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G8: nuove indagini sul magistrato che gestiva la caserma-lager
Publie le giovedì 2 marzo 2006 par Open-PublishingIl gip: "Bisogna controllare le tracce del telefonino per capire quando il giudice si recò a Bolzaneto e per quanto tempo vi rimase"
G8, niente archiviazione per Sabella
Nuove indagini sul magistrato che coordinava il carcere-lager
Il ricordo del generale Oronzo Doria: "Lo vidi nella struttura almeno quattro volte"
Udienza Diaz, gli avvocati dei poliziotti all’attacco della radio dei no global
di MASSIMO CALANDRI
«SUPPLEMENTO d’indagine» nei confronti del magistrato Alfonso Sabella, che durante il G8 genovese era il coordinatore dell’amministrazione penitenziaria. Il giudice per le indagini preliminari, Lucia Vignale, ha respinto la richiesta di archiviazione presentata dai pm Patrizia Petruzziello e Vittorio Ranieri Miniati, cui si erano opposti anche 63 no-global transitati per il "centro di prima detenzione" di Bolzaneto. «Occorre accertare - scrive il gip - , individuando le utenze telefoniche cellulari che furono in uso al Sabella tra il 20 e il 23 luglio 2001 ed acquisendo i relativi tabulati con la localizzazione delle celle attivate, quante volte Sabella si recò a Bolzaneto e quanto tempo, ogni volta, vi rimase». A distanza di quasi cinque anni, ci sono ancora alcune cose che non convincono il tribunale: l’allora coordinatore dell’amministrazione penitenziaria, già indagato, ha sempre infatti sostenuto di non aver notato nella caserma nessun comportamento violento, vessatorio o comunque illegittimo, spiegando di aver visto detenuti in piedi e con le mani al muro, ma ritenendo che si trattasse di un ordine impartito dai suoi uomini per un tempo strettamente necessario.
E’ credibile? Secondo la Vignale, solo «a condizione che la sua presenza nel sito sia stata non soltanto intermittente, ma anche, complessivamente di breve durata». Sabella - già pm a Firenze ed oggi giudice presso il tribunale di Roma - sostiene appunto di essersi fermato a Bolzaneto per pochissimo tempo: come avrebbe potuto altrimenti non accorgersi di quanto stava accadendo là dentro? E’ giusto questo il motivo per cui il gip chiede di scoprire - attraverso i telefonini - per quanto tempo Sabella sia rimasto in caserma. Anche perché ci sono dipendenti dell’amministrazione penitenziaria, e lo stesso generale Oronzo Doria, che ricordano: «Veniva tutti i giorni all’ufficio matricola», «Lo vidi nella struttura almeno quattro volte», «Era presente soprattutto a San Giuliano, ma nell’arco della giornata visitava spesso anche Bolzaneto», «Non stava in u
n punto fisso, girava per la struttura, comprese anche, a volte, le celle». Nelle 43 pagine di ordinanza, il gip Vignale ha bocciato due delle oltre cento richieste di archiviazione.
Bye bye, Berlusconi. Nel corso dell’udienza per il sanguinario assalto della polizia alla scuola Diaz, uno degli avvocati della difesa (Piero Porciani) ha chiesto che fosse messo a verbale il fatto che uno dei testimoni interrogati - un giornalista tedesco - si è presentato indossando con cappellino con la scritta «Bye bye, Berlusconi»: la scritta riporta in realtà il titolo di un film, girato a Genova e in Liguria nei mesi scorsi, presentato alla recente Festival di Berlino e che sta spopolando in Europa. «Siamo arrivati al «non nominare il nome di Silvio invano"?», ha commentato, abbastanza sconsolato, l’avvocato Stefano Bigliazzi. Nel corso del processo è stata ascoltata a lungo anche Anna Curcio, che come il giornalista tedesco era tra i 93 massacrati di botte ed arrestati illegalmente dalla polizia al termine dello sciagurato blitz del 21 luglio 2001.
La Curcio, imputata per associazione sovversiva in un procedimento aperto a Cosenza contro i no-global, durante il G8 genovese lavorava per conto di Radio Gap, un network che forniva servizi ed informazioni. Secondo i gli avvocati dei 29 poliziotti sotto accusa, che volevano utilizzare atti del procedimento cosentino, Radio Gap e la Curcio in particolare erano in qualche modo conniventi con le Tute Nere, cui avrebbero fornito informazioni circa gli spostamenti delle forze dell’ordine durante i disordini. Tema suggestivo ma senza futuro in questo tipo di processo, dove si parla di manganellate vibrate su soggetti indifesi, prove fasulle e verbali falsificati. La Curcio su certi argomenti si è avvalsa della facoltà di non rispondere, per il resto ha descritto - così come il primo teste - la drammatica dinamica dell’irruzione della polizia. Oggi nuova udienza.
lavoro repubblica