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Fabrizio De André, ci regala una straordinaria serata di musica

Publie le martedì 13 gennaio 2009 par Open-Publishing

Fabrizio De André, ci regala una straordinaria serata di musica

di Alessandro Cardulli

A dieci anni dalla morte la televisione ritrova il suo ruolo e la musica diventa grande spettacolo. Canzoni e musica a “Che tempo che fa” con Fazio e Dori Ghezzi

ROMA - “Un poeta che aveva il senso musicale della parola”: così Nicola Piovani parla di Fabrizio De André con il quale ha avuto una lunga collaborazione. Ancora ricordando gli album di Faber, così lo chiamavo gli amici, afferma: “ Una più bello dell’altro,con dentro tante canzoni,una più bella dell’altra.

E’ una lezione, una lezione di coerenza e di rigore,il rigore di chi non si metteva al servizio delle leggi di mercato. Scriveva per “necessità espressiva intima” come direbbe Cecov”. Sempre il musicista premio Oscar per “ La vita è bella” in poche parole ci da la più bella immagine di De André quando dice: “ Non è mai stato di moda. La moda , effimera per definizione,passa. Le canzoni di Fabrizio restano.” Restano talmente tanto che ci hanno fatto vivere una straordinaria serata televisiva in cui si riscopre il ruolo, perduto quasi sempre, del piccolo schermo. Fabrizio De André , a dieci anni dalla morte, ha fatto a tutti noi un regalo magnifico offrendoci la sua magica musica, parole dolci e dure,canzoni elaborate e povere, nel senso della semplicità,della immediate percezione da parte di chi ascolta. Fabio Fazio ha avuto un’intuizione straordinaria: far rivivere anni ed anni di musica che poteva finire nel cassetto delle cose dimenticate, riportarla al grande e indistinto pubblico televisivo per circa tre e mezzo, accompagnato dalla “guida “ di Dori Ghezzi, la moglie di Fabrizio che ha condiviso con tutti i momenti di una vita straordinaria. Dall’iniziativa di “ Che tempo che fa “ è partita una catena musicale che ha coinvolto televisioni, circa duecento radio, che ha avuto come unti di riferimento manifestazioni, concerti.

Di De Andrè in questi giorni sono tornate, come si dice in gergo, parole e musica, la sua vita, anche quella più intima ha occupato le pagine dei media. Sono venuti alla luce squarci di una realtà italiana che avevamo dimenticato e che ,invece, è sempre bene ricordare. Fabrizio per circa dieci anni è stato una specie di “ sorvegliato speciale “ da parte della polizia italiana, protagonista di tante vergognose schedature. “ Maccartismo”, ha ricordato Dori Ghezzi, tante carte ripiene di fandonie, di accuse brucianti quali quella di essere un simpatizzante delle brigate rosse. Servizi deviati,poliziotti messi alla calcagna di un grande artista per un unico motivo. La “ carica sociale “ di De Andrè, la sua vocazione libertaria, la sua poesia, per questo addirittura veniva sospettato di aver organizzato un rifugio di extra parlamentari di sinistra nella comune sarda. Fabrizio ci ha regalato una serata di splendida musica ed anche il ricordo di nun periodo fra i più oscuri della vita italiana, dieci anni di sorveglianza su di lui e sui suoi familiari, una violazione delle libertà dei diritti della persone, per cui lo Stato, impersonato dalle sue istituzioni, dovrebbe chiedere scusa. Tre ore e mezzo di grande musica, le sue canzoni, le sue poesie hanno impegnato fra gli altri Battiato, Fossati, Dalla, Nannini,Bocelli, Capossele,Ferro, Vecchioni, Iovanotti, Litizzetto che ha letto “ Nuvole”,Cristiano De André, Mauro Pagani.

Abbiamo ascoltato canzoni di grande popolarità come Bocca di Rosa e poi Inverno, Don Raffaè, Via del Campo, La canzone dell’amore perduto, La città vecchia, Le passanti,Girotondo, Il suonatore Jones, fino a Creuza de Ma. Davvero un’emozione vissuta dallo stesso Fazio e da Dora che, come in un sogno, ha rivissuto intense gioie e strazianti dolori di una vita che ti lascia il segno, che non dimentichi mai anche a distanza di dieci anni. Era infatti l’11 gennaio del 1999 quando Fabrizio moriva per un tumore ai polmoni. Cessava di vivere alle 2,00 minuti. Aveva scoperto il terribile male durante una una tournée di presentazione del suo album “Anime salve. “ Aveva dovuto sospendere i concreti. Era l’estate del 1998. La sua voce non poteva essere più ascoltata, le suen poesie musicali solo lette.
Non passava poco tempo che Fabrizio se ne andava. Tornava nella sua Liguria, dopo la cremazione le sue ceneri accolte nel cimitero di Staglieno. Già, la sua Liguria dalla quale Fabrizio si era allontanato per andare a vivere in Sardegna dove aveva vissuto la brutta avventura del sequestro di cui era rimasto vittima insieme a Dori. Era il 1979, il 27 di agosto. La prigionia durò fino al 21 dicembre per Dori e al giorno dopo per Fabrizio. Era nato nel 1940, la sua vita è durata solo 59 anni. Poteva ancora darci tante cose. Una ce l’ha data: tre ore e mezzo di straordinaria musica, presentata dalla televisione disabituata al bello.