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Fuoco-amico, 400 pallottole, licenza di uccidere Giuliana e..." l’Altro "?
Publie le lunedì 7 marzo 2005 par Open-Publishingdonna proletaria
femminismo, rivoluzione, comunismo
Fuoco-amico, 400 pallottole, licenza di uccidere Giuliana e ... " l’ Altro?"
postato da e.p.
Domenica 6 Marzo 2005 ore 04:24:52
All’oratorio ho visto 20 film dell’agente 007, l’istruzione di parrocchia sui servizi segreti.
Cerco di capirci qualcosa anch’io, con la mia cultura di parrocchia, la cultura dell’agente 007.
Il fuoco amico, 400 pallottole, la mano armata che vuole Giuliana morta, la giornalista senza bavaglio, antiamericana, compagna.
Voleva morti - il fuoco amico - anche gli amici del Sismi, gli amici di un tempo, invecchiati?
In Iraq, l’Italia ha una sua "tradizione informativa" risalente nel tempo.
Bagdad è piazza tutt’altro che sconosciuta al nostro controspionaggio militare.
Come Bassora, nel sud del Paese, dove nessuna mossa del regime sfuggiva al silenzioso network informativo sciita, sulle cui fonti il Sismi sapeva di poter contare (l’attuale Governo del Corano!)
Un frenetico lavoro con i servizi dei paesi alleati per preparare la strada al contingente italiano in missione di ’pace’, in partenza per l’Iraq.
Ventidue giorni gli 007 nazionali, infiltrati nelle aree metropolitane di Bassora, Bagdad e Kirkuk, dediti alle operazioni di ’intelligence’, attività sul terreno", "ricognizione", "anti terrorismo" su singoli sospettati, la caccia all’uomo, insomma, non solo la ricerca dei rapiti!
Dediti pure alla penetrazione nella struttura militare irakena, per ’rubare’ le informazioni, tant’è che la qualità delle stesse hanno sorpreso, direi, preoccupato, gli Usa, sospettosi verso la più imponente operazione di intelligence e coinvolgimento militare sul terreno che il Sismi abbia conosciuto nella sua storia recente.
Infaticabili, iperattivi gli 007 nazionali!
Bassora, sepolto nella sua villa-fortino "Alì il chimico", il generale cui Saddam aveva consegnato la resistenza di Bassora e dell’Iraq meridionale. Le informazioni che guidarono i caccia inglesi erano farina del sacco italiano, grazie agli amici sciiti.
Baghdad, la soffiata giusta, l’arresto di Abu Abbas, l’uomo del ’Terrore’ nei giorni dell’Achille Lauro.
’Scesi in campo’, gli 007, primi in classifica, come la squadra del loro presidente, Berlusconi!
Allo scoppio della guerra, il Sismi è stato in grado di comunicare in tempo reale informazioni che furono decisive nel teatro delle operazioni.
Il 20 marzo, alle 5,35 del mattino, Bagdad è stata investita dal raid aereo che segnò l’inizio della guerra. Sul reticolo della capitale irachena sono piovute bombe di precisione e missili Tomahawk lanciati da incrociatori e sottomarini Usa al largo del Mar Rosso e del Golfo Persico. Il Comando alleato immaginava una reazione irachena e fu il Sismi a indicarne luogo, tempo e modalità.
Il Sismi segnalò l’attivazione di batterie missilistiche irachene nell’area di Bassora. Informò dell’ordine di lancio e dell’obiettivo: Kuwait City. La controffensiva irachena fu spenta dalle forze anglo-americane all’origine, per le soffiate italiane! Non un missile raggiunse i suoi bersagli.
Le "fonti" e gli occhi del Sismi fecero il lavoro delle altre intelligence alleate, inglese, americana.
Videro quello che le colonne corazzate non riuscirono a vedere. Anche perché, lì dove non arrivavano le informazioni rubate agli stati maggiori iracheni, riescì ad arrivare la rete informativa sciita di cui gli italiani hanno guadagnato la fiducia.
"È stata una guerra di notizie. E questa volta noi le avevamo. Buone.
Perché c’eravamo. Notizie importanti, come quella che ci assicurava che i ponti minati di Bagdad non sarebbero saltati. Ma anche notizie minute, come la consistenza numerica delle colonne corazzate irachene arretrate dal fronte di Kirkuk verso Bagdad. Molte di queste notizie sono servite ieri. "Altre serviranno domani", dichiarò, con orgoglio, uno 007 non identificato.
’Notizie’ che spiegano le ragioni della richiesta americana di una prosecuzione dell’impegno militare italiano in Irak e l’insistita gratitudine al governo, al presidente del Consiglio.
Fino a 24 ore fa. Ora la solfa sembra essere cambiata.
Perchè 400 pallottole non erano dirette ’solo’ a Giuliana, ma a Calipari e ai suoi uomini.(1)
Che sia diventato troppo fastidioso - agli USA -, questo Sismi, con i suoi sbacciucchiamenti con gli sciiti, con il Governo del Corano, con la sharja?
Gli analisti del Sismi, gli informatori quotidiani del presidente del Consiglio, avranno informato Berlusconi, il presidente del Consiglio, il loro ’direttore’, del fuoco-amico? Possibile se ne siano dimenticati? Sono sempre così informati, di tutto!(2)
All’oratorio, ho visto anche ’Lo squalo’ ma non ero presente sul ’set’, non ho sentito Steven Spielberg dire: " Se riesco a farli credere a ciò che vedono per le prime due ore, crederanno anche al fatto che uno squalo addenti una bombola ed esploda come una raffineria di petrolio, crederanno a tutto quello che gli farò vedere in quei tre minuti, perché li avrò in pugno!”
L’ho saputo da grande, che aveva detto così, Spielberg sul ’set’, ma lo squalo assassino non mi aveva mai convinto, neanche da bambina.
Fonte: Repubblica, 23 aprile 2003, Così gli 007 italiani, in missione nel paese di Saddam, hanno aiutato sul campo l’esercito americano
1)Il direttore del Sismi Nicolò Pollari, visibilmente commosso, sta ricordando nella basilica di santa Maria degli Angeli la figura del suo collega Nicola Calipari. "Nicola era un uomo. Un uomo buono. Un uomo corretto. Un uomo leale. Un uomo intelligente. Un uomo provvido. Un uomo determinato. Sapeva quello che voleva. Sapeva dei rischi che correva", ha detto Pollari.
Calipari, buono, corretto, leale, intelligente, provvido...’al SISMI dal 2002. Forse non era il posto adatto per lui...
"Lo diceva anche Cossiga, uno che di servizi se ne intende: "Il Sisde e’ composto da un terzo di ladri, da un terzo di protettori di ladri e da un terzo di persone per bene messe da parte". "... tra gli addetti ai lavori si dice che dal servizio si esce davvero soltanto con i piedi davanti", Roberto Napoli, ex agente SISDE.
O anche con una pallottola, un colpo solo, mirato, alla testa, dal fuoco-amico?
2) Il SISMI dipende dal Ministro della Difesa al quale compete di:
– a) stabilirne l’ordinamento;
– b) curarne l’attività sulla base delle direttive impartite dal Presidente del Consiglio;
– c) nominare, su parere conforme del CIIS, il Direttore del Servizio e i suoi diretti collaboratori.
Compiti:
– a) è chiamato ad assolvere tutti i compiti informativi e di sicurezza per la difesa sul piano militare dell’indipendenza e dell’integrità dello Stato da ogni pericolo, minaccia o aggressione;
– b) svolge compiti di controspionaggio;
– c) comunica al Ministro della Difesa e al CESIS tutte le informazioni ricevute o comunque in suo possesso, le analisi e le situazioni elaborate, le operazioni compiute e tutto ciò che attiene alla sua attività.
Qualche amenità sul SISMI
Viaggio non autorizzato dentro i segreti dei Servizi segreti
Parla Roberto Napoli, ex agente del S.I.S.D.E.:
I servizi segreti italiani sono un elefante fuori controllo?
I soldi, le armi e persino una costosissima flotta aerea, il tutto fuori dal controllo dello Stato, con inquietanti conseguenze.
In questo articolo si cerca di fare un quadro dei discussi metodi di lavoro dei nostri agenti.
Esistono trecentomila dossier ufficiali, oltre un milione illegali.
’A Forte Braschi, sede del Sismi, ci sono quaranta postazioni di controllo telefonico. Eppure, nulla si potrebbe fare senza l’autorizzazione del magistrato.’
A disposizione dei servizi - unico caso al mondo - c’e’ una flotta aerea. I soldi circolano a volonta’. Tutto in nome della ’’sicurezza’’.
Ma al servizio di chi?
’’Che panico in ufficio quando non esce "Il Manifesto". I colleghi che spiano l’estremismo di sinistra cominciano ad andare da una stanza all’altra come anime perse. Se non leggono la rubrica degli appuntamenti, per quel giorno non sanno che pesci pigliare’’
Roberto Napoli, ex agente del Sisde diventato famoso per essere il contatto della famosa "fonte Achille", il servizio segreto civile lo racconta cosi’: confusione, pressappochismo, clientelismi: ’’lo diceva anche Cossiga, uno che di servizi se ne intende: "Il Sisde e’ composto da un terzo di ladri, da un terzo di protettori di ladri e da un terzo di persone per bene messe da parte". Da noi ogni anno salta un direttore del servizio. Ma i funzionari sono sempre li’. Sono loro la crosta da rimuovere. Invece, dopo la storia di Broccoletti e soci, hanno tagliato a caso, salvando i raccomandati e i culi di pietra’’.
"Il dossier "Achille"
Attenzione, pero’, a non raccontare gli apparati d’intelligence soltanto come luoghi dell’italico tira a campare. Proprio Napoli ha raccontato al pm bresciano Fabio Salamone di aver raccolto - su incarico dei suoi superiori - informazioni su Antonio Di Pietro e sugli altri componenti del pool senza nessuna giustificazione: ’’Ma se e’ per quello - spiega Napoli con disinvoltura - di informazioni ne ho raccolte su tutti i protagonisti della vita pubblica italiana. Il dossier Achille, dal nome della mia fonte, e’ lungo trecento pagine, e riguarda tutti i fatti importanti di questi ultimi anni. Se non ricordo male, la prima informativa di "Achille" riguardava un altro magistrato poi passato alla politica, Carlo Palermo. Ma ci sono notizie anche su Berlusconi e sui presunti rapporti di Marcello Dell’Utri con la mafia, o sull’affare Gemina. Di tutto un po’, insomma’’. Prima della scoperta del "dossier Achille", c’era stata la vicenda delle informative del Sisde custodite negli uffici romani di Bettino Craxi. Subito dopo e’ scoppiato l’affare Cogliandro, dal nome dell’ex ufficiale del Sismi che teneva in casa un fornitissimo archivio con dentro di tutto: dalle dettagliate informazioni su Ustica (trasmesse ai vertici del Sismi ma non ai magistrati), ai pettegolezzi sulla vita privata di Gianni De Michelis. Tutte vicende che hanno tenuto banco sui giornali per qualche giorno, ma che non hanno minimamente interessato i palazzi della politica, troppo distratti dalla crisi di governo e dalle intercettazioni telefoniche su Berlusconi e Di Pietro.
L’Ufficio Centrale Sicurezza
Cosi’ il ciclico dibattito sul ruolo dei servizi segreti e sulla loro effettiva utilita’ (soprattutto visto il rapporto tra costi altissimi e risultati mediocri o inesistenti) si e’ consumato tra gli addetti ai lavori. ’’Un dibattito che fa ridere - estremizza Walter Bazzanella, ai vertici fino al 1988 dell’ufficio Ucsi (Ufficio centrale Sicurezza), quello che sovrintende al rilascio dei Nos, i nullaosta sicurezza a persone o aziende che entrano in rapporto con le strutture militari - cos’altro deve ancora succedere perche’ i politici prendano atto del fatto che i servizi segreti, cosi’ come sono, recano solo danno al paese, e che vanno sciolti. Faccio un solo esempio: in Italia non si puo’ intercettare nessuno senza l’autorizzazione del magistrato. E allora perche’ a Forte Braschi, esiste una intera divisione Telecomunicazioni, la quarta, con ben quaranta postazioni per il controllo di altrettante linee telefoniche?’’.
Bazzanella ha 51 anni, e’ un ex ufficiale dell’aeronautica in pensione, corpulento e barbuto, ostinato come un mulo. Allontanato dal servizio nel 1988 per incompatibilita’ con i vertici dell’epoca, ha sostenuto battaglie contro i servizi su una piccola agenzia di stampa, "Punto Critico", oggi costretta alla chiusura. E’ stato querelato, denunciato per divulgazione di materiale segreto, persino arrestato. Fu lui a denunciare per primo l’esistenza dell’ufficio "K", una sezione supersegreta del Sismi, che l’attuale ambasciatore italiano all’Onu Paolo Fulci indico’ come il luogo di partenza delle telefonate della fantomatica "Falange Armata". Con dotte argomentazioni giuridiche Bazzanella sosteneva, tra l’altro, che l’Ucsi e’ un ente non previsto da nessuna legge. Oggi, inaspettatamente, la relazione del Comitato Parlamentare per i servizi di informazione e sicurezza gli da’ ragione: ’’L’assoluta discrezionalita’ e l’assenza di regole - si legge nella stesura finale del documento - hanno continuato ad essere i caratteri essenziali di questo ufficio, peraltro mai sottoposto finora ad un controllo parlamentare’’. Sembra uno scherzo: un organo dello Stato non previsto da leggi e non sottoposto a controlli, che occupa una intera palazzina di Forte Braschi, nel cuore dell’intelligence italiana, ma che non dipende dai servizi segreti.
Ma la faccenda diventa seria se si pensa che l’Ucsi e’ il luogo dove si concentra la massima mole di informazioni riservate esistente nel paese: i membri del Comitato parlamentare sui servizi hanno contato 308.000 fascicoli su aziende e privati cittadini. Informazioni raccolte dai carabinieri o da altre strutture investigative in base ad un formulario che prevede la raccolta di ’’...altre notizie che possano meglio lumeggiare la figura dell’interessato, comprese le cariche pubbliche ricoperte, gli ambienti, anche politici, frequentati, ed eventuali relazioni con persone controindicate che possano esercitare influenza o coercizione nei suoi confronti’’. Basta poco per entrare nel mirino dell’Ucsi: avere un figlio, un marito o un fidanzato che aspiri alla carriera militare, lavorare in una azienda che partecipa a gare d’appalto bandite da strutture militari, essere assunti in un ministero o in una azienda di qualche interesse per la sicurezza delle istituzioni (alcuni settori della Telecom o dell’Enel, o molti ministeri, ad esempio). Negli anni 70 bastava ostentare nella tasca del cappotto una copia del "Messaggero" per essere classificati "di sinistra" e schedati come "negativi". Oggi la discriminante la fanno i portieri dei condomini, che sono spesso la principale fonte di informazioni su moralita’ e buona condotta del cittadino sotto osservazione. Meglio tenerne conto, a Pasqua e a Natale, al momento delle mance.
I dossier "galleggianti"
Nel 1987, sotto la direzione dell’ex capo di Gladio Paolo Inzerilli, tutto l’archivio di Ucsi venne informatizzato. Riprodotti su pochi e maneggevoli dischetti, i fascicoli (all’epoca circa 250 mila) vennero copiati e trasferiti alla divisione Informatica del Sismi, la tredicesima. Trasloco quasi impercettibile in concreto, dal momento che Ucsi e tredicesima si trovano in due palazzine adiacenti di Forte Braschi, ma dagli effetti imprevedibili. In quel modo infatti le notizie raccolte per un ufficio civile che dipende dalla Presidenza del Consiglio, l’Ucsi, furono fagocitate in blocco dal Sismi, per usi non contemplati da nessuna normativa. Nel 1991 l’allora direttore del Cesis Paolo Fulci interruppe l’illegale collegamento tra gli archivi informatici di Ucsi e Sismi. Ma centinaia di migliaia di fascicoli sono rimasti, per sempre nella memoria di uno dei due mega elaboratori "3080" presi in affitto dall’Ibm Italia per la modica somma di venti miliardi, e ancora oggi utilizzati al 10% delle loro potenzialita’. Gli elaboratori dovevano infatti collegare tra loro gli archivi di tutte le sezioni del Sismi. Ma le divisioni piu’ importanti non hanno mai immesso sul circuito informatico interno i loro archivi. Ognuna delle sedici divisioni del servizio ha una sua segretaria riservata, con un protocollo per l’archiviazione di fascicoli. E ognuno ha la sua produzione di dossier riservati. Un calcolo preciso e’ impossibile farlo. Ma e’ possibile ipotizzare che circa un milione di persone, nel corso degli anni, sia stata schedata dai nostri infaticabili 007.Molto in voga al Sismi e’ l’abitudine di archiviare fascicoli particolarmente delicati non a Forte Braschi, ma in uffici di copertura dislocati in tutta Roma. Una parte delle carte di Gladio, ad esempio, risultava custodita nel 1991 in via del Policlinico 131, nella sede di un fantomatico "Ente Zolfi". Invece il Sisde, quando si interessa a personaggi su cui non avrebbe titolo per indagare, usa la tecnica dei "galleggianti": si apre cioe’ un fascicolo genericamente intestato a un certo affare, o ad una fonte, e poi si allegano ad esso i fascicoli "galleggianti" sul personaggio che interessa. Per questo motivo negli archivi del servizio non c’era nessun dossier intestato a Di Pietro o Colombo: e’ stato l’agente Napoli ad indicare al magistrato che le notizie sui magistrati del pool erano archiviate - almeno quelle scoperte - come "galleggianti" del dossier Achille.
007 e famiglia
Il Sismi ha sedici divisioni. Le piu’ importanti sono le divisioni Controspionaggio (prima) che si occupa di neutralizzare le spie dei paesi avversari; la seconda, nota ancora col vecchio nome di ufficio "R" (Ricerche Estero), da cui dipendono i nostri 007 all’estero. La media e’ di uno in ogni ambasciata, in genere sistemato sotto la copertura di addetto culturale. La Divisione Situazione (terza) si occupa di tenere i rapporti con i servizi stranieri, in particolari tedeschi, americani e israeliani. Qui lavorano gli analisti che ogni mattina presentano al presidente del Consiglio i rapporti sulla situazione internazionale (ricavati, salvo eccezioni, dalla lettura dei giornali stranieri piu’ autorevoli). Ci sono poi da segnalare la divisione Tecnico-Scientifica (quinta), la Sicurezza Industriale (ottava), che si occupa soprattutto di contratti e forniture di armi all’estero, la divisione Informatica (tredicesima). Esiste anche una direzione Sanita’, nata come infermeria e poi allargatasi su una intera palazzina con attrezzati laboratori di analisi, radiologia, cardiologia, ginecologia (al Sismi lavorano circa trecento donne), psicologia. Un piccolo ospedale che ha assunto nel corso degli anni decine di mogli, figli e amici dei dirigenti del servizio. L’assoluta discrezionalita’ delle assunzioni ha alimentato infatti un nepotismo senza limiti.Una pratica molto in voga, tanto al Sismi quanto al Sisde, e’ quella di dimettersi dal servizio per far entrare al proprio posto il figlio o la figlia. L’agente dimissionario continua in realta’ a lavorare con il servizio (vedi il caso Cogliandro) intascando compensi che vanno dai tre ai cinque milioni al mese come "informatore".
E’ per questo motivo che tra gli addetti ai lavori si dice che dal servizio si esce davvero soltanto con i piedi davanti. Su eccessi e sbavature del personale dovrebbe vigilare l’Ufficio Sicurezza, diretto fino al 1982 dal generale Pietro Musumeci, e sciolto quando si scopri’ che il capo era iscritto alla P2 e aveva depistato le indagini sulla strage di Bologna. Ma la divisione piu’ temuta, tra i dipendenti del Sismi, e’ sicuramente la decima, addetta al personale. I suoi archivi custodiscono i fascicoli personali di tutti e tremila i dipendenti attuali del Sismi, senza contare gli ex.[...] Il direttore della divisione Personale, tra l’altro, e’ l’uomo che firma le false tessere di polizia che gli agenti del Sismi - cosi’ come quelli del Sisde - utilizzano come "copertura". Fu esibendo una di queste tessere che un uomo del Sismi piombo’, confuso tra i poliziotti veri, in casa di Mario Ferraro, l’ufficiale del servizio morto suicida in circostanze dubbie, e porto’ via il telefonino e l’agenda del collega.
Il caso Ferraro
Il caso Ferraro e’ una di quelle storie di cui al Sismi tutti parlano a mezza bocca. All’interno del servizio era considerato un onesto e tenace rompiscatole. Tra il 1986 e il 1988, insieme agli uomini dell’Ufficio Sicurezza, condusse una indagine interna su una decina di alti ufficiali del Sismi corrotti, e li incastro’ intercettando (per altro illegalmente) le telefonate in cui parlavano di forniture gonfiate e tangenti in lingotti d’oro. Poteva essere un Sismigate in anticipo di molti anni sullo scandalo che ha poi travolto il Sisde; invece l’inchiesta fu soffocata tra le mura di Forte Braschi: i militari corrotti vennero promossi di grado e rimandati ai reparti di provenienza, i miliardi rubati non furono mai recuperati. Una lettera di Mario Ferraro, trovata dopo la morte, descrive con efficacia la guerra interna e le gelosie tra componenti del servizio. Ferraro teme di essere ucciso e fa i nomi di tre "mafiosi" all’interno del servizio: tra essi, quello del tenente colonnello Luca Rajola Pescarini, ex capo della seconda divisione del Sismi e grande esperto di Somalia.Nel paese di Siad Barre, una sorta di feudo craxiano, il Sismi si e’ sempre mosso con massima disinvoltura: tutti a Forte Braschi ricordano quando, nel 1990, gli uffici furono invasi da giganteschi caschi di banane somale. Era il ringraziamento di Siad Barre per la fornitura di computer e programmi operativi del valore di un miliardo, che il Sismi aveva regalato ai somali su incarico di Craxi. Una regalia che fa il paio, per disinvoltura, con la famosa "operazione Lima". Quella volta il Sismi, sempre sotto la gestione dell’ammiraglio Fulvio Martini, spedi’ uomini e materiali in Peru’, per allestire le misure di sicurezza intorno ad Alan Garcia, leader di quel paese e amico personale di Craxi. Per fortuna certe spese possiamo permettercele. I nostri servizi segreti sono tra i piu’ ricchi del mondo. Il Sismi, in particolare, e’ l’unico servizio segreto al mondo che possa disporre di una sua flotta aerea: cinque "Falcon", valore 150 miliardi, piazzati all’aeroporto romano di Ciampino e in grado di volare senza presentare alcun piano di volo. In nome della sicurezza, d’altra parte, ai nostri 007 si permettono molte cose: per esempio, sono i soli in Italia a poter utilizzare armi portatili di qualsiasi genere, bazooka compresi, non registrate da nessuna parte. E quindi utilizzabili al di fuori di qualsiasi controllo.
DI MICHELE GAMBINO-
tratto da:www.criminal.it




