Home > Fedele, per favore, chiàmalo
"Questi giudici sono doppiamente matti! Per prima cosa, perché lo sono politicamente, e secondo sono matti comunque. Per fare quel lavoro devi essere mentalmente disturbato, devi avere delle turbe psichiche. Se fanno quel lavoro è perché sono antropologicamente diversi dal resto della razza umana" (Silvio Berlusconi a The Spectator, 4 settembre 2003).
"Ho troppa stima dell’intelligenza degli italiani per pensare che ci siano così tanti coglioni che possano votare per la sinistra contro il loro interesse" (Silvio Berlusconi, 4 aprile 2006).
"Se i cittadini non dovessero confermare un sindaco come Cammarata e un buon governo che hanno operato così bene, dovrebbero essere ricoverati per infermità mentale tutti" (Silvio Berlusconi a Palermo, Ansa, 5 maggio 2007).
"Tra me e Fedele Confalonieri c’è un patto: quello di avvisarci reciprocamente qualora uno dei due rincoglionisse. E Fedele non mi ha ancora detto niente" (Silvio Berlusconi, 29 novembre 1993).
Messaggi
1. Fedele, per favore, chiàmalo, 9 maggio 2007, 10:32
Blind truff
"Sono pronto a vendere le mie aziende, ad andare anche oltre il blind trust americano. Questa storia delle riserve personali su di me è diventata una barzelletta. Ho già detto che distinguerò con nettezza adamantina il mio ruolo di imprenditore, che peraltro è già alle mie spalle, e quello di leader politico. Ho messo fatti che pesano come macigni a suffragare questo impegno, dalle dimissioni dalle cariche sociali del mio gruppo al progetto di un blind trust e di dismissioni di attività economiche: la mia non è dunque ’parola di re’, non è una promessa d’onore, ma una scelta di fatto. Tutta la campagna sul Signor Tv che si mangia il Paese per i suoi interessi è naufragata nel ridicolo di una sconfitta campale nelle urne".
(Silvio Berlusconi, Ansa, 7 aprile 1994).
"Le mie aziende o le congelo o le vendo. Voglio assolutamente dividere i miei interessi privati che ho come azionista Fininvest dalla mia attività pubblica che svolgerò nell’interesse di tutti. Credo che quella del blind trust americano sia la soluzione ideale".
(Silvio Berlusconi, 11 aprile 1994).
"Io per primo ho riconosciuto che la scesa in campo di un editore e del proprietario di un grande gruppo economico come la Fininvest era un’anomalia in sé nella complicata situazione italiana. Un’anomalia e una novità senza precedenti".
(Silvio Berlusconi, 29 luglio 1994).
"Stiamo approntando una soluzione seria al conflitto d’interessi, per separare nettamente la mia attività privata da quella pubblica: il blind trust indicato dai tre saggi".
(Silvio Berlusconi, 31 luglio 1994).
"Oggi vi annuncio che ho deciso di vendere le mie aziende, perché credo che qualcuno, quando si prende un impegno e dentro questo impegno ci sono certe condizioni che sono ostative allo svolgimento globale dell’impegno, deve avere anche il coraggio di sacrificarsi. Non sarà facile trovare un compratore, ma andremo in Borsa con la televisione e terrò una quota assolutamente non di maggioranza".
(Silvio Berlusconi, 23 novembre 1994).
"Da novembre ho dato mandato irrevocabile alla Fininvest di vendere le tv".
(Silvio Berlusconi, 18 marzo 1995).
"Venderò le tv a imprenditori internazionali".
(Silvio Berlusconi, il Giornale, 1° aprile 1995).
"La legge sul conflitto d’interessi ha uno scopo ben preciso: vogliono impedirmi di tornare al governo. Il governo vuole escludermi dalla politica e nello stesso tempo ammazzare Mediaset. Sono rimasti gli stessi... Io sono sempre lo stesso. Anche quando vado al congresso dei Ds o della Margherita mostrando rispetto verso coloro che considero avversari politici e non nemici. Purtroppo i fatti dimostrano che sono gli altri che non considerano il sottoscritto un avversario politico, ma un simbolo politico da togliere di mezzo. Mi ritengono un nemico pericoloso... Se mi sento una vittima? Bè, quello che mi hanno fatto e che mi vogliono fare va oltre la sfida politica".
(Silvio Berlusconi a proposito della legge che gli impone il blind trust, "Libero", 6 maggio 2007).