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Fosco Giannini e la Comunismo spa

Publie le venerdì 26 ottobre 2007 par Open-Publishing

Ho visto ieri in TV l’irato intervento di Fosco Giannini in Parlamento per protestare contro i toni trucidi con cui il TG2 dell’ineffabile Mazza aveva presentato i novant’anni dalla Rivoluzione Russa (facendo il paio, a distanza di qualche settimana, con il servizio sui quarant’anni dalla morte di Che Guevara, che sembrava piuttosto un dossier della Digos).

E’ senza dubbio buona cosa che vi siano reazioni di questo tipo, sia perché agiscano da contrappeso informativo, sia perché la battaglia per la decenza si deve fare giorno per giorno. Ma non è bene dimenticare che Giannini appartiene ad un partito, Rifondazione Comunista, che ha brigato per mettere nel CDA della televisione pubblica un burocrate di partito e un brontosauro della lottizzazione RAI come Sandro Curzi, l’incaricato speciale di affari bertinottiani a Viale Mazzini. Lottizzazione per lottizzazione, perché il post-fascista Mauro Mazza non dovrebbe dare l’impronta al telegiornale che dirige? Sarebbe bene che ognuno desse un’occhiata agli altarini suoi.

Comunque, al di là di questo, mi chiedo se i toni appassionati della concione di Giannini fossero davvero sinceri o non si trattasse solo della manifestazione consueta di virtuosa indignazione che appartiene all’armamentario retorico di ogni politico, che ricorre sempre ad essa con scaltro tempismo. Non so quale delle due ipotesi sia peggiore.

Mi è difficile infatti pensare che Giannini ignori che l’equiparazione del comunismo al nazi-fascismo è da tempo acquisita al senso comune nazionale, grazie ad un’operazione ideologica gigantesca, durata ormai quasi due decenni, a cui hanno preso attivamente parte molti degli attuali alleati di governo. E’ la stessa operazione, per intenderci, che ha apprestato i filtri attraverso cui la presenza militare italiana in Afghanistan viene presentata come "missione di pace", con il beneplacito parlamentare di Rifondazione, e tanti saluti all’articolo 11 della Costituzione.

Non voglio escludere, naturalmente, che Fosco Giannini fosse motivato dal desiderio di contrastare l’inquinamento della memoria storica, con lo scopo politico di mantenere aperta la possibilità di un cambiamento radicale della società, la cui plausibilità presso la gente comune ha molto a che fare con il rapporto con la storia. Posso anche credere che Giannini volesse solo fare una dichiarazione di orgoglio comunista. In entrambi i casi sarei completamente dalla sua parte.

Ma che volete? Siamo diventati un po’ cinici ultimamente, e io contemplo anche la possibibilità che Giannini stesse reagendo soprattutto all’attacco all’onore della ditta, cioè la Comunismo spa, che ha fatto del bene a tante persone, come Sandro Curzi e famiglia. Come reagirebbe Fedele Confalonieri di fronte ad una ben condotta campagna volta a diffondere l’idea che nulla nell’Italia di oggi degrada l’immagine della donna più dei palinsesti Mediaset? Vigorosamente, presumo, temendo che se un’idea stravagante come questa mettesse radici nell’opinione pubblica gli inserzionisti comincerebbero a fare un po’ i difficili. E gli elettori di oggi assomigliano molto agli inserzionisti pubblicitari.

Insomma, non me la sento proprio di escludere che intemerate come quella dell’onorevole Fosco Giannini possano rispondere agli stessi riflessi condizionati degli istinti proprietari di Confalonieri sull’immagine aziendale di Mediaset. Se sono ingiusto con Giannini mi scuso, ma il suo partito non merita alcun pregiudizio di innocenza.

fonte: http://achtungbanditen.splinder.com/