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G8, botte anche in ospedale. Nei sotterranei di San Martino pestaggi e sevizie
Publie le sabato 24 dicembre 2005 par Open-PublishingAl processo Diaz parla un no global spagnolo: "Avevo nove punti in testa, mi prendevano a sberle"
"Perchè nessuno ha visto nulla?"
di MASSIMO CALANDRI
PRESI a schiaffi, maltrattati, umiliati, manganellati, derisi dai poliziotti. Durante il G8 è successo anche all’ospedale San Martino. Ma tutti hanno preferito far finta di nulla, diventando complici con il loro silenzio di quelli che hanno calpestato le regole del diritto e della democrazia.
Come alla scuola Diaz, come nella caserma di Bolzaneto. A quattro anni e passa da delitti che in troppi cercano colpevolmente di rimuovere, c’è ancora spazio per sorprendersi, per indignarsi, ascoltando storie orribili ed inedite al grande pubblico. Ieri mattina, durante l’interrogatorio di un no-global di origine spagnola durante il processo per il sanguinario assalto alla scuola Diaz, si è scoperto che nei sotterranei dell’ospedale gli agenti menavano le mani e torturavano psicologicamente i no-global fermati - per altro illegalmente - nel corso del blitz all’istituto di via Cesare Battisti.
Medici e infermieri non erano mai presenti alle violenze, val la pena di precisare. «Ma secondo me c’era della complicità, in questo atteggiamento passivo: vi pare possibile che nessuno si sia accorto di nulla?», ha commentato ieri José Luis Sicilia Heras, rispondendo alle domande del pm Francesco Cardona Albini. Lo spagnolo, assistito dall’avvocato Emanuele Tambuscio, ha ricordato quando lasciò una stanza dell’ospedale - costretto su di una sedia a rotelle per una gravissima emorragia interna, con nove punti di sutura in testa - e già nell’ascensore cominciò ad essere preso a sberle ed insulti da un paio di poliziotti.
Altre sberle da altri agenti in un corridoio dei sotterranei. E poi flessioni sulle gambe, completamente nudo. «Non potevo neppure lavarmi il sangue dalla faccia. Battevano con i manganelli sulle brande, la luce era accesa giorno e notte e in pratica era impossibile dormire. Ad un certo punto mi hanno strappato la flebo dal braccio. E lo stesso trattamento lo hanno riservato anche agli altri».
Bolzaneto. Nel corso di un altro procedimento, quello relativo ai soprusi ed alle violenze commesse nella caserma di Bolzaneto, i giudici della terza sezione del tribunale penale non hanno ammesso nella lista dei testimoni (297 in tutto) il ministro della giustizia Roberto Castelli e quello degli esteri Gianfranco Fini. Definito il calendario per tutto il prossimo anno: due udienze fisse settimanali, il lunedì e martedì, oltre ad una serie di appuntamenti straordinari previsti in particolare nei mesi di marzo, maggio, ottobre e novembre.
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