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Come fa il Pcl a presentarsi in tutte le circoscrizioni? Il meccanismo è tecnicamente semplice -anche se politicamente scandaloso. Il parlamento ha modificato, poche settimane fa, le norme relative alla presentazione delle liste: in alternativa alla (quasi impossibile) raccolta di migliaia di firme (stavolta in due settimane, a causa delle elezioni anticipate), si possono esibire due sole firme di parlamentari che danno il loro sostegno alla lista.
Appena è stata introdotta questa modalità (di cui ha beneficiato anche Sinistra Critica) il Pcl ha diffuso comunicati di fuoco (per ora ancora disponibili sul loro sito): "la casta garantisce sé stessa e limita la democrazia"; "antidemocratico e scandaloso"; nonché accuse al "ceto politico che ha aumentato le spese militari e finanziato le missioni di guerra". Il Pcl -è scritto in questi testi- è "indisponibile a pasticci" e "non ha tradito e non tradirà mai la sua base sociale" con simili porcherie...
Sono passati pochi giorni, il Pcl non è riuscito a raccogliere le firme ma ha trovato la disponibilità di due parlamentari del centrosinistra. Proprio due di quelli che hanno votato le finanziarie di Prodi, aumentato le spese militari e finanziato le missioni di guerra. A questo punto sul sito del Pcl non si parla più di raccolta di firme mancata ma si dice soltanto "Il Pcl c’è, in tutta Italia" (senza spiegare come). Può essere interessante -per capire fino a che punto può spingersi l’opportunismo di questo partito fantasma- sapere chi è uno dei due parlamentari a cui hanno chiesto il sostegno: l’onorevole Giorgio Carta.
Si tratta di Giorgio Carta, guida del Psdi, partito che rivendica la propria continuità con il Psdi di Pietro Longo (piduista, condannato per aver ricevuto una tangente da un miliardo e mezzo di lire; poi condannato per concussione) è uno degli ultimi sopravvissuti della casta del pentapartito travolta da tangentopoli. Un partito orgogliosamente filo-atlantico e guerrafondaio. Dell’attività parlamentare di Giorgio Carta (in passato sottosegretario di Amato) si segnala una sua proposta di legge per l’apertura di nuove basi militari al sud (qui sotto alleghiamo la legge, reperibile sul sito della Camera); o diversi suoi interventi a favore di un rinnovato impegno militare dell’Europa; a favore della missione militare in Libano con lo scopo di "disarmare Hezbollah".
Ci chiediamo se alle prossime manifestazioni contro la guerra, o al prossimo corteo a Vicenza contro la base Dal Molin, Ferrando e Grisolia sfileranno insieme all’onorevole Giorgio Carta, sostenitore dell’obiettivo "10, 100, 1000 basi militari".
E’ mai possibile arrivare fino a questi punti, per qualche comparsata in Tv? E sarebbe questa la "sinistra che non tradisce"?
Messaggi
1. Ferrando e i suoi amici guerrafondai, 13 aprile 2008, 20:25, di un militante
Il Partito di cui e’ rappresentante Marco Ferrando ha raccolto le firme in tutta Italia per poter presentare le proprie liste elettorali.Basta chiedere a qualsiasi militante di quel Partito.Non si e’ riusciti a raccogliere le firme solo in alcune circoscrizioni(Veneto e Puglia) e’ si e’ fatto un accordo TECNICO NON POLITICO con 2 parlamentari per poterc presentare le liste anche in queste circoscrizioni.BASTA CON GLI INSULTI.STIAMO CERCANDO DI COSTRUIRE UN PARTITO SERIO.ATTACCATECI SUI PROGRAMMI.