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GENOVA

Publie le martedì 18 luglio 2006 par Open-Publishing

Molti, dunque, sanno già benissimo
come sarà il morto di Genova. Si prevede
la faccia, la pettinatura, l’abbigliamento,
il curriculum. Tutti conoscono già - e si ripetono -
l’età, i precedenti, le frasi, le canzoni,
le predilezioni, gli affetti, gli effetti,
e su che ritmo stava
ballando in quel momento"
[Dal "rap" di Alberto Arbasino intitolato "Un morto a Genova", giugno 2001]

Si avvicina il quinto anniversario dell’assassinio di Carlo Giuliani,
nonché dei pestaggi, delle torture, dei fermi illegali al G8 di Genova. Il
quinto anniversario di Bolzaneto. La sfiga di morire d’estate è che
l’anniversario cade in piena aria di smobilitazione, con la gente al mare
etc. Stavolta, poi, siam pure campioni del mondo... Poo po po po po poo
po.... Non che morire d’inverno garantisca chissà che... Piazza Fontana è un
12 dicembre [sei mesi e sei giorni prima di Italia-Germania 4-3!].
Qualche giorno fa ci scrive Giuliano Santoro di Carta. Ci chiede se
scriviamo qualcosa per la rivista, il numero dedicato alla ricorrenza. Il
preavviso è troppo breve, non ce la facciamo, chiediamo scusa.
Però il tarlo rode, e rode, e rode. Poi capita di scaricare un video...
Carlo Giuliani fu ucciso da un proiettile con effetto "dum dum". Qualcuno
gli sparò in faccia, con traiettoria diretta. Lo dimostrano i filmati e le
fotografie, benché alcuni "periti" si siano inventati la storia del colpo
sparato in aria, deviato da un calcinaccio volante. Carlo Giuliani fu ucciso
da Mario Placanica, dicono. Un carabiniere ausiliario che stava nell’Arma da
sei mesi. A uno così darebbero in mano un’arma caricata con un proiettile
illegale? Secondo la versione ufficiale, sul Defender c’erano soltanto due
carabinieri. Eppure si vede un terzo uomo, o meglio: si vede un paio di mani
in più, che non si sa a chi appartengano.
Carlo Giuliani era ancora vivo quando il Defender dei CC passò sopra il suo
corpo per due volte. Un Defender vuoto pesa diciannove quintali. Pieno,
intorno ai venticinque. Questo Defender, però, doveva essere leggero, anzi
alato. Secondo le ricostruzioni dell’Arma (e di media compiacenti), era
"bloccato" e "a motore spento"... eppure si eclissò dal luogo del delitto in
cinque secondi netti. Si vede nei filmati. Un Defender che ci è sempre stato
descritto come "isolato" e "in balìa di numerosi manifestanti", a dispetto
di quanto si vede in tutte le immagini.
Carlo Giuliani era ancora vivo quando lo squadrone della morte (come
chiamarlo, altrimenti?) lo attorniò, scacciò tutti i testimoni, un
carabiniere lo prese a calci e qualcuno gli sbattè con violenza una pietra
sulla fronte. Un grosso ciottolo bianco, insanguinato, presente in diverse
foto accanto al corpo, e in seguito, puf!, scomparso.
Carlo Giuliani era ancora vivo quando un certo vicequestore (che pochi
minuti prima, per sua stessa ammissione, aveva scagliato sassi contro il
corteo di via Tolemaide, come un teppista qualsiasi: un vicequestore!) finse
di inseguire il primo malcapitato sbraitando: "Tu l’hai ucciso! Col tuo
sasso!". Prima di prodursi in questa scenetta, s’era assicurato che la
telecamera di "Terra!" (il programma condotto da Toni Capuozzo) lo stesse
riprendendo.
Insieme a Capuozzo, il primo giornalista ad accorrere in piazza Alimonda [
http://www.carmillaonline.com/archives/2006/07/001850.html#001850] ,
pochissimi minuti dopo l’omicidio, fu Renato Farina, vicedirettore di
Libero, nome in codice "Betulla", a libro paga del Sismi.
Carlo Giuliani era privo di sensi, spezzato, maciullato, ancora vivo. Ogni
nervo del suo corpo stava urlando inascoltato. Inascoltato, già
stereotipizzato, preventivamente irriso dalla satira del Potere, calunniato
col ghigno sulle labbra dal nuovo qualunquismo. Eh, ma stava per tirare un
estintore! Eh, ma si sapeva che c’era il morto, l’aveva scritto pure
Arbasino! Che banalità, farsi ammazzare dalle forze dell’ordine. Eh, ma sai,
questi "coglioni post-Seattle", questi qui che (sempre Arbasino dixit),
hanno "gli occhiali da sole globali, / i compact globali, i concerti
globali, / i rave e rap e hiphop e DVD globali, / i piercing universali
globali / tutti uguali...". Ma com’è arguto Arbasino! E che bei versi!
Glieli pubblica Feltrinelli, pensa...
[Che poi parti cospicue dello stesso movimento, nel biennio successivo,
abbiano fatto di tutto per corrispondere a stereotipi, beh, quella è
un’altra storia. Triste. Ne parleremo un’altra volta].
Molti degli accadimenti del G8 hanno dato vita a processi. Ma la morte di
Carlo è stata archiviata.
Circola un appello per la formazione di una commissione parlamentare
d’inchiesta sui fatti del G8. Una commissione che indaghi davvero, non un
comitato-burla come quello formato all’indomani di quei fatti.
Il testo è sul sito piazzacarlogiuliani.org [
http://www.piazzacarlogiuliani.org/carlo/index.php] . Firmatelo, fatelo
circolare.
Il 20 luglio Liberazione" avrà in allegato un dvd, "Quale verità per Piazza
Alimonda?". Nel video, Giuliano Giuliani commenta le foto e i filmati agli
atti del processo conclusosi con l’archiviazione. Archiviazione che appare
davvero incredibile, vista la verità che emerge da questi materiali. E’ il
video di cui sopra, quello appena visto. Merita una grande diffusione. Tante
cose, in Italia, meritano una grande diffusione, e raramente la ottengono.
Ma il giorno dopo quello scempio, il 21 luglio, a Genova eravamo in
trecentomila. E’ lecito sperare che la maggior parte di noi tenga viva la
memoria di quei giorni, e abbia ancora sete di giustizia.
Il video è già scaricabile in diversi formati, qui [
http://www.piazzacarlogiuliani.org/carlo/iter/veritadvd.php] . Con la banda
larga è più semplice, ovviamente. Comunque scaricatelo, fatelo girare.
E se volete dare una mano al Supporto legale
[http://italy.indymedia.org/controinchiesta.php]
...
http://www.wumingfoundation.com
http://www.carta.org/rivista/settimanale/2006/27/sommario.htm