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G8: ennesimo fallimento delle politiche dei potenti

Publie le mercoledì 19 luglio 2006 par Open-Publishing

Si chiude anche il summit russo dei G8, iniziato il 15 luglio. La politica internazionale e la crisi mediorientale hanno finito col prendere il sopravvento sulle problematiche che attanagliano la maggior parte dell’umanità:lotta alla povertà, istruzione, sviluppo e lotta all’aids. Il summit è fallito, lamentano movimenti e società civile, deludente anche ruolo governo italiano.

«Ancora una volta - dichiara da San Pietroburgo Vittorio Agnoletto , eurodeputato della Sinistra unitaria europea, già portavoce del Genoa Social Forum ai tempi del G8 di Genova - i capi di stato riuniti nel G8 cercano di nascondere il fallimento del summit dietro un’operazione di facciata: cercare il consenso delle popolazioni attraverso il rilancio della lotta all’AIDS e alle malattie infettive. Ma dietro i proclami non vi è nulla di nuovo. Non solo. Le decisioni tanto pubblicizzate e formalmente assunte lo scorso anno al G8 di Gleneagles sono rimaste completamente inattuate. Il debito estero ai Paesi africani non è stato cancellato e le casse del fondo Globale per la Lotta all’AIDS, alla TBC e alla malaria sono nuovamente vuote.

Gli annunciati finanziamenti per i vaccini rischiano di trasformarsi unicamente in un ennesimo regalo alle multinazionali che dovranno condurre le ricerche.Quelle stesse multinazionali che da oltre vent’anni realizzano guadagni immensi mantenendo alti i prezzi dei farmaci anti-AIDS grazie alle regole delll’Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO). Infatti gli accordi TRIPs (gli accordi WTO sulla proprietà intellettuale) garantiscono per vent’anni alle grandi aziende farmaceutiche il monopolio della produzione dei farmaci.

«Un solo accordo - continua Agnoletto - é stato raggiunto al G8: ed é destinato a produrre enormi rischi per la popolazione mondiale. Quello sul nucleare tra Bush e Putin. La Russia ospiterà gran parte delle scorie nucleari dei Paesi occidentali in cambio di una collaborazione tecnologica e di accordi certi, garantiti per tempi medio-lunghi. Viene rilanciato con forza un modello di società mondiale fondato sempre di più sulla crescita sfrenata dei consumi. Le conseguenze sono evidenti: l’ulteriore crescita del divario tra nord e sud e immensi rischi per le popolazioni del nord, esposte a tutte le possibili tragedie del nucleare
Dello stesso avviso alcune delle Ong presenti a S. Pietrpoburgo per il contro- Forum. La posizione dell’Italia al Summit di San Pietroburgo conferma la debolezza dell’iniziativa del nostro Paese per la lotta alla povertà nel mondo”. Questo il commento di Luca De Fraia, direttore della Policy di ActionAid International alla conclusione del Vertice dei G8

I documenti approvati dal Summit ‑ in particolare quelli sulle malattie infettive, sull’educazione e sull’Africa - offrono un quadro tutt’altro che convincente. Preoccupazioni che sono particolarmente vere per l’Italia.

“Dal Presidente Prodi non sono giunti segnali di quella inversione di marcia sulle politiche di lotta di povertà che è oramai necessaria dopo il declino degli ultimi cinque anni”, spiega Luca De Fraia. “Al Summit sono stati riconfermati gli impegni già presi, ma mancano chiare indicazioni sulla capacità del Governo di mantenere queste promesse”. Il caso degli aiuti internazionali è chiaro: Prodi si era impegnato a portare le risorse per gli aiuti dallo 0,15% del PIL del 2004 allo 0,7% entro cinque anni - spiegano ad ActionAid - ma al momento non c’è traccia di un’iniziava in questo senso. Anzi il DPEF per i prossimi cinque anni ignora questo impegno.

Delusione per l’atteggiamento del governo italiano arriva da parte di Sergio Marelli, portavoce delle Ong Italiane, che sottolinea come in questa occasione il nuovo governo non abbia sostanzialemente aggiunto nulla di nuovo rispetto alla politica del precedente.

http://www.amisnet.org/it/4732