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Ferrero: "Avanti con la linea decisa al congresso"
Publie le sabato 2 agosto 2008 par Open-PublishingForum on line con il segretario del Prc: i dubbi, le speranze e le proposte per il dopo Chianciano
Ferrero: "Avanti con la linea decisa al congresso"
di Romina Velchi
Un partito che vuole rimettersi in cammino; che vuole gettarsi alle spalle le tensioni del congresso e riprendere in mano il filo della politica; che ancora crede, nonostante tutto, di poter cambiare le cose e vorrebbe iniziare subito, oggi, adesso. E’ "l’effetto Ferrero", che per la prima volta da segretario di Rifondazione comunista, risponde alle domande di compagni e compagne nel forum on line sul sito del partito.
E gli tocca raffreddare gli entusiasmi: un partito spaccato a metà non lo si ricostruisce dalla sera alla mattina e c’è agosto di mezzo: occorrerà aspettare l’autunno, che si tratti di una manifestazione con le altre forze della sinistra o di riorganizzare la vita interna del partito.
Non c’è argomento che sfugga agli attenti (e qualche volta critici) partecipanti al forum: dall’immigrazione al giudizio storico sul comunismo, dai rapporti con gli altri partiti della sinistra radicale all’assistenza pubblica, dalla scuola (gettonatissima) alla spaccatura interna. «Caro segretario, cosa intende fare il Prc per fermare i 150.000 tagli nella Scuola che la destra ha inserito nella Finanziaria?» chiede per esempio "rosso69"; una «vera e propria macelleria sociale» concorda "dantedinanni".
«Scuola pubblica per tutti, insegnanti di sostegno per rendere il diritto allo studio effettivo per tutti, stipendi decenti per gli insegnanti, aumento dell’età dell’obbligo, nessuna confusione tra scuola dell’obbligo e formazione professionale, etc etc etc», prova ad elencare Ferrero. Sapendo che si tratta di obiettivi tutti da conquistare, magari con «una grande manifestazione unitaria in autunno che sto cercando di concordare già in questi giorni tra tutte le forze di opposizione» per rimettere la «scuola al centro dell’iniziativa: quel milione di insegnanti sono, come gli operatori sociali, i nostri interlocutori privilegiati».
Già, l’assistenza sociale.
C’è "Renato" «operatore "Adest"» (Assistente domiciliare e servizi tutelari, ndr) che lamenta la scarsa professionalità e se la prende con le Coop rosse; e c’è il 19enne portatore di handicap, che si firma "socialismo o barbarie", che al Prc non chiede altro che un po’ di «attenzione ai disabili nel quadro della più complessiva attenzione all’emarginazione sociale che riguarda rom, migranti, disoccupati, cassintegrati, abitanti delle degradate periferie».
Se «gli operatori sociali sono oggi una risorsa incredibile nella battaglia per la trasformazione sociale» e costituiscono un «tessuto di massa di intellettuali che conoscono la realtà sociale meglio di molti sociologi», risponde Ferrero, con loro dovremo «costruire una proposta politica» anche per evitare che essi diventino l’«anello precarizzato e sfruttato della catena del controllo sociale», tra tagli al welfare e politiche securitarie.
E siccome «il grado di civiltà di una società si misura da come stanno coloro che sono maggiormente emarginati e la disabilità è oggi fonte di emarginazione» il segretario del Prc promette «impegno» e «ricerca di forme universali e democratiche di lotta per i diritti di tutte le persone con disabilità, superando particolarismi che spesso dividono per categorie le persone portatrici di handicap e depotenziano il valore politico della loro lotta».
Tutto questo Rifondazione lo farà da sola? «Pensate ad un’intesa con gli altri gruppi della sinistra?»; ad una «costituente comunista insieme al Pdci di Diliberto?», chiedono "Renato" e "ferdinand.bardamu". «Io penso - risponde Ferrero - che oggi dobbiamo rimettere in piedi Rifondazione e che nella costruzione dell’opposizione occorre costruire percorsi comuni che aiutino il dialogo»; all’intesa con altre forze della sinistra «ci lavoriamo a partire dalla costruzione dell’opposizione e dal lavoro di radicamento sociale della sinistra».
E non mancano le proposte concrete: "Elena e Renato" propongono la «costruzione di Dipartimenti d’area» per meglio coordinare livello nazionale e livello territoriale; "FrancescoP" consiglia un «vademecum commentato (da diffondere con "Liberazione") per raccogliere tutto quello che fino ad oggi è stato fatto dalle destre»; "Andrij83" invita a «dotare il partito di una struttura, anche telematica, che permetta di mettere in comune le buone pratiche amministrative» per aiutare nel loro lavoro i nostri amministratori locali. «Giusto, giustissimo - risponde a tutti il segretario - Dovremo reinventare molto del funzionamento del partito per costruire delle strutture di direzione più funzionali al lavoro politico.
A settembre ci si prova». Anche l’attualità va bene per incalzare il segretario del Prc: "Andrij83", per esempio, giudica «imbarazzante il silenzio che nel partito si è fatto attorno al tema del Trattato di Lisbona».
E’ palpabile, però, tra i "forumisti", la preoccupazione per il futuro del partito. Qualcuno, come "Antiglobal", «semplicemente», dice, «non siete più il mio partito.
Non vi voterò mai più»; meno drammatica ma sempre forte la delusione di "Attilio Galmozzi": «Caro Paolo, lontani dai riflettori di Chianciano volevo augurarti buon lavoro» ma «la prospettiva di questo partito mi pare molto limitata. Non vi vedo la capacità né la volontà di andare oltre la crisi del partito post-elettorale, che pure è reale, per calarsi dentro il buio nel quale tutta la sinistra s’è infilata».
La maggior parte chiede uno scatto verso una ritrovata unità: «La tua elezione è legittima e concreta - osserva per esempio "conques" - ma non puoi non vedere quante divisioni si stanno approfondendo giorno dopo giorno, da ormai tre mesi».
Aggiunge "danales": «Da quello che si comincia a vedere sembra proprio che "Rifondazione per la sinistra" abbia intenzione di costituire "un partito nel partito", una specie di "partito ombra" e di perseguire la propria linea politica a prescindere dal documento politico uscito dal congresso. Ho paura che, a medio termine, questo potrà provocare un logoramento del partito tutto e che, alla fine, i percorsi politici siano comunque destinati a dividersi». «Ricostruire la cultura di una comunità condivisa non è il frutto di una scelta congressuale ma un impegno collettivo - è l’opinione di Ferrero - Spero che i compagni della mozione due non scelgano la strada dell’arroccamento anche perché sarebbe contraddittorio che chi vuole unire la sinistra partisse dalla divisione del proprio partito.
Per quanto mi riguarda la proposta di gestione unitaria e la pratica della nostra linea politica non settaria mi paiono le due gambe su cui procedere nel modo più efficace per ricostruire l’unità del partito».
In ogni caso, aggiunge il segretario del Prc «dopo il disastro elettorale occorreva fare due cose: darsi una linea politica chiara, da perseguire e su cui rimettere il partito al lavoro. In secondo luogo affermare chiaramente la dignità della nostra esistenza. Questo il congresso lo ha fatto e a mio parere questo permetterà di uscire dalla palude».
Qualcuno ci crede: «Il documento approvato al congresso, e la tua elezione, mi ha ridato un nuovo e rinnovato entusiasmo di militanza in questo momento difficile a dir poco per il Prc e la sinistra tutta». Firmato: "iscritto stradeluso".