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Fame (non solo di cultura)

Publie le lunedì 26 settembre 2005 par Open-Publishing

I feroci imperatori romani - con ben scarsa considerazione del popolo - avevano coniato l’espressione “panem et circenses”, letteralmente pane e giochi.

Era il modo - si sa - con cui intendevano gestire il potere annullando le critiche del popolo. Distribuivano generi alimentari da una parte e permettevano di assistere a competizioni sportive e rappresentazioni teatrali dall’altra, sperando così di ottenere il silenzio delle masse.
Il contrario di una società partecipata.

Ma oggi - mi chiedo - dove anche il cibo e lo spettacolo - nel suo più ampio senso di cultura - sono messi in crisi di sopravvivenza da una parte dal precariato come unico nuovo sistema di rapporti e dall’altro dal continuo taglio del Fus (Fondo Unico per lo Spettacolo), mi chiedo: potremo ritenere cibo e cultura priorità di un nuovo e auspicabile governo di (centro)sinistra?

E le potremo ritenere priorità senza per questo sentirci appagati?

In tempi di tagli e soprusi anche questo - a suo modo - sarebbe un vero “coup de théatre” - colpo di teatro! -

Saluti spettacolari,

Compagnia Teatrale Saverio Tommasi
www.saveriotommasi.it