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Ferrando continua a perdere pezzi:via compagni di Cosenza

Publie le venerdì 8 giugno 2007 par Open-Publishing
7 commenti

Dichiarazione di 7 compagne/i della sezione di Cosenza del Movimento per il Partito Comunista dei Lavoratori

Lasciamo il mcPCL

Per la democrazia comunista

La deriva governista di tutta la sinistra italiana, l’assenza di una rappresentanza politica dei bisogni e degli interessi materiali di milioni di lavoratori e lavoratrici, giovani, precari, disoccupati ed il passaggio della “sinistra radicale” nel campo governativo con le forze della borghesia sta determinando un irrigidimento autoritario che verifichiamo nei rapporti sociali in generale e, in particolare, nella repressione delle lotte non solo contro lo sfruttamento ma anche in quelle contro il saccheggio e la devastazione dell’ambiente.

In questa situazione appare tanto grottesco quanto grave ciò che è accaduto all’interno del Movimento per il Partito Comunista dei Lavoratori.

Con le modalità proprie delle soluzioni autoritarie di un atto amministrativo sono stati espulsi dal Movimento per il Partito Comunista dei Lavoratori decine di compagni di Roma, dell’Umbria e del Veneto che, nel percorso politico che ha portato all’Assemblea Nazionale di Rimini, avevano sostenuto gli emendamenti al testo presentato dall’Esecutivo nazionale. Una soluzione che ha trovato l’opposizione di altri compagni, tra cui quelli di Cosenza, che, nonostante abbiano portato avanti strenuamente una battaglia contro la logica antidemocratica contenuta in questo provvedimento e per cui siamo riconoscenti, non sono riusciti ad evitare l’espulsione nel tentativo di tenere aperti gli spazi per un dibattito democratico nel Movimento per il PCL..

A nostro parere l’atto dell’espulsione chiarisce la natura del Movimento per il PCL, portando alla luce la visione monolitica di un Movimento che altro non è stato che il volto ufficiale di un’operazione politica volta ad allargare la base di consenso attorno ad un gruppo ristretto perché, come recita il documento di espulsione, il Movimento per il Partito Comunista dei Lavoratori non vuole essere: “ né una formidabile palestra di libero confronto, né un luogo di scambio effervescente a tutto campo e senza reticenze.”

Questa brutta vicenda indica quanto la speranza che il Movimento per il PCL potesse essere lo strumento per la ricomposizione dei soggetti sociali economicamente più svantaggiati si sia dimostrata un’ illusione.

Anche durante le ultime elezioni amministrative la presenza della lista del Pcl in 9 comuni e 2 province, su tutto il territorio nazionale, ha evidenziato le difficoltà del movimento ad intercettare i voti che fossero l’espressione dell’enorme vuoto politico lasciato a sinistra dagli inganni del Prc,del PdCI e di tutta la sinistra radicale, denotando altresì uno scarso radicamento soprattutto nelle più grosse realtà metropolitane e operaie.

La nostra speranza e illusione che il Pcl potesse diventare un riferimento credibile in Italia viene meno, secondo noi, proprio nell’evidente chiusura settaria del Movimento ancorato erroneamente nel 2007 su un irrigidimento ideologico e rappresentativo più di teorie,senza legami con la realtà, che di militanza e prassi concreta. Per noi si chiude,con esso, la possibilità di costruire un Partito di dimensione nazionale, indipendente a livello locale e nazionale, fuori e contro il bipolarismo, espressione di radicamento sociale, che vada oltre la propaganda e che si impegni, sul territorio, a costruire conflitti e vertenze per rappresentare e sostenere i bisogni della parte più emarginata della società.

Vogliamo sottrarci alle logiche di chi si afferma e annuncia il Partito, senza che esso lo sia nei numeri e nella sostanza, e di chi ne rimanda all’infinito la costruzione.

Noi pensiamo che un Partito Comunista non si proclami ma si costruisca, a partire dalle esperienze rivoluzionarie e del movimento operaio sviluppatesi nel secolo che sta alle nostre spalle.

Riteniamo infatti che, oggi più che mai, vi sia il bisogno di una ricomposizione dei comunisti attorno ad un programma generale, marxista e rivoluzionario, in grado di ricostruire un’alternativa anticapitalistica a tutti i governi della borghesia, siano essi di centro-destra e di centro-sinistra. Questa necessità appare rafforzata dalla consapevolezza della centralità dello scontro tra capitale e lavoro salariato sul livello internazionale, del conflitto come pratica della lotta di classe e dunque, della contrapposizione alla concertazione sindacale.

Per questi motivi, auspicando un percorso di ricomposizione in cui la presenza di contributi diversi non rappresenti un problema ma arricchisca il dibattito e rafforzi la crescita collettiva di un processo di organizzazione reale:

dichiariamo la nostra uscita dal movimento per il PCL che, ancor prima di celebrare il proprio congresso, ha deciso, a maggioranza, di chiudere la fase costitutiva espellendo tutti quei compagni che proponevano, legittimamente, un modo diverso di costruire l’organizzazione e di rapportarsi con la realtà.

PRIMI FIRMATARI:

MariaConcetta Aiello

Gianluca Amantea

Mauro Colloca

Maria Cristiano

Emilio D’Amico

Mimì De Paola

Alfredo Iuliano

Messaggi

  • Anche ieri alla manifestazione contro Bush il PCL perdeva pezzi...dovevate vederli arrotolare le bandiere e scappare alla prima timida carica della polizia a causa di una cinquantina di imbecilli incapucciati. Caconi! E voi sareste quelli che vorreste fare la rivoluzione? Se scappate alle prime scaramucce con i celerini e create il panico in piazza fra i compagni invece di mantenere la calma! Non si fa così compagni! Vi ho visti arrotolare le bandiere e correre aumentando il panico! Cercate di organizzarvi meglio altrimenti non ci venite alle manifestazioni se non siete in grado di tenere la piazza.

    • Credo che il Pcl rappresenti per il sottoscritto quanto di più possibile lontano dalla propria sensibilità, un gruppetto ( nella peggiore accezione del vecchio termine "gruppettaro") politicista ed inconcludente che è riuscito, in pochi mesi di vita, ad espellere e comunque far allontanare più persone di quante ne siano rimaste all’interno dell’ improbabile "partito" ....

      Ma questa scena descritta nel commento precedente non è mai avvenuta ...

      I non moltissimi militanti del Pcl presenti alla manifestazione, con una o due bandiere a cranio nella peggiore tradizione "gruppettar/politicista", al momento dei cosiddetti scontri ( anche questi di scarso significato politico e/o numerico) erano entrati da un pezzo a Piazza Navona e stavano tutti sotto il palco dalla parte opposta ad ascoltare Ferrando.

      Quindi, evitiamo di usare l’anonimato ( anche di nick) per scrivere cazzate strumentali ....

      K.

    • Caro commentantore finto(in realtà militante PCL,che legittimandosi con qualche critica al PCL, tenta di coprire una vergogna colossale per il suo mini-partito) ti informo che quando è partita la prima carica il comizio in piazza non era ancora cominciato perchè il corteo non era ancora arrivato in piazza Navona(la carica è partita all’ ingresso di piazza Navona), perciò non so come facevano i militanti ad ascoltare Ferrando. Quindi la tua tesi è completamente smontata. Prima di fingerti per ciò che non sei almeno informati meglio sul succedersi degli eventi.

    • Un corteo grande come quello di sabato spesso permette "visioni diverse", dovute a dove si era o meno posizionati.

      E allora ti dico tranquillamente che Piazza Navona era già stracolma di gente, avevano già parlato Ferrando, Cannavò e Nella Ginatempo sul lato opposto di Piazza Navona davanti ad un pubblico non enorme ( la massa dei manifestanti sostanzialmente li ignorava), pubblico composto in larga parte di gente con le bandiere del Pcl e solo allora di è sentito lo scoppio e poi l’odore di qualche lacrimogeno proveniente da Corso Vittorio Emanuele.

      Cioè la stragrande maggioranza dei manifestanti, quelli che erano già in Piazza Navona e quelli, soprattutto del Nord-Est che erano dietro gli scontri, dei mini-incidenti non si sono accorti proprio ... e trovo del tutto assurdo montarci sopra una storia incredibile e comunque amplificarli oltre il dovuto qua sopra.

      Non sono K., che comunque conosco bene ( pur vivendo in città diverse, siamo anche colleghi di lavoro) e ti assicuro che il mio amico è lontanissimo dal Pcl, è un anarco-sindacalista passato per l’eperienza , nei 70 ed 80 del secolo scorso, dell’autonomia operaia.

      Ed è attualmente, pur da posizioni di estremo dissenso, ancora iscritto a Rifondazione.

      Ma soprattutto, come il sottoscritto, è spontaneamente portato a non sopportare la cazzate strumentali come le tue.

      R. By Naples

    • 2 nostri compagni sono stati colpiti dalle manganellate, come poteva succedere se ci si fosse ritirati alla chetichella???
      Spara meno cazzate!

    • Anche io conosco bene te e il tuo amico, avete una sfiga in comune: appartenete al PCL. Il mio intento non era quello di fare polemica,ma solo di chiedere ai compagn del PCL di non farsi prendere dal panico la prossima volta che ci sono dei disordini alle manifestazioni. Per quanto riguarda la prima carica, c’è stata quando ancora non era iniziato nessun comizio! Cercate di essere più seri. Comunque va la mia solidarietà ai compagni del PCL che nel tentativo di correre lontano dagli scontri sono scivolati e hanno riportato l’escoriazione di un dito.

    • Ma quale Pcl, io sono m-l, una volta si sarebbe detto anche "stalinista", k. è un anarco/comunista iscritto a Rifondazione .... in comune, oltre ad essere dipendenti della stessa azienda e a militare nello stesso sindacato di base, abbiamo la tendenza a stare nelle situazioni di lotta e di movimento fatte dalla "gente in carne ed ossa" ...... che c’entriamo coi trotzkisti ultrapoliticisti del Pcl ?

      Pcl che, per quanto mi riguarda, può tranquillamente andare a farsi fottere .. come del resto sta già avvenendo di fatto .....

      E comunque, falla finita ...sta storia che hai tirato fuori non è poi di primaria importanza .....

      R.