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Dire che i prezzi aumentano perché diminuisce il cibo, o per cause climatiche, aumento della domanda o biocombustibili, è la menzogna dei media.
La produzione mondiale di cereali è cresciuta del 4,7% rispetto al 2006 e del 2,6% rispetto al 2005. E la domanda è cresciuta molto meno, del 2,9% rispetto al 2006 e del 4% rispetto al 2005. L’offerta resta superiore alla domanda, lo conferma anche l’andamento delle scorte che sono raddoppiate.
Le scorte ci sono, l’aumento di cereali è superiore alla domanda. Perché c’è un problema?
La causa abnorme che si dovrebbe affrontare è la speculazione in Borsa. E’ quella a provocare cinicamente l’aumento dei prezzi.
Coi Futures si scommette che un certo bene aumenterà di prezzo in futuro, il fatto stesso di scommetterci fa aumentare il prezzo di quel bene e produce un’onda al rialzo del suo costo. Se molti acquistano Futures sui cereali, il prezzo dei cereali aumenta, arricchendo gli scommettitori. Essi si arricchiscono sulla fame del mondo.
Alla base di tutto non c’è un fenomeno reale di scarsità di cereali, ma le operazioni degli scommettitori della Borsa.
E’ da tempo che la Borsa è impazzita e muove e brucia capitali immensi secondo un mercato "virtuale" avido e malvagio. E’ tutto un mondo artificiale che si contrappone al mondo reale e lo condiziona in nome dell’avidità finanziaria.
Il neoliberismo si rifiuta di moderare le ondate speculative estreme di questo universo di profittatori. Ma la fame è reale. La gente che fruga nei cassonetti per trovare cibo è reale
E insulta la fame il sindaco Alemanno che vuole multare i poveri. La fame non si multa. Il disagio economico di milioni di persone non si fa tacere con l’odio, le telenovele o la propaganda
Si sentenzia che chi brucia il patrimonio famigliare per il vizio del gioco sia interdetto, ma chi brucia il patrimonio di interi Stati e condanna alla fame miliardi di persone non è colpito da nessuna interdizione.
Il neoliberismo è questo. A morte il neoliberismo!
Gli Stati non sono tutti uguali, i piu’ ricchi crescono 4 volte piu’ di quelli piu’ poveri e li angariano imponendo la loro economia con le guerre e i diktat di organismi multinazionali a loro favorevoli, come la banca Mondiale o l’Organismo internazionale del commercio (WTO).
I paesi poveri hanno una popolazione che si nutre quasi esclusivamente di cereali, ma gli Stati più ricchi frenano le loro esportazioni e penalizzano le loro importazioni, allungando le mani anche sui loro servizi pubblici (come ha fatto l’Europa sull’Africa) e li costringono a un impoverimento crescente.
Il governo americano con i brevetti ha imposto il suo controllo su molti cereali (vd il riso basmati in India), dà sovvenzioni enormi ai suoi agricoltori e incrementa la produzione degli OGM per arricchire le proprie multinazionali. I contadini americani sono fortemente avvantaggiati rispetto ai contadini poveri del mondo. Possono esportare grano a prezzo inferiore, protetti dalle sovvenzioni dei loro governi, e impediscono ai produttori poveri di esportare i loro prodotti come caffè o cotone perché i dazi fanno salire i loro prezzi rendendoli non competitivi.
In una situazione simile di vantaggi e svantaggi, guidati dall’imperialismo dominante, parlare di libero mercato è solo una bestemmia. Non esiste nessun libero mercato. Esiste solo il mercato della forza, dove chi è più forte affama o uccide chi è più debole.
In tale quadro, gli organismi di difesa internazionale sono una buffonata, carrozzoni che mantengono se stessi. La Fao dovrebbe stabilire qual è il fabbisogno alimentare minimo, e gli organismi internazionali dovrebbero difenderlo, così come in ogni Stato dovrebbe difendere un minimo di sopravvivenza dei suoi cittadini (altro che multarli!).
I dazi e le regole di import/export così come le regole di quel mercato omicida che è la Borsa dovrebbero rispettare canoni minimi di sopravvivenza. Il gioco dell’avidità finanziaria non può restare incontrollato e mettere a rischio la sopravvivenza dei più.
La finanza costituisce il vero terrorismo del mondo.
In un pianeta dominato dall’avidità speculativa, il lucro è l’unica divinità a cui si inchinano governi, partiti e chiese.
Se la Terra fosse più giusta, governi, partiti e chiese opererebbero per la salvezza delle persone, non dei capitali. Invece essi fanno parte della classe degli speculatori che mantengono in vita il vitello d’oro e si piegano ai suoi interessi, noncuranti dell’aumento della miseria e della morte.
L’identificazione tra economia-politica-religione e lucro è impressionante.
La Chiesa cattolica non fa eccezione e lo abbiamo visto nell’enorme crack del Banco ambrosiano (Banca dello IOR- 8 morti- crack di 1200 miliardi di lire del 1982). E quanto il denaro non abbia odore, lo provano fatti inquietanti come il riciclaggio di denaro sporco della banda della Magliana (la più efferata banda criminale di Roma) operato da alti prelati con tanto di ringraziamento al loro boss che è stato sotterrato in una basilica come un santo.
L’economia si fa con la politica, la politica con la guerra e la sopraffazione, l’economia si fa con la morte, anche la religione diventa mercato di morte.
“Questa” economia neoliberista attrae a se tutto e diffonde morte.
E che un operaio anche la voti dice solo dello strazio dell’ignoranza che è male a se stessa.
Che a questo punto si parli di difesa della vita in relazione a una ragazza in coma da 16 anni, o del congelamento di migliaia di embrioni non si sa perché e non si sa per quanto, o che si parli di esportazione di democrazia in relazione all’aggressione del Medio Oriente, o delle guerre africane, diventa peggio che una menzogna, è una bestemmia contro Dio e gli uomini!
I comandamenti non sono 10, dovrebbero essere 11, e l’11°, il più terribile, dovrebbe ordinare: non vendere te stesso e la vita degli altri per interesse! Che una ruota di mulino schiacci la tua testa se oserai tanto!
Dal 2006 il costo dei cereali è raddoppiato.
Non basta dire che c’è stata una siccità in Australia e che Cina e India chiedono più carne o che è cresciuto il costo del petrolio.
Il costo del petrolio è diminuito di 46 dollari al barile, ma questo non ha migliorato gli squilibri indotti dall’avidità degli speculatori. Il prezzo della benzina non è diminuito e lo Stato ci avrebbe rimesso troppe tasse se gli avesse ordinato di seguirne il costo! Che Tremonti ci racconti la balla della tassa Robin Hood sui petrolieri e i bancari è una vergogna inaccettabile! Ha avuto la faccia di andare in Europa a dire che si doveva contrastare la speculazione in Borsa sul petrolio quando lui non ha fatto una mossa sulla speculazione italiana dei prezzi alla pompa o su tutte le altre speculazioni alimentari! E’ vergognoso!
Il prezzo del grano è diminuito!! Mentre il pane e la pasta hanno continuato ad aumentare! Siamo l’unico paese in Europa dove, dal cambio con l’euro in poi, non si è vista una sola misura di governo sul controllo dei prezzi! Dove il turismo è diminuito fino al 30% a causa del caroprezzi, dove la gente dà continui segni di malessere e disagio economico senza che nessuno muova un dito, dove a causa dell’aumento dei prezzi l’economia si sta addirittura fermando (le previsioni ci danno allo 0,1).
Ci raccontano che la filiera non è controllabile quando a volte consta di un solo passaggio controllabilissimo. Ci raccontano la balla del libero mercato quando poi questo è inesistente e dove lo stato vuole (vd Alitalia) lo Stato fa. E mettono tutto il sistema sotto la speculazione fondamentale di una Banca Centrale che è un ente privato ma domina la finanza collettiva e di una banca Europea che se ne infischia della miseria e aumenta le speculazioni dei potenti.
Accanto al mercato fasullo della Borsa hanno creato l’altro, altrettanto fasullo, delle valute.
Scrive Simone “la percezione che la gente ha nei confronti della moneta è una sorta di fede religiosa”. Ma su questo fideismo ed altri domina il controllo del potere.
Si crede dogmaticamente a ciò che i media ci ordinano di credere: che gli aumenti dei prezzi abbiano ragioni razionali (l’Espresso qui è vergognosamente identico a Panorama), si calca la mano su cause marginali sviando l’attenzione sulla falsità dei grandi interessi.
Basarsi sulla produzione, la domanda, l’offerta e il costo delle merci, credere che vi siano leggi di mercato, è del tutto fuorviante. Non siamo nel regno di Keynes. Non ci sono leggi matematiche o statistiche. Non esistono le leggi di un libero mercato. L’economia è una truffa.
Mercato delle merci, mercato delle valute, Borsa e manovre faziose dei governi prevaricatori sono tutt’uno. Siamo nelle mani di una cricca di speculatori cinici e selvaggi. Forse 200 persone ricchissime affamano il mondo per continuare ad allargare a dismisura i loro spaventosi capitali. Berlusconi è uno di questi. I G8 sono congreghe dove i reciproci interessi sono rinforzati sulla disgrazia del mondo. La Comunità Europea è questo.
Alla base di ogni singola banconota non c’è alcun controvalore in oro, né in altri beni e servizi. Alla base di ogni costo alimentare c’è la spregiudicatezza selvaggia di accaparratori.
Il valore del dollaro non è quello che dice. Gli USA rifiutano di riconoscere la loro recessione, il loro spaventoso deficit, il fallimento della loro economia e della loro politica imperialista. La Banca centrale americana continua a stampare dollari e a imporre al mondo il loro acquisto e non lo fa col libero mercato ma coi missili, col potere che ha nei grandi organismi economici internazionali, col suo mai discusso potere di veto. Che c’è di giusto in questo?
La speculazione innalza il costo del barile di petrolio. Ma sempre la speculazione lo abbassa, senza che si vedano effetti consecutivi sulla benzina e il costo delle merci.
Non c’è nessun ragione sufficiente che spieghi il carovita e l’immiserimento del mondo. Nessuna ragione che non dovrebbe essere portata davanti al Tribunale di Norimberga.
Questo è un crimine contro l’umanità.
Certo la relazione tra cibo e modi per produrre energia è forte.
La cosa infame è che la scoperta che dai cereali si potevano fare carburanti fu negata inizialmente dai media per ordine dei grandi petrolieri (vd in Italia gli sfacciati articoli di Quattroruote che dicevano i biocarburanti rovinavano i motori, c’erano anche dei bloggher incaricati su internet di diffondere sfiducia), ma appena le grandi compagnie hanno preso sotto controllo questo mercato, i biocarburanti sono diventati una realtà confermata. Così è la verità: quello che fa l’interesse economico del momento dei più potenti e quello i media diffondono.
Oggi i primi 2 produttori di biocereali sono Brasile e USA.
Lula dice che ha abbastanza cereali da garantire il cibo ai brasiliani e ha una quantità enormi di terreni ancora da coltivare, sia per il cibo che per l’energia.
L’UE vaneggia. Nel 2006 una Commissione Europea limitava al 25% i biocarburanti e ora, davanti al costo del petrolio, non sa che più dire. Un carrozzone che difende sempre e comunque i grandi interessi contro i diritti dei popoli.
Certo siamo destinati a vedere profondi mutamenti nei modi per produrre energia.
E che questo infame governo ripieghi su un improbabile nucleare è altamente indecente. Lo stesso problema dei rifiuti avrebbe potuto costituire una grande occasione, l’inizio di un radicale mutamento nello smaltimento dei rifiuti in grado di iniziare un riciclo che li diminuiva e li convertiva in energia, invece questi incapaci si sono limitati ad ammucchiare il pattume spostandolo sul territorio, aumentando le discariche inquinanti sotto protezione dell’esercito e ripiegando sugli inceneritori affidati ai soliti criminali.
Tutto si lega, ma nulla cambia se il filo che tiene tutto resta l’interesse personale a breve periodo di poche cricche, legate alla criminalità imprenditoriale e finanziaria, e non diventa mai il bene collettivo. E’ da questa grave falla che nasce la crisi della politica, una crisi che produrrà nel paese una caduta economica senza precedenti. Il caro prezzi è solo uno dei segnali del malgoverno imperante, contro cui non vediamo opposizione. Ma è la caduta di morale pubblica la rovina del paese.
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Da Masada n. 779
Messaggi
1. Futures e fame, 4 settembre 2008, 19:33, di Renj
Un bell’articolo dal contenuto "FORTE",condivido molto di quanto scritto .
Le nazioni non pensano agli affamati ,ma pensano ai propri interessi ed al potere .
Mi sono convinto già da tempo che le persone muoiono di fame non per mancanza di cibo ,ma per la speculazione sul cibo.
In Italia si distruggono milioni di quintali di frutta per poter vendere il rimanente ad un prezzo alto .Generando penuria non tutti si possono permettere di acquistare a prezzi alti ,questo vale per tutto il comparto alimentare .
L’ economia dovrebbe essere globale e risolutiva ,perchè "TUTTI GLI UOMINI SONO UGUALI ED HANNO PARI DIGNITA’ ".
Credo che solo Dio possa fermare questi mercanti di morte ,sia gli speculatori sia i governi che si intrallazzano con essi .
Renj