Home > GENOVA: CRISI COMUNE - FERMIAMOCI !
La delibera di costituzione di parte civile del Comune di Genova nel processo penale contro i 26
manifestanti del G8 ha ormai assunto un significato che travalica l’atto amministrativo (e
politico), investendo direttamente non solo gli assetti della Giunta Comunale ma la tenuta della stessa
coalizione a Palazzo Tursi, come pure gli equilibri all’interno delle diverse anime dei partiti di
sinistra, e cio’ alla vigilia di una campagna
elettorale nazionale decisiva per il futuro del nostro paese, e di quella regionale altrettanto
importante .
Le ferite delle giornate del G8 sono ben lontane dall’essere rimarginate: non abbiamo ancora una
anamnesi ed una diagnosi ufficiali; per curare
anime ancora lacerate dalle violenze delle giornate di Genova è necessario fare chiarezza sulle
cause: le istituzioni, portavoce dei comuni sentimenti,
chiedano con forza l’Istituzione di una Commissione di Inchiesta Parlamentare che tolga il velo su
quanto successo alla caserma di Bolzaneto,
alla scuola Diaz, che ci spieghi il perché degli abusi a persone inermi e pacifiche compiute da
una polizia cilena, della sospensione dello stato di
diritto, della gestione dell’ordine pubblico, del motivo per cui in un paese democratico un vice
presidente del consiglio dei ministri possa diventare un possibile regista occulto dell’ordine
pubblico nelle manifestazioni di piazza.
Questa richiesta assume maggiore significato in un momento in cui è in atto un tentativo di
riscrivere la storia del G8: assolti dai vertici dello
Stato, in modo aprioristico, i dirigenti responsabili dell’ordine pubblico (addirittura promossi a
nuovi prestigiosi incarichi), indagati dai magistrati, dipingere una Città devastata dai cortei
dei manifestanti, anziché da gruppi eversivi, ad oggi non ancora individuati, tollerati e mai
contrastati dalle forze dell’ordine.
Se è vero, come è vero, che è stato perso il filo della discussione politica, non solo a Palazzo
Tursi, ma anche tra i partiti della coalizione,
se è mancato il confronto prima di assumere un provvedimento che i fatti hanno dimostrato non
essere solo amministrativo, perché mai non è possibile riscrivere quel provvedimento a più mani,
tenendo conto dei sentimenti diffusi di tutto l’associazionismo sociale che ha partecipato alle
giornate genovesi e di una Città che chiede ancora verità e giustizia ?
Come Verdi della Provincia di Genova chiediamo percio’ a tutti di fermarsi, di confrontarsi senza
pistole puntate alla tempia, in una partita che non<
abbia vincitori precostituiti, che non abbia vincitori, se non la città, che è stata violata -
non solo fisicamente ma anche moralmente - che si
attende verità e giustizia, quali minimi, ma necessari, risarcimenti civili.
Si incominci, insieme, a ragionare su come rappresentare i sentimenti diffusi ed offesi, ai futuri
processi per i fatti della Diaz e di Bolzaneto: le Istituzioni, e con esse il tessuto sociale
della Città, si propongano
quali parti offese nei futuri procedimenti penali, auspicando, fin d’ora, l’accoglimento di tali
istanze da parte dei giudici.
I Verdi, a tutti i livelli, locale e nazionale, continuano il loro impegno a fianco e dentro al
movimento, per fare emergere la verità sui fatti di
Genova, che hanno ferito profondamente la coscienza democratica del paese, e cio’ senza ovviamente
cercare aree di impunità rispetto a coloro che si sono
resi responsabili di violenze e danni.
Alessandro Benzi
Capogruppo dei Verdi in Provincia