto un caloroso applauso al ricordo delle vittime cadute in Iraq. Poi Bertinotti ha concluso il suo discorso sulla memoria partigiana della Repubblica.

    «Vorrei che facessimo insieme, all’avvio di questa legislatura, un pellegrinaggio, quello che Piero Calamandrei indicava ai giovani per conoscere le istituzioni repubblicane, nelle montagne, nei campi e nelle carceri dove morirono i partigiani. Perché lì è nata la nostra Costituzione».

    29 aprile 2006

  • A questo punto concludete come volete: caffè, marsala, amaro per chi non digerisce...
    Per fortuna comunque: tarallucci e vino nella maggioranza.
    Aggiorni chi può, io devo uscire.
    A dopo, ciao!
    Doriana

    • http://www.camera.it/audiovideo/video.aspx?id=49671

      Magari, confrontate la parola di Frate Fausto con il finale "Viva il Senato" del *democrsitiano buono*...

      Si, lo so, son parole retoriche...ma IN QUEL CONTESTO, coi banditi in aula, sentire le *montagne* del Calamandrei, il 25 aprile, il primo maggio...la scuola, l’informazione, l’acceso al futuro occluso dalla *PRECARIETA’*...
      C.

    • Habemus Praesidentes!!!

      Leggendola con malizia, sono stati eliminati due probabili "minatori"
      del futuro governo Prodi.

      Mi auguro sia la svolta!

      Resta da incastrare le mani a baffino, rutello, mastello, pannello,
      scaniello, sottobosco e cespugli.

      A quando un governo vero del popolo per il popolo?

      gennaro