Home > Francia, ai prefetti il potere di imporre il coprifuoco

Francia, ai prefetti il potere di imporre il coprifuoco

Publie le mercoledì 9 novembre 2005 par Open-Publishing

Il primo ministro annuncia misure strarodinarie per fronteggiare le violenze nelle banlieues ma esclude l’intervento dell’esercito

Il governo ripristinerà i fondi per le associazioni che operano nelle aree in cui più forte è il disagio sociale

PARIGI - Coprifuoco ovunque sia necessario ma senza intervento delle forze armate. Queste le linee guida dell’azione del governo di fronte alle violenze nella banlieues parigine, esposte dal primo ministro Dominique de Villepin in un’intervista in diretta alla tv privata TF1.

"I prefetti - ha detto il premier - potranno, sotto l’autorità del ministro dell’Interno, applciare il coprifuoco, se lo ritengono utile per permettere il ritorno alla calma e assicurare la protezione degli abitanti". Questa possibilità, prevista da una legge del 1955, riguarda "l’insieme del Paese": i prefetti decideranno in quali aree, "all’interno dei territori di loro competenza", andrà applicato il coprifuoco. Una misura già adottata dal sindaco di Le Raincy, Eric Raoult. E che domani sarà autorizzata da un Consiglio dei ministri straordinario convocato dal presidente Jacques Chirac.

De Villepin ha definito "inaccettabili e senza scuse" le violenze nelle periferie parigine e ha garantito che la risposta delle autorità sarà "ferma e giusta". Pur riconoscendo che la situazione è "particolarmente grave", il premier ha escluso l’intervento dell’esercito, che pure era stato richiesto da qualche parte. "No - ha affermato - non siamo a questo punto".

"Ci sono 8.000 uomini già schierati è stato deciso ieri dal Consiglio di sicurezza interno presieduto dal capo dello Stato, Jacques Chirac, di richiamare 1.500 uomini della riserva in più, fra gendarmi e poliziotti. Voglio ringraziare il loro sangue freddo se abbiamo potuto evitare una catastrofe peggiore", ha proseguito il primo ministro

De Villepin ha attribuito la responsabilità dei disordini alle organizzazioni "criminali organizzate" che appoggiano le "bande di giovani, alcuni dei quali molto giovani, esclusi da società, famiglia e scuola". Questi ultimi, ha precisato, sono un "misto tra criminali veri e chi gioca a farlo e vuole alzare la posta". E ha rivolto un appello ai "genitori affinché possa tornare la calma". Il premier ha comunque escluso il coinvolgimento di gruppi islamisti: "C’è sicuramente un’inquietudine dell’islamismo, di un movimento radicale. Ma non credo che oggi sia l’elemento essenziale anche se non bisogna sottovalutarlo".

Il governo è "unito e mobilitato", ha proseguito, rispondendo ad una domanda sull’uso di parole come "feccia" (racaille) per i giovani delle banlieues, fatto dal ministro dell’Interno, Nicolas Sarkozy. "Quelli che distruggono - ha affermato de Villepin - sono dei delinquenti: non rispettano le leggi della Repubblica, la polizia li arresta e la magistratura li giudica".

Il premier ha quindi annunciato che il suo governo "ripristinerà i contributi" finanziari alle associazioni che operano nei quartieri in cui la situazione è più delicata, in cui è più alta la disoccupazione e con essa la povertà. Tali contributi, ridotti da quando la destra era tornata al potere nel 2002, andranno alle "associazioni grandi o piccole che sono a contatto con la quotidianeità per l’assistenza in materia di alloggi e istruzione".

"Dobbiamo fare in modo - ha aggiunto de Villepin - che la rete territoriale in queste aree sia viva, che permetta a ognuno di trovare sul serio il proprio posto, che consenta di instaurare il dialogo".

Per il segretario socialista Francois Hollande de Villepin non ha affrontato la "dimensione sociale" del problema e l’applicazione del coprifuoco deve essere limitata "nel tempo e nello spazio".

Proprio mentre de Villepin parlava in tv, a Tolosa è stato incendiato un autobus. E’ cominciata così la dodicesima notte delle banlieues francesi.

http://www.repubblica.it/2005/k/sezioni/esteri/periparigi1/villepin/villepin.html