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G8/ TOCCAFONDI: A BOLZANETO AVEVAMO SACCHI DI PLASTICA PER MORTI
Publie le lunedì 15 ottobre 2007 par Open-PublishingIl dottore della Pp imputato, racconta
Genova, 15 ott. (Apcom) - Presso il Tribunale di Genova, presieduto da Renato Delucchi, è proseguita oggi l’escussione degli imputati. La seduta è stata dedicata al dottor Giacomo Toccafondi, uno dei 45 imputati di reati che vanno dalle lesioni, alla falsa testimonianza, all’abuso di potere e così via. Tutti fatti accaduti nella Caserma del gruppo Celere di Bolzaneto durante lo svolgimento del G8 del 20 e 21 luglio 2001.
Toccafondi come medico responsabile della Pp (Polizia penitenziaria) svolgeva in quella struttura trasformata in centro di detenzione le sue funzioni di sanitario. Il momento più drammatico della sua testimonianza è stato quando, nel raccontare la dotazione di cui era provvisto, ha ricordato che: "Erano stati previsti anche sacchi di plastica per eventuali morti".
Poi il medico ha risposto alle domande dei Pm e soprattutto delle parti civili. E’ da ricordare infatti che nel processo sono parti lese oltre 100 ex detenuti della struttura, tra cui alcuni stranieri.
Ed è proprio riguardo ad una straniera, in particolare la tedesca Anna Giulia Kuscau che le domande delle parti civili sono state più pressanti. Infatti la giovane tedesca era tra quelle detenute a Bolzaneto uno dei casi clinici più gravi: fratture della mandibola, persi due denti, lussazioni. "Indubbiamente era una lesione piuttosto importante, perché un trauma cranio-facciale può comportare a volte delle complicanze", ha testimoniato Toccafondi e ha aggiunto: "L’ho visitata almeno due volte, subito dopo che era arrivata dal Galliera dove era stata operata con l’inserimento di una protesi che tenesse ferma la mandibola fratturata".
Toccafondi ha poi ammesso che molti dei reperti da lui firmati erano realizzati in binomio (cioè un medico visitava e l’altro scriveva il referto) con la sua collega Sonia Sciandra, anch’essa imputata nel processo. Il dottor Toccafondi (oggi medico nel penitenziario di Pontedecimo a Genova) ha poi ricordato la continua presenza del magistrato Alfonso Sabella, incaricato di controllare la struttura. Sabella si divideva infatti tra il centro di detenzione di Bolzaneto e uno dei quartier generali di Forte di San Giuliano.
Infine, Toccafondi ha ribadito di non aver mai sentito insultare i detenuti, ma che anzi erano stati i detenuti in certi casi a insultare le guardie e lui stesso. E di aver subito anche lui un’aggressione. In terzo e ultimo luogo il medico ha sostenuto non solo di non aver visto alcuna aggressione verso i reclusi, ma ha specificato di aver visto solo di sfuggita le celle di detenzione (anche se ha ammesso che all’inizio aveva visto gli arrestati in piedi, faccia e braccia al muro e gambe divaricate ma solo in momenti successivi al loro arrivo) dato che aveva talmente tanti impegni in infermeria da non poter farvi molte visite.
Su una precisa domanda rispetto la mancata, secondo il legale di parte, terapia per una ragazza intossicata dal gas lacrimogeno, Toccafondi ha sostenuto che fu la stessa detenuta a rifiutare una iniezione secondo lui necessaria per curare la sintomatologia.