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G8 di Genova, la Fnsi chiede 200mila euro per le violazioni alla libertà di stampa

Publie le venerdì 20 maggio 2005 par Open-Publishing

di be.mo.

La Federazione Nazionale Stampa Italiana si è costituita parte civile nel processo in corso a Genova a carico di 28 poliziotti, tra i quali alti dirigenti e funzionari delle forze dell’ordine, imputati per la violenta irruzione e i pestaggi nelle scuole Diaz-Pascoli la notte del 20 luglio del 2001 durante il G8. Per quell’irruzione la Fnsi chiede un risarcimento di 200 mila euro da destinare ad un fondo di solidarietà per la libertà di stampa.

In particolare il sindacato dei giornalisti italiani punta il dito sui danni morali e materiali subiti da alcuni giornalisti italiani e stranieri prima e durante l’irruzione nelle scuole. Tra questi l’inglese Marc Cowel e l’italiano Lorenzo Guadagnucci, tra i fondatori del Comitato Verità e Giustizia per Genova , uno dei 93 che il 21 luglio del 2001 fu assalito e picchiato mentre dormiva nella scuola Diaz.

Guaddagnucci, perché è importante questa decisione della Fnsi di costituirsi parte civile nel processo sulle irruzioni alle scuole Diaz e Pascoli?

«Di solito quando si pensa alla notte del 21 luglio di quattro anni fa si ricordano l’irruzione violenta e i pestaggi che furono compiuti dalle forze dell’ordine nella scuola Diaz. Però quella notte ci fu anche un’altra irruzione, quella nella scuola Pascoli, dove si trovava il mediacenter ossia l’intera sala stampa del Genoa Social Forum. Un’azione di una gravità estrema perché avvenne assolutamente senza copertura operativa»

Questo significa che l’irruzione alla Pascoli non era legale?

«Quando le forze dell’ordine entrarono alla Diaz lo fecero ufficialmente per fare una perquisizione e quindi avevano un mandato. Per l’irruzione nella Pascoli invece il mandato non c’era. La Pascoli era il centro di raccolta di tutti i giornalisti e mediattivisti che in quei giorni erano a Genova. Quando le forze dell’ordine entrarono non avevano alcun mandato eppure sequestrando materiali stampa come gli hard disc dei computer. Dalla Pascoli trasmettevano anche le radio ed è rimasta tristemente famosa la trasmissione di radio Gap che fu interrotta in diretta dall’irruzione. Insomma si trattò di un attacco intollerabile alla libertà di stampa per cui nessuno ha mai chiesto scusa nonostante che le stesse forze dell’ordine, in sede di commissione d’inchiesta parlamentare, dissero che erano entrate alla Pascoli per errore La decisione della Fnsi quindi è importante perchè è in difesa di un diritto fondamentale come la libertà di informazione che a Genova è stata fortemente attaccata».

La Fnsi si è costituita parte civile per l’attacco alla libertà di stampa e di informazione ma non ha fatto altrettanto il Comune di Genova...

«Lo scorso anno il Comune di Genova con il sindaco Pericu aveva detto che il Comune si sarebbe costituito parte civile per lo meno per i danni materiali: i pc all’interno della Pascoli erano stati dati dal Comune. Ma ancora non è accaduto niente. Pensiamo inoltre che il danno sia stato anche morale perchè adesso Genova è immediatamente associata ai fatti del G8. poi ci sono altri esempi come il Comune di Bologna che si è costituito parte civile nel processo per l’omicidio Biagi».

Pensi che sui fatti di Genova e sui processi in corso ci sia poca attenzione da parte dell’opinione pubblica e delle forze politiche?

«Quello che dal mio punto di vista reputo più grave è che il governo non ha mai fatto veramente i conti con i fatti di Genova, nessuno ha mai chiesto scusa. La sensazione è che la politica, tranne poche eccezioni, non sia interessata e abbia delegato totalmente la risposta a quello che successe alla magistratura come se si trattasse solo di una questione legale. Ma non è così: a Genova si sono sistematicamente calpestati i diritti fondamentali dei cittadini. Amnesty International, e quindi parlo di un’organizzazione internazionale e super partes, dice che ci sono tre condizioni fondamentali da rispettare quando in un paese accadono episodi di violazione dei diritti umani e civili: primo che si arrivi a una condanna penale dei responsabili, secondo che coloro che sono sotto processo siano comunque sospesi dai loro incarichi istituzionali, terzo che il potere politico condanni le vilazioni. In Italia, per Genova, nessuna di queste condizioni è stata rispettata e anzi semmai in alcuni casi queste basilari regole sono state ribaltate. Tant’è che molti dei funzionari delle forze dell’ordine che sono stati coinvolti nei fatti di Genova sono stati promossi e il potere politico ha spesso fornito copertura e giustificazioni a quanto accaduto».

La terza udienza del processo sulla Diaz è stata fissata per il 29 giugno.

http://www.unita.it/index.asp?SEZIO...