Home > GLI SCANDALI FINANZIARI DEMOLISCONO IL MITO DELLA MODERNIZZAZIONE CAPITALISTA

GLI SCANDALI FINANZIARI DEMOLISCONO IL MITO DELLA MODERNIZZAZIONE CAPITALISTA

Publie le martedì 3 gennaio 2006 par Open-Publishing
1 commento

Editoriale di Radio Città Aperta

Il nuovo scandalo che si è abbattuto sul sistema bancario e finanziario italiano, è rivelatore di molte cose.

In primo luogo emerge come l’universo dei “furbetti del quartierino” sia in realtà un buco nero che sottrae risorse alla ricchezza sociale del paese prodotta dal lavoro. E’ noto infatti che la rendita finanziaria in Italia (soprattutto immobiliare ma anche finanziaria) sia pari più o meno a sette volte e mezzo il prodotto interno lordo. Ciò significa che per ogni euro prodotto dal lavoro e dall’economia reale, ci siano sette euro e mezzo di rendita dovuti alla speculazione vera e propria.

I Fiorani, i Ricucci, i Coppola e i Consorte, non hanno solo affondato le mani nelle tasche dei risparmiatori ma si sono appropriati di una ricchezza sociale creata da quelli che lavorano per ore nelle fabbriche, sui treni, nelle centrali elettriche, nei call center e negli uffici magari guadagnando settecento euro al mese.

In secondo luogo emerge come sia ambigua e suicida la connivenza dei DS con quelli che D’Alema chiamò nel ’99 i “capitani coraggiosi” ossia i Colaninno, gli Gnutti e i Consorte che diedero vita alla scalata della Telecom per poi rivenderla a Tronchetti Provera incassandone enormi plusvalenze.

L’idea che anche “la sinistra” dovesse partecipare ai fasti dei mercati e della speculazione finanziaria come omaggio alla modernizzazione capitalista, si sta rivelando non solo un boomerang ma anche una caduta di etica che, da sempre, deve rappresentare il valore aggiunto che la sinistra porta dentro la lotta politica.

In terzo luogo occorre sfatare un mito nefasto: quello dell’esistenza di un “mercato pulito” esente dalle speculazioni e dagli arrembaggi degli squali della finanza. Sono quantomeno ridicoli i tentativi degli editorialisti del Corriere della Sera o del Sole 24 Ore di dipingere quanto accaduto con il nuovo scandalo finanziario come una eccezione e non come una regola. Il sistema capitalista non produce mostri anomali ma mostruosità normate dai suoi spiriti animali. Tale sistema è, in alcuni suoi aspetti governabile (quando lotta contro il lavoro) ma non è normabile attraverso un sistema di controllo pubblico e neutrale. I fatti di questi anni ci hanno confermato quanto siano innocue e consolatorie le varie Commissioni Antitrust. Infatti i processi di fusioni e concentrazioni monopoliste sono andate avanti senza alcun intoppo sostanziale, sospinte pesantemente da quel processo di privatizzazione totale che ha avuto il suo apice proprio nel governo dell’Ulivo. Oggi uno dei protagonisti di quel processo - Mario Draghi - si appresta a diventare governatore della Banca d’Italia sostituendo Fazio caduto in disgrazia. Ci verranno a dire che Fazio era una eccezione sbagliata mentre Draghi sarà la norma. Solo gli ipocriti e gli stolti potranno crederci.

L’ondata di fango sollevata dallo scandalo Fiorani-Ricucci-Consorte rischia di travolgere alcuni protagonisti politici della Seconda Repubblica (incluso D’Alema), così come Tangentopoli schiantò quelli della Prima Repubblica. Ma il ceto politico post-tangentopoli non aveva annunciato la discontinuità con il ceto politico precedente? E quelli che seguiranno (e che potrebbero avere i volti arroganti, dalle molte facce e intriganti di Rutelli o di Casini) da cosa si “discontinuano” dagli altri se ne condividono in pieno la concezione amorale e antipopolare della modernizzazione capitalista?

Messaggi

  • "La "finanza rossa" ed il mondo cooperativo sono ormai perfettamente integrati nel sistema capitalistico. Pretendere da loro una "diversità" è un ragionamento ingenuo o forse solo ipocrita.
    Il capitalismo, che si prefigge come fine ultimo la ricchezza di pochi e la miseria di moltissimi, non può evere un’etica, intesa come finalizzazione del proprio operare al bene comune, e chiunque accetti di farsi cooptare all’interno del meccanismo non può non accettarne le regole e, quando serve, la distorsione delle regole. Il capitalismo USA , di matrice calvinista, si è dotato di un sistema di regole chiare e condivise e chi gioca con carte false viene pesantemente sanzionato. Il nostro capitalismo, di matrice catto-fascista, di rapina ed anche un pò straccione, è insofferente ad ogni disciplina ed è caratterizzata da una continua e feroce lotte tra bande : quella della finanza laico-massonica e quella catto-vaticana. Le scalate della "finanza rossa" si inseriscono in questo contesto ed pertanto del tutto mistificatorio attribuire a detta finanza da parte di certa sinistra ( o sedicente tale ormai!!) il possesso di una patente di correttezza e di "socialità". che giustifichi, sempre e comunque, il suo operare."
    MaxVinella