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Fosforo bianco, le prove dell’uso «inequivocabili»

Publie le mercoledì 28 gennaio 2009 par Open-Publishing

Fosforo bianco, le prove dell’uso «inequivocabili»

di Michele Giorgio

Donatella Rovera, capo del team che indaga: la tardiva ammissione di Israele sull’uso delle armi ha impedito di curare le vittime in modo adeguato

L’utilizzo da parte di Israele di proiettili al fosforo bianco durante l’offensiva «Piombo fuso» a Gaza continua a essere una delle questioni aperte per i centri dei diritti umani e le organizzazioni umanitarie internazionali. Più parti stanno indagando nei centri abitati della Striscia più colpiti dagli attacchi israeliani delle scorse settimane. Da Israele prima è arrivata una secca smentita e poi una parziale ammissione. Ne abbiamo parlato con Donatella Rovera, a capo di un team di Amnesty International giunto a Gaza nei giorni scorsi per indagare sull’uso di quest’arma.

Vi state occupando dell’uso da parte dell’esercito israeliano di munizioni al fosforo bianco in aree densamente popolate. Quali sono i primi risultati delle vostre indagini

Israele ha negato per settimane di aver utilizzato fosforo bianco durante la sua offensiva ma quando finalmente ci è stato consentito di entrate a Gaza abbiamo trovato prove inequivocabili dell’uso di questa sostanza. L’esperto militare che fa parte del nostro team d’indagine ha detto di non avere dubbi. Successivamente le forze armate (israeliane) hanno confermato in parte di aver sparato anche colpi al fosforo bianco ma questa ammissione tardiva è stata inutile perché l’aver taciuto non ha consentito ai medici locali di poter curare in modo appropriato i feriti. E’ la prima volta che il fosforo bianco viene impiegato a Gaza e il personale medico non aveva la minima idea di come intervenire per aiutare le persone aggredite da questa sostanza. Hanno curato le bruciature (provocate dal fosforo bianco, ndr) come se fossero delle ustioni normali e le condizioni dei pazienti non solo non sono migliorate ma in molti casi sono persino peggiorate.

I feriti hanno rischiato di morire per mancanza di cure adeguate?

Posso solo dire con certezza che le ustioni di alcuni pazienti addirittura emettevano fumo a distanza da un giorno dall’attacco israeliano tra la meraviglia dei medici perché all’interno delle ferite erano rimaste delle particelle (di fosforo bianco) che essendo esposte all’ossigeno non si spegnevano. Tutto ciò si sarebbe potuto evitate facilmente se le autorità militari israeliane, invece di negare l’evidenza, avessero scelto di dire subito la verità comunicando il tipo di cure adattate ai feriti.

L’uso del fosforo bianco era giustificato durante le operazioni belliche?

No, nel modo più assoluto anche se si guarda alla questione solo dal punto di vista delle tattiche militari. Normalmente, nel corso dei combattimenti, il fosforo bianco viene usato per illuminare oppure per creare una cortina di fumo volta proteggere i movimenti delle proprie truppe sul terreno. Qui a Gaza invece è stato usato in zone dove i soldati israeliani non erano presenti, come nei casi ben noti del complesso dell’Unrwa (l’agenzia dell’Onu che assiste i profughi palestinesi, ndr) a Gaza city, della scuola a Beit Lahiya e dell’ospedale Al Quds (Tel el Hawa) ma anche in molti altre località che abbiamo avuto modo di ispezionare. E non era necessario usare queste munizioni con fosforo bianco per illuminare (durante le ore notturne, ndr) visto che l’esercito israeliano ha nei suoi arsenali dei normali razzi (illuminanti) che non sono letali. La pericolosità di questa arma per i civili è stata dimostrata qui a Gaza poiché le piccole spugne impregnate di fosforo bianco si sono disperse in zone molto ampie provocando vasti incendi come abbiamo visto alla sede dell’Unrwa, dell’ospedale (Al Quds) e di tante abitazioni private. Senza dimenticare che i proiettili sparati dall’artiglieria dopo aver liberato in volo il fosforo bianco, sono poi caduti sulle case provocando distruzioni, morti e feriti. Abbiamo potuto accertarlo in parecchi casi.

Eppure i comandi militari israeliani sostengono che soltanto un’unità di artiglieria avrebbe fatto uso, per errore, di munizioni al fosforo bianco

Non è possibile, perché abbiamo riscontrato l’uso improprio di questa arma da nord a sud della Striscia di Gaza. Oltre all’utilizzo del fosforo bianco, vorrei inoltre sottolineare l’intenso fuoco dell’artiglieria sulle zone residenziali. L’artiglieria, anche quella tecnologicamente più avanzata, è notoriamente poco precisa, i colpi possono cadere in un raggio di decine di metri dall’obiettivo dichiarato. Lo stesso vale per i missili sganciati dai caccia F-16 usati da Israele nella sua offensiva aerea che non poche volte sono caduti lontani dai bersagli, senza contare che è stata presa la decisione (dai comandi israeliani, ndr) di bombardare case di militanti armati, un bersaglio apparentemente legittimo, quando erano presenti altre persone nello stesso edificio, come donne e bambini. Si tratta di un uso sproporzionato di forza che non può essere giustificato.

L’aviazione israeliana però in diversi casi ha lanciato volantini per avvertire la popolazione di un attacco imminente

Ma questi volantini sono spesso caduti in aree diverse provocando panico tra gli abitanti fuggiti in massa senza sapere dove andare. Lo stesso vale per le telefonate fatte solo ad alcune famiglie ma che hanno ugualmente messo in fuga centinaia di persone in preda al terrore, senza dimenticare quelli che hanno avuto le case colpite ma non avevano mai ricevuto un avvertimento. Noi non diciamo che tutte le azioni condotte dalle forze armate israeliane a Gaza sono state illegali, sappiamo che ci sono stati anche dei combattimenti (con palestinesi armati) e lanci di razzi su località israeliane, ma quando si colpiscono obiettivi chiaramente civili le autorità militari hanno l’obbligo di provare che avevano una ragione precisa per aprire il fuoco.

Quali saranno i passi che Amnesty International muoverà una volta che avrà ultimato il suo rapporto sull’operazione «Piombo fuso». Si prevedono azioni legali nei confronti di Israele?

Non appena avremo terminato il nostro rapporto lo presenteremo alle autorità israeliane e al Consiglio di Sicurezza dell’Onu. E’ prematuro parlare di azioni legali, rappresentano una fase successiva che sarà affrontata al momento giusto.