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G8 di Genova, la commissione d’inchiesta divide Rifondazione e Verdi dall’Unione

Publie le mercoledì 20 settembre 2006 par Open-Publishing

di Anna Laura Bussa

G8 di Genova, la commissione d’inchiesta divide Rifondazione e Verdi dall’Unione nuovi guai per la maggioranza

Roma. La proposta di legge per istituire una commissione d’inchiesta sui
fatti del G8, che oggi comincia il suo iter alla Camera, divide l’Unione.
Idv e Udeur annunciano voto contrario. Mentre nella Rosa nel pugno si
delineano posizioni differenti: con il capogruppo in commissione Affari
Costituzionali Angelo Piazza che anticipa il suo "no" e i colleghi di
partito Enrico Buemi, Daniele Capezzone e Maurizio Turco che invece
difendono l’iniziativa.

Gia’ da ieri il capogruppo del Prc in commissione Affari Costituzionali
Graziella Mascia, prima firmataria della pdl, aveva parlato chiaro: o
l’Unione dice se compatta oppure si pone un problema politico perche’
l’istituzione di una commissione d’inchiesta sulle violenze commesse in
occasione del G8 "era prevista nel programma di coalizione"
I centristi dell’Unione, pero’, puntano i piedi. Nessuno di loro ha
intenzione di riaprire una pagina scomoda per quanto riguarda il rapporto
politica-forze dell’ordine e soprattutto non vogliono mettere in campo
altri elementi di frizione con la Cdl.

"I socialisti - spiega Angelo Piazza (Sdi) - sono da sempre in prima linea
nella difesa delle garanzie e ribadisco a Graziella Mascia che proprio i
garantisti devono rispettare la regola istituzionale secondo cui spetta
alla magistratura accertare che singoli fatti configurino singoli reati e
responsabilita’ . Una Commissione di inchiesta si giustifica non per
accertare reati ma per compiere analisi politiche" Posizione analoga
quella del responsabile organizzativo Sdi Rapisardo Antonucci secondo il
quale "la commissione non va fatta perche’ c’e’ un processo in corso, non vi
e’ da indagare su nessun fenomeno sociale o economico e soprattutto non si
puo’ ammettere che per ogni processo si instauri un quarto grado di
giudizio in Parlamento"

Nella Rosa nel Pugno pero’ non tutti la pensano allo stesso modo. Capezzone
ad esempio sostiene che serve "la massima chiarezza» ma a tutto campo:
anche cioe’ sul comportamento dei manifestanti violenti. Mentre il
responsabile Giustizia Sdi Enrico Buemi dice `sa’¬Â’ alla commissione ("va
fatta chiarezza una volta per tutte") pur sottolineando che l’indagine va
limitata alle responsabilita’ politiche e amministrative.

Nello Sdi comunque c’e’ grande imbarazzo per le prese di posizione di
Piazza e Antinucci anche perche’ nella scorsa legislatura i senatori
socialisti Giovanni Crema e Cesare Marini firmarono una proposta di legge
dai contenuti identici a quelli del testo firmato dalla Mascia. Anche se
poi si fece solo un’indagine conoscitiva. "Ed e’ proprio sulla base di
quell’esperienza - insiste Mascia - che dobbiamo impegnarci per dar vita
ad una commissione perche’ si devono avere gli stessi poteri della
magistratura se si vuole accertare davvero la verita’ . In molti, infatti,
durante l’indagine conoscitiva si rifiutarono di rispondere e di
consegnare documenti"

"Quindi - dichiara con forza - la commissione va fatta ed e’ per noi del
Prc un punto irrinunciabile" Poi rivolgendosi al leader dell’Udeur
Clemente Mastella avverte: "Anche io potrei sentirmi non vincolata su
provvedimenti come la riforma dell’ordinamento giudiziario..." Come dire
che la compattezza della maggioranza potrebbe essere messa a dura prova
nel caso Udeur e Idv confermassero il proprio no.

Con il Prc si schierano i Verdi con Paolo Cento che parla di "priorita’ »,
l’Ulivo con Giovanna Melandri ed Ermete Realacci che ricordano come la
commissione rientri nel programma dell’Unione. Scontato invece il voto
contrario della Cdl. Ad eccezione della Lega che, rende noto il capogruppo
alla Camera Roberto Maroni, potrebbe dare il via libera nel caso la
commissione riguardasse anche l’attivita’ dei no-global.

Secolo XIX