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Ferrero: nell’opposizione ricostruiamo Rifondazione

Publie le venerdì 8 agosto 2008 par Open-Publishing

di Alessandro Cardulli

Con Paolo Ferrero “sfogliamo” le pagine dei giornali di questi giorni, ripercorriamo la cronaca di un paese cui guardano, in Europa e nel mondo, sempre più con diffidenza, ironia, a volte. Se smettiamo gli abiti di un nostro storico provincialismo e diamo un’occhiata ai grandi giornali europei e non, il racconto che fanno dell’Italia non è certo dei più confortanti. Non è solo la stampa, purtroppo ci sono organismi sia europei che internazionali a darci bacchettate. Caso ultimo: la vicenda della partecipazione alla sfilata di apertura delle Olimpiadi e gli interventi di esponenti di primo piano della maggioranza e ministri in carica che invitavano gli atleti azzurri a disertare. Il Comitato olimpico internazionale ce ne ha dette quattro che dovrebbero farci arrossire. Ferrero ci ricorda i diversi capitoli di una cronaca fra il noir e il ridicolo. I militari mandati per le strade, mitra imbracciato e tute mimetiche, la dichiarazione di un’emergenza che non c’è, o meglio c’è una emergenza ed è quella dei morti sul lavoro, le impronte digitali perfino ai bambini rom, i sindaci sceriffo che ne combinano di cotte e di crude, le misure “salva berlusconi” che hanno rappresentato il fulcro della politica del governo. E, di questi giorni, la manovra economica dannosa per i lavoratori e per il paese, contro i precari, le smargiassate di Tremonti che imbroglia le carte con la Robin tax che nessun vero economista prende sul serio e con la promessa di ventimila alloggi, una specie di gioco delle tre carte, una ”truffa” l’hanno definita le associazioni degli inquilini. E ancora i semi del razzismo, della xenofobia, di una perdita dei valori di solidarietà, eguaglianza, l’accanimento contro gli immigrati, contro i poveri. Parte da qui la conversazione con il nuovo segretario di Rifondazione che esce da un congresso difficile, complesso, con un partito che subisce una sconfitta elettorale pesantissima, scompare dalle aule parlamentari, si divide. Che Italia siamo diventati? “Un paese che ha degli amministratori incivili e populisti che applicano ferocemente non la logica del consenso ma la costruzione del capro espiatorio. Siamo dentro uno stato democratico -risponde Ferrero- ma le modalità attraverso cui si cerca il consenso sono tipiche del fascismo e del nazismo nel loro stato nascente. Possiamo pensare, per esempio, alla repubblica di Weimar. Una politica, questa, che si inserisce in un quadro di un paese spaventato, che guarda al futuro con terrore, con una sinistra che non è stata in grado di indicare sbocchi diversi, solidarietà e uguaglianza appunto. Davvero c’è materia di grande preoccupazione, di riflessione, per aprire un fronte molto ampio di lotta politica e sociale, per costruire un’alternativa di società”. Possiamo definire questo stato di cose come un effetto del berlusconismo che non è solo governo del paese ma un clima, un costume, una “cultura”? Ferrero fa un distinguo interessante, pur all’interno di una ipotesi di destra. “Il primo Berlusconi -dice- basa la sua politica sul populismo. Promette i soldi a tutti, fa balenare il miglioramento del tenore di vita per tutti. Il secondo Berlusconi, quello con cui ora abbiamo a che fare agisce sulle paure, cerca consenso nella logica del capro espiatorio, individuato nel diverso come il nemico”. E Rifondazione comunista che riemerge dopo le fatiche del congresso, torna a farsi sentire, come guarda al futuro prossimo, all’autunno, promuove e partecipa a incontri, vede Veltroni e Claudio Fava, Di Pietro, tanto per fare dei nomi “Sì, riemerge e c’è un elemento molto interessante che smonta la linea con cui anche certi organi di stampa hanno seguito il nostro congresso quasi fossimo una cosa inutile. Intanto –dice Ferrero- c’è il riconoscimento del ruolo politico del partito. E’ abbastanza chiaro che una opposizione politica di sinistra esiste, non è un’invenzione perché una opposizione esiste nella società. C’è il riconoscimento, anche da parte del Pd come emerso anche nel colloquio con Veltroni,non un puro fatto di cortesia, che dal nostro congresso è stato messo a punto un progetto politico, certo diverso da quello del partito democratico,che siamo una forza vera. Ricostruire il partito significa ripartire dalla questione sociale”. Ferrero parla di un ”lavoro esterno” per dar vita ad una opposizione “unitaria, di sinistra” alle politiche del governo. La ricostruzione del partito ”passa attraverso la opposizione, dentro i processi reali nel paese e nella società”. Insieme bisogna “rimettere mano al funzionamento democratico e organizzato del partito. Ciò richiede il massimo impegno di tutti. Ogni iscritto deve diventare un dirigente nel territorio, nel luogo di lavoro in cui opera”. “Chiediamo l’inventiva -chiarisce con un’ immagine efficace- non l’obbedienza”. Il tentativo di arrivare ad una segreteria unitaria sta in questo quadro. “Il congresso ha deciso la linea politica -sottolinea- ma il partito è la casa di tutte e di tutti. Nessuno è un ospite”. Dopo le “quattro giornate“ di Chianciano intanto il partito non è andato in ferie. Ferrero ha partecipato a diverse “feste”. Avverte che c’è una “rimessa in movimento, voglia di ripartire, i compagni sanno di nuovo che c’è una linea politica, chiara, scelta dal congresso, una linea che non è un guazzabuglio. Tutti hanno capito bene il significato di ‘in basso a sinistra’”. Si lavora per costruire i gruppi dirigenti delle federazioni, c’è chi è più avanti, che deve ancora iniziare la discussione. C’è chi si oppone come avviene in Calabria. “Ma anche nella decisione di rientrare nella giunta regionale, cui il sottoscritto si è pronunciato nettamente contro, c’è qualcosa che si muove”. A scanso di equivoci Ferrero precisa: “Restiamo contrari alla decisione di entrare nella giunta regionale, una decisione che avviene a prescindere dal contesto. Il fatto positivo è che anche fra coloro che hanno votato per la mozione Vendola c’è chi si è pronunciato contro l’ingresso nelle giunta. E’ il segno che il congresso è finito, che c’è un partito che vuole tornare a misurasi sui fatti concreti”. La questione sociale, di cui parla Ferrero, che in Calabria è davvero un’ emergenza.