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Fiom: "Nelle grandi fabbriche prevale il no"
Publie le mercoledì 10 ottobre 2007 par Open-Publishing1 commento
18:40 Fiom: "Nelle grandi fabbriche prevale il no"
In molte della grandi e medie fabbriche metalmeccaniche del Paese ha prevalso largamente il no all’accordo sul welfare. E’ quanto emerge dai primi dati diffusi dalla Fiom secondo i quali oltre agli stabilimenti della Fiat, hanno bocciato l’accordo anche importanti aziende come l’Electrolux (80,14% i No), la Ansaldo Breda (63%), l’Alenia (66,37%), la Fincantieri di Trieste (69,85%), la Magneti Marelli di Sulmona (78,45%) e la Honda (69,61%).
18:10 Cremaschi: "Area grigia che va chiarita"
Dopo aver affermato che i primi risultati diffusi da Cgil Cisl Uil sulla consultazione odierna non sono credibili, Cremaschi rincara la dose: secondo il leader della Fiom, "per quanto riguarda il voto all’esterno dei luoghi di lavoro, nei seggi territoriali, riteniamo che le denunce formali e molte segnalazioni ci possano far dire che esiste un’area grigia che va chiarita".
Messaggi
1. Fiom: "Nelle grandi fabbriche prevale il no", 11 ottobre 2007, 11:41
Non era necessaria una consultazione per capire che ormai in Italia le "tute blu" sono una minoranza rispetto alle altre categorie di lavoratori e la stessa cosultazione, dall’esito scontato, è stata voluta dai vertici sindacali proprio per evidenziare questa realtà e sottolineare il ruolo politico marginale delle stesse. Si è voluto in sostanza dare una lezione alla FIOM ed ai suoi dirigenti principalmente per il loro atteggiamento critico nei confronti del governo Prodi e per la loro freddezza rispetto al nascente nuovo PD. Tutto il processo di graduale smantellamento dello "welfare state" deve necessariamente passare attraverso un fase di attacco e di indebolimento delle rappresentanze sindacali storicamente più combattive ed organizzate e questo avviene sia attraverso il decentramento delle lavorazioni e la frammentazione e dispersione sul territorio, sia in ambito nazionale che internazionale, delle unità produttive, sia direttamente attraverso politiche che mirino ad isolare e dividere queste categorie di lavoratori da tutte le altre, favorendo l’insorgere di fittizzi conflitti d’interesse tra le stesse. La strategia è ormai chiara e sarà quella che costituirà l’asse portante delle politiche neocentriste di Veltroni e soci !!!
MaxVinella