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Fausto e Iaio : che idea morire di marzo

Publie le martedì 18 marzo 2008 par Open-Publishing
2 commenti

Oggi, trent’anni fa, Fausto Tinelli e Lorenzo “Iaio” Iannucci furono uccisi a Milano, in via Mancinelli, in un agguato fascista. Furono liquidati dai killer mentre andavano ad un concerto. I colpevoli sono ancora liberi. Non è stata fatta giustizia, come sovente accade nel nostro Paese quando si vanno a toccare interessi occulti, quando ci si imbatte negli intrecci innominabili tra politica e sovversione.

La verità negata è come un omicidio: perchè ammazza la libertà e la democrazia. Trent’anni fa uscì un documento coraggioso, tristissimo: “Che idea morire di marzo”. Raccoglieva testimonianze, materiale giudiziario, materiale fotografico, lettere, bigliettini di gente comune, quella stessa immensa folla indignata che riempì vie e piazze il giorno del funerale, il 22 marzo del 1978: moltissimi scrissero poesie.

Fu un’immensa assemblea sotterranea venuta alla luce, con una spontaneità e una forza che divenne simbolica, emblematica. Tutti coloro che lasciarono un biglietto, un foglio di carta con sopra scritto qualche verso o un disegno o semplicemente una parola d’amore, un saluto, un commiato, uno slogan (ne ricordo uno in particolare: “è morta una parte di me”). Esprimevano le proprie sensazioni e il proprio dolore (”non vi conoscevo”, scrisse qualcuno, ma è come se vi avessi conosciuto da sempre era sottinteso, “non vi conoscerò più” aggiunse).

Forse non erano consapevoli che queste sensazioni personali avrebbero preso una dimensione collettiva, e si sarebbero sviluppate in una sorta di comunicazione autonoma, di linguaggio sociale, di ribellione dolente. Oggi possiamo vederlo come il tam tam della nascente società civile. Quei coetanei di Fausto e Iaio sono diventati adulti, madri, padri, alcuni non ci sono più - la vita è una marcia di avvicinamento alla morte. Nessuno di chi c’è, credo, ha dimenticato quei giorni di trent’anni fa.

Che vergogna! Trent’anni dopo siamo ancora a lottare per cercare di ottenere giustizia. Sapere chi ha ucciso Fausto e Iaio non è mai stato difficile, né impossibile: indizi, prove, testimonianze ce ne sono, a iosa. E poi noi, in verità, sappiamo chi è stato e perché: è semmai lo Stato che non ha voluto andare sino in fondo.

L’associazione familiari e amici di Fausto e Iaio ha prodotto un libro e un dvd (Costa&Nolan): è un lungo sguardo ai luoghi della nostra memoria più recente, è un lungo bellissimo sguardo al mondo dei giovani che scrivendo a Fausto e Iaio hanno saputo creare un “grande cerchio vivente di amore, uguaglianza, fratellanza, pace”, come dicono Francesco Barilli e Maria Iannucci della commissione “Che idea morire di marzo 2008″.

A proposito, quel bigliettino che ha dato lo spunto al titolo del libro di trent’anni fa, diceva esattamente: “Che idea morire di marzo, lascio un pezzo di vita e riparto più forte nella lotta, invidiavo i tuoi diciannove anni, ora me li sento addosso di più”.

http://coen.blogautore.repubblica.it/2008/03/18/?ref=hpsbsx

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Messaggi

  • Che c’entra Cesare Battisti, che oltretutto all’epoca era pure detenuto ?

    Qui, nel caso di Fausto e Iaio i colpevoli sono abbastanza noti.

    Si tratta di fascisti romani legati alla Banda della Magliana e mandati a Milano da Danilo Abbruciati ( boss della Magliana che proprio a Milano morirà mentre faceva un attentato al banchiere Rosone per conto dell’ altro banchiere Calvi) per fare i killers prezzolati per la banda Turatello.

    Si trattava di colpire i compagni dei neonati centri sociali come Fausto e Iaio ( ma già ci avevano provato con Andrea Bellini) che in quel momento stavano pesantemente contrastando a Milano la diffusione dell’ eroina nei quartieri proletari.

    I nomi, come dicevo, si sanno :

    Giusva Fioravanti, Massimo Carminati e Mario Corsi.

    I primi due sono stati notissimi come esponenti dei Nar, Corsi è oggi più
    noto come opinionista calcistico e, fino a qualche anno fa, capotifoso della Roma.

    Il problema è che, a differenza di Cesare Battisti che pure non amo ma che comunque è stato a suo tempo condannato in un processo molto discutibile e che è oggi comunque detenuto in Brasile, queste merde fascio/mafiose non sono mai state perseguite per questo delitto .... perchè hanno sempre avuto "coperture di stato" .....

    Cosa che rappresenta comunque LA DIFFERENZA tra pratiche anche criminali che pure ci sono indubbiamente state anche a sinistra e i fascisti ....

    Comunque, DIFFERENZA NON DA POCO ....

    K.

  • come è noto ci sono morti di serie A e di serie B ; Ramelli è di serie A;Calabresi è di serie A ; Fausto e Iaio sono di serie B , se non di C/1.
    Nè speciali di Porta a Porta, nè puntate di Chi l’ha visto , nè libri ( almeno a quanto mi risulta) , forse neppure un passaggio in radio , chi lo sa.
    E solo quei rompicoglioni di Bella Ciao che li ricordano e li piangono.
    Che la terra vi sia leggera compagni , e che vi si ricordi come uomini virtuosi

    Buster Brown