Home > Ferrero è valdese, ma chi sono i valdesi?
Ferrero è valdese, ma chi sono i valdesi?
Publie le lunedì 28 luglio 2008 par Open-Publishing1 commento
La chiesa evangelica valdese e’ una chiesa protestante che nasce nel 1100 con Pietro Valdo di Lione.
Pietro Valdo fu come S. Francesco un grande riformatore evangelico.
Era un uomo molto ricco, ma colpito dalle parole di Gesu’: "Se vuoi essere perfetto, va’, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi" , dette la sua ricchezza ai poveri, fece voto di castita’ e si fece predicatore, con seguaci detti “i poveri di Lione". inutilmente cerco’ il riconoscimento del Papa che nego’ loro il potere di predicare e di leggere la Bibbia, che era riservato solo ai chierici e agli ecclesiastici e mai avrebbe potuto essere affidata a delle donne.
Ma Valdo continuo’ a diffondere la Parola di Dio con predicatori uomini e donne (fratres et sorores).
Walter Map scriveva: “Costoro mai hanno dimore stabili, se ne vanno due a due a piedi nudi, vestiti di lana, nulla possedendo, ma mettendo tutto in comune come gli apostoli, seguendo nudi il Cristo nudo. Iniziano ora in modo umilissimo, perché stentano a muovere il piede; ma qualora li ammettessimo, ne saremmo cacciati”.
Nel 1184 il papa li scomunico’ perche’ predicavano il Vangelo in pubblico. Ma il movimento valdese continuo’ a crescere in Francia e nel Nord Italia, diffondendosi in altri stati europei.
Le comunità valdesi si organizzavano su due livelli: i "perfetti" con i 3 voti di povertà, castità, e obbedienza, che erano predicatori itineranti, e i semplici fedeli o “amici”.
Diaconi, presbiteri e vescovi preparavano i futuri predicatori.
I valdesi osservavano la liturgia delle Ore e i digiuni, celebravano la Cena del Signore (nella Linguadoca con pane, vino e pesce) e la sera del Giovedì Santo praticavano la lavanda dei piedi. Studiavano a memoria interi Vangeli e altre parti della Bibbia che Valdo aveva fatto tradurre nelle varie lingue popolari.
Dopo la scomunica, il movimento valdese comincio’ a dividersi.
Entrando in Lombardia i predicatori e le predicatrici valdesi poveri cercavano gruppi di amici che vivessero nel mondo, lavorassero e li sostenessero con le loro elemosine.
In Lombardia molti Comuni erano in lotta perenne per emanciparsi dall’Impero e dal papato, divisi tra guelfi e ghibellini. I valdesi si inserirono bene e molti entrarono in politica. Altri restarono ai margini, in poverta’ assoluta, per sfiducia verso le autorita’ politiche.
Alcuni podesta’ ghibellini si appoggiarono a loro, altri, guelfi, li bruciarono sul rogo.
In Lombardia c’erano altri gruppi religiosi come i Patarini, gli Arnaldisti e gli Umiliati e i Valdesi ne furono influenzati al punto da produrre una scissione.
I predicatori lombardi entravano a far parte di comunita’ di lavoratori, ma Valdo voleva che non lavorassero e vivessero solo di elemosine per non essere corrotti dall’amore per le ricchezze. Cosi’ il gruppo lombardo prese un’altra strada e creo’ sacerdoti che amministravano l’eucaristia. Valdo temeva che formassero una contro-chiesa, voleva criticare la corruzione della Chiesa ma non sostituirsi ad essa. Anche se scomunicato, si sentiva parte dela chiesa romana. Ci fu uno scisma, e Valdo mori’ senza ricomporlo.
Dopo di lui molti gruppi rifiutarono la chiesa di Roma, giudicando le gerarchie ecclesiastiche peccatrici e malvagie. I tentativi successivi di riappacificarsi con Roma fallirono. Il Papato perseguito’ duramente i valdesi tentando di sterminarli, pero’, a differenza dei catari, l’Inquisizione non riusci’ a farli sparire.
Vivendo clandestini o nascondendosi in zone montane, i Valdesi riuscirono ad arrivare al 1500, quando aderirono alla Riforma protestante di Lutero.
Nel 1561 venne firmata la Pace di Cavour, primo esempio di liberta’ religiosa nell’Europa moderna. Nel 1848, con Carlo Alberto, ebbero finalmente riconosciuta la liberta’ di culto.
La chiesa valdese esiste in Italia da quasi mille anni. Ha circa 15.000 fedeli in Italia e 15.000 fuori.
Valdo riabilitava i laici a cui dava il potere di predicare il Vangelo. Il laico non e’ solo destinatario di un messaggio, ma anche messaggero. Il sacerdozio e’ ridimensionato, la predicazione non e’ più monopolio del clero (come continuano ad essere la celebrazione e l’amministrazione dei sacramenti). Anche la donna valdese predica ed insegna (questo fu uno dei motivi piu’ forti della scomunica). Rivalutando il laicato e fondando una confraternita laica, Valdo combatteva contro la gerarchia ecclesiale. La sua predicazione e’ itinerante mentre il prete cattolico e’ stabile. Grande importanza ha l’apprendimento anche a memoria dei testi sacri e Valdo ne fece tradurre molti. Si deve praticare il Discorso della Montagna. Il predicatore deve essere povero e vivere di offerte cosi’ da non corrompersi. Si devono liberare dalla miseria e dall’ignoranza i piu’ poveri (e questo era eversivo per le strutture feudali e per la Chiesa di Roma).
I Valdesi rifiutano la Donazione di Costantino, documento falso con cui la Chiesa di Roma dice di aver ricevuto un territorio su cui esercitare un potere temporale. Hanno sempre attaccato il papato come sede di corruzione, di accentramento di ricchezza e di mondanizzazione. Vogliono una chiesa che rinunci al potere e si dissoci dai sistemi politici, economici e militari (crociate comprese).
Il programma valdese piu’ che morale o dottrinale e’ pastorale, con lo scopo comune di liberare le coscienze e renderle certe mediante la fede della salvezza, dono gratuito di Dio all’uomo tramite il sacrificio di Gesu’, e non traguardo che l’uomo raggiunge in base ai suoi meriti. Per meritare la salvezza basta la fede, non occorrono i preti. E lo scopo della vita umana e’ praticare il Vangelo e aiutare gli altri.
Poiche’ basta la fede a salvarsi, diminuisce il potere dei sacerdoti, che non sono piu’ i mediatori fondamentali tra uomo e Dio. Cristo è l’unico mediatore. Ogni cristiano comuncia direttamente con Dio, e’ sacerdote e papa, La religione valdese e’ la religione della laicita’ cristiana. Non c’e’ piu’ un clero ne’ una gerarchia, ognuno e’ sacerdote. La chiesa valdese non e’ gerarchica ma assembleare e vi possono accedere sia uomini che donne. Tutta l’amministrazione e’ costruita dal basso: le varie comunita’ locali eleggono un consiglio presieduto da un pastore, che elegge a sua volta una commissione che si occupa dell’intero distretto. La fede si esprime nel culto domenicale e nella testimonianza quotidiana dei fedeli. La parola evangelica fondamentale e’:”Voglio misericordia, non sacrifici” (Matteo 9,13).
Preti cattolici e pastori valdesi si incontrano regolarmente in convegni per studiare problemi teologici e pastorali. Si ha un incontro ecumenico privilegiato tra i valdesi politicamente orientati a sinistra e i cosiddetti cattolici del dissenso.
Durante il fascismo i valdesi mantennero un atteggiamento prudentemente ostile; nel dopoguerra fondarono due importanti centri sociali per l’assistenza ai poveri e scuole a Palermo e Milano.
Sotto l’occupazione nazista, portarono in salvo molti ebrei e ne nascosero molti in Val Pellice.
Oggi sono diffusi soprattutto in Piemonte, dove hanno 41 Chiese (120 in tutta Italia, 4 solo a Torino), 18 nelle Valli valdesi con centro a Torre Pellice (Torino).
Ogni anno nell’ultima settimana di agosto, i deputati delle chiese locali ed i pastori si riuniscono a Torre Pellice, per il Sinodo Valdese.
A Guardia Piemontese in Calabria non ci sono piu’ valdesi dopo la strage del 1561 fatta dall’inquisizione romana, ma la gente parla ancora un dialetto provenzale. Sulla piazza centrale chiamata Piazza della strage, la Porta del sangue ricorda l’eccidio.
Copio:
“Senza il conforto dei loro pastori, i valdesi calabri caddero preda degli inquisitori domenicani Valerio Malvicino e Alfonso Urbino, che, dopo aver condotto un’inchiesta nelle colonie di Montalto, San Sisto e Guardia, vennero alla conclusione che erano tutti eretici e che quindi dovevano o abiurare o morire. Ma anche quelli che abiuravano erano costretti a sopportare un severo e umiliante regime di controllo: non potevano parlare in occitano o sposarsi tra loro, dovevano andare a messa tutti i giorni, osservare l’obbligo del digiuno settimanale e indossare l’infamante abitello degli eretici. I valdesi reagirono con la fuga nei boschi circostanti, ma questo diede il pretesto a Don Parafan de Ribera, Duca di Alcala’ e vicere’ di Napoli di organizzare, nel giugno 1561, una colossale caccia all’uomo, usando cani mastini, assoldando veri pendagli da forca come soldati e mettendo taglie sulle teste dei valdesi fuggiti. Fu la "San Bartolomeo italiana",: 60 persone furono ucciso a San Sisto ed il paese, che contava 6000 abitanti, distrutto, mentre a Montalto, l’11 giugno 1561, fu atrocemente tagliata la gola, uno dopo l’altro, a 88 valdesi, che furono lasciati dissanguare come agnelli sgozzati: i loro cadaveri furono poi impalati, come monito, sulla strada per Cosenza. Ma la strage piu’ impressionante avvenne a Guardia Piemontese: dal 3 giugno 1561 (per circa 11 giorni) 2000 persone furono barbaramente trucidate e un altro centinaio di valdesi furono uccisi nelle campagne circostanti. Il sangue di quei poveri innocenti colo’ lungo i vicoli fino alla porta principale del paese e alla piazza antistante, denominate, in seguito, "Porta del sangue" e "Piazza della strage". Altri 1600 coloni furono fatti prigionieri, tra cui 700 provenienti da Guardia stessa: il barba Stefano Negrin mori’ nel carcere di Cosenza, o per le torture subite o di fame. Alcuni valdesi riuscirono a fuggire in Sicilia, ma qui furono coinvolti in processi tra il 1569 ed il 1582 e giustiziati. Solo pochi riuscirono a raggiungere un rifugio sicuro a Ginevra e a rifarsi una vita.”
http://www.eresie.it/it/id609.htm
Il Sinodo valdese ha riconosciuto la legittimita’ dell’eutanasia contro l’inutile sofferenza. Anche i valdesi aderiscono all’8 per mille di cui danno conto in modo pignolo ed esatto.
L’impegno politico dei Valdesi e’ sempre stato forte.
Hanno partecipato attivamente al Risorgimento e alla Resistenza. E moltissimi valdesi, anche pastori, sono entrati in Parlamento (Tullio Vinay, Lino De Benetti, Domenico Maselli…). Oggi sono in politica i valdesi Paolo Ferrero, Riccardo Illy, Valdo Spini, Lucio Malan, il sindaco Rosario Olivo e vari consiglieri regionali.
..
Da Masada 755. Prima che il gallo canti
Messaggi
1. Ferrero è valdese, ma chi sono i valdesi?, 4 agosto 2008, 10:14, di Sergio
Anche tra i Valdesi c’è autocritica ed autoironia... a stampa segnalo il libro "Valdesi d’Italia" edizioni Sonda, guida ai migliori difetti e alle peggiori virtù che parla di "ministri di culto e culto del ministro" a proposito di Paolo Ferrero.
Sul web il sito www.peccato.org erede di una rivista satirica fondata proprio da Paolo Ferrero negli anni ottanta.
Vedi on line : Il Peccato