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Freedom House, l’Italia peggio che mai nella libertà di stampa
Publie le martedì 2 maggio 2006 par Open-PublishingFreedom House, l’Italia peggio che mai nella libertà di stampa
Lunedì, 01 maggio 2006
Per il terzo anno consecutivo, il rapporto del 2005 sulla libertà di stampa nel mondo diffuso il 28 aprile e realizzato da “Freedom House” - una delle più prestigiose organizzazioni internazionali di monitoraggio dello stato della libertà - colloca l’Italia tra i paesi solo “parzialmente liberi”; nell’area dell’ Europa Occidentale, che il documento ritiene peraltro la regione del mondo in cui la libertà di stampa è in assoluto più garantita, l’unica altra pecora nera e la Turchia.
Il giudizio si basa su una meticolosa serie di parametri - anche economici, sociali e culturali - applicati a eventi accaduti nel 2005. Nel mondo, su 194 paesi, quelli giudicati “parzialmente liberi” sono in totale 54, pari al 40% della popolazione mondiale; 73 quelli ritenuti “completamente liberi”, equivalenti però ad appena il 17% della popolazione, e 67, con il 43% della popolazione, quelli “non liberi”.
Nel maggio 2004, la MISNA scriveva: “Freedom House’ - organizzazione con base a Washington fondata 60 anni fa da Eleanor Roosevelt e impegnata ogni anno, dal 1980, nella realizzazione di un dossier sullo stato della libertà di stampa nel mondo - nel suo ultimo rapporto ha constatato che il 2003 ha visto gravi deterioramenti della libertà di stampa perfino in Europa, non escluso il ‘caso italiano’.
Freedom House ha infatti degradato l’Italia al livello di paese “parzialmente libero” nel settore dei mezzi d’informazione, una categoria in cui non entravano paesi europei dal 1988 e che l’Italia divide ora soltanto con la Turchia.
Anche l’ultima ricerca del ‘Center for Public Integrity’, un centro di giornalismo investigativo con sede negli Stati Uniti, ha puntato di recente il dito sulla concentrazione del 90% dell’emittenza televisiva italiana (e del 93 % della relativa pubblicità) di fatto sotto un centro di controllo unico”.
Già nel maggio 2003, la MISNA aveva annotato: “L’organizzazione francese ’Reporters sans frontières’, rifacendosi anche ai casi dei giornalisti Enzo Biagi e Michele Santoro, (a suo tempo allontanati dai programmi della Rai dopo una presa di posizione del presidente del consiglio Silvio Berlusconi, ndr), appena pochi giorni fa aveva richiamato l’attenzione del mondo sull’anomalia italiana in cui almeno tutte le principali reti televisive appaiono più o meno direttamente controllate o controllabili dal presidente del consiglio.”
Il rapporto appena pubblicato afferma: “In 2005 media freedom in Italy remained constrained by the dominant influence of Prime Minister Silvio Berlusconi’s media holdings”.
Misna