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G8, inizia il processo per la Diaz, ma rischia subito l’interruzione

Publie le martedì 5 aprile 2005 par Open-Publishing

Inizia tra due giorni, ma rischia di venire subito rinviato, il processo a carico di 28 poliziotti accusati per il sanguinoso blitz nella scuola Diaz-Pertini, avvenuto la notte del 21 luglio del 2001 durante il G8, il giorno dopo la morte del giovane no global Carlo Giuliani e gli scontri più violenti nelle vie del centro cittadino.

Il presidente della terza sezione del tribunale davanti alla quale si terrà il processo, il giudice Bernardo Di Mattei, è stato infatti nominato procuratore capo a Imperia e quindi lascerà il collegio all’arrivo del decreto, mentre un altro componente ha maturato la pensione.

Il processo quindi, prima di poter entrare nel vivo, dovrà aspettare la nomina di un nuovo collegio, per cui i tempi potrebbero slittare a settembre, dopo la pausa estiva.

"Sembra proprio che questo processo non lo voglia nessuno - é l’amaro commento raccolto oggi in procura -. Siamo arrivati alla vigilia con un collegio da sostituire e senza sapere neppure in che aula verrà celebrato".

Come per gli altri processi del G8, sono comunque state predisposte tutte le misure di sicurezza per cui il palazzo di giustizia e le vie limitrofe saranno nuovamente blindate.

Ancora da decidere invece è la posizione del vicequestore romano Massimiliano Di Bernardini, nei cui confronti il gup Daniela Faraggi ha ordinato una perizia per appurare se è in grado di stare in giudizio. La posizione di Di Bernardini era stata stralciata dall’udienza preliminare, che ha portato a giudizio gli altri 28 poliziotti, in quanto il funzionario si trovava ricoverato in stato di coma per un incidente stradale.

Fra i poliziotti che andranno a processo figurano Francesco Gratteri, ex direttore dello Sco, oggi dirigente all’ antiterrorismo; Giovanni Luperi, all’epoca vice capo dell’ Ucigos, oggi all’antiterrorismo; Vincenzo Canterini, comandante del 7/o Nucleo Sperimentale di Roma; Gilberto Caldarozzi, vice di Gratteri durante il G8.

Le accuse nei loro confronti sono, a vario titolo, falsità ideologica, calunnia, lesioni gravi, violenza privata, danneggiamenti, perquisizione arbitraria, percosse.

Altri imputati di spicco sono Spartaco Mortola, all’epoca dirigente della Digos di Genova; Nando Dominici, capo della squadra mobile; Salvatore Gava, commissario capo; Filippo Ferri, dirigente della squadra mobile della Spezia; Fabio Ciccimarra, vice questore aggiunto di Napoli; Michelangelo Fournier, all’ epoca vice di Canterini; il vice questore romano Pietro Troiani e l’agente scelto Massimo Nucera. Troiani e Nucera sono i protagonisti dei due episodi più contestati dall’accusa: il ritrovamento nella scuola di due bombe molotov e il falso accoltellamento.

Gli ordigni erano stati trovati in un’aiuola di corso Italia durante gli scontri di piazza e poi furono - secondo i pm - trasportati nella scuola Diaz per giustificare il blitz. Dubbi sono stati manifestati dall’accusa anche per l’accoltellamento di Nucera da parte di un no-global rimasto sconosciuto, che sarebbe avvenuto all’interno della scuola Diaz.

L’altra fase di quella notte che verrà giudicata è l’ irruzione che i pm ritengono arbitraria nella scuola Pascoli, sede del centro stampa e degli avvocati del Genoa Social Forum. I reati contestati sono perquisizione arbitraria e violazione di domicilio commessa da pubblico ufficiale, violenza privata, danneggiamenti, peculato, percosse. Imputati di questi reati sono a vario titolo Salvatore Gava, romano, commissario capo; Alfredo Fabbrocini, commissario, originario di Napoli, e Luigi Fazio, sovrintendente capo, originario di Savelli (Catanzaro).

Nel processo si sono già costituite 97 parti offese, cioè i manifestanti picchiati durante il blitz della polizia, di cui 93 furono arrestati e poi prosciolti dai giudici. Gli altri quattro sono i no global feriti fuori dall’edificio e nell’irruzione alla scuola Pascoli, tra cui il giornalista inglese Mark Covell.

La decisione del rinvio dei 28 poliziotti è stata presa il 13 dicembre scorso, dopo sei mesi di udienza preliminare, dal gup Daniela Faraggi, e contenuta in una paginetta. Il giudice non aveva motivato il suo provvedimento, anche se la procedura le dava questa possibilità, e aveva accolto "in toto" le richieste avanzate dalla pubblica accusa, rappresentata dai pm Enrico Zucca e Francesco Cardona Albini.

Il gup inoltre aveva respinto le due ultime eccezioni di nullità, e la conseguente richiesta di trasferire il processo a Torino, carta più volte tentata dai difensori, ma sempre respinta. (ANSA).