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GLOBALIZZAZIONE - Con l’unificazione delle tecniche poliziesche si chiude il cerchio della mondializ
Publie le venerdì 30 dicembre 2005 par Open-PublishingLa polizia egiziana ammazza a sangue freddo decine di profughi sudanesi, senza neanche un pretesto che valga a mascherare una finalità di mero "ripristino dell’ordine". Quei profughi vivevano per strada privi di tutto, di cibo, di vesti, di medicinali, privi ormai anche della dignità personale, marginali a qualsiasi processo sociale, forse persino "puzzavano". Borghezio e i suoi padani (cui il Parlamento italiano nella quasi totalità ha di recente tributato solidarietà) avrebbero certamente apprezzato le tecniche di ordine pubblico praticate dalle autorità del Cairo, rozze quanto si vuole ma efficaci.
Probabilmente i fuggitivi del Darfur costituiscono un problema reale per l’Egitto, paese che ha anch’esso le sue difficoltà economiche oltre che politiche, tuttavia il sistema di fare fronte a questo tipo di emergenze a suon di cariche e pallottole è mutuato di sicuro da certo decisionismo spiccio di marca occidentale, e specialmente nostrano, visto il G8 di Genova, vista Venaus, viste e ascoltate le strategie leghiste di bonifica dell’impianto relazionale. La piazza dove da mesi erano accampati i sudanesi ora è sgombra, la pace sociale (la "pulizia" forse, vero signor Borghezio?) è ristabilita, e poco importa se venti o trenta pezzenti ci hanno rimesso la pelle (o magari è meglio così, lei che ne dice, Borghezio?).
L’occidente, di cui paesi come l’Egitto sembrano ambire a diventare propaggine economica, si salva la coscienza con un paio di conferenze, con qualche appello del papa cui plaudono tutti, ma il Darfur ( che chi ci è stato descrive come un autentico inferno sulla terra) resta per le belle democrazie industriali niente più che l’ennesimo scannatoio fra barbari, per i quali c’è ben poco da fare di concreto (salvo, naturalmente, continuare a vendere armi di nascosto). In sostanza, sposando la logica neo-capitalista della mercificazione dei diritti, gli egiziani si sono limitati a eliminare il superfluo: chi non ha possibilità di vendere/acquistare resta estraneo al mercato, e in quanto tale è economicamente giusto (e quindi anche moralmente, in tempi di coincidenza diffusa tra i due ambiti) che venga soppresso. Si spenderà qualche parola di condanna, si sentiranno le solite recriminazioni dei paladini dei diritti umani e in due giorni nessuno se ne ricorderà più: in definitiva, meglio così per tutti! Poi qualche ditta di panettoni o di merendine organizzerà la sua promozione natalizia sulla base di un edificando ospedale in Darfur, e l’anima della nostra civiltà legalitaria, solidarista e cattolica andrà tranquillamente a nanna.
Il pensiero unico travalica gli oceani e le culture, le ideologie e gli assetti antropologici, sicché dei bambini e degli adulti massacrati al Cairo nessuno si sentirà direttamente responsabile. Del resto è così per la Cecenia, per Sarajevo, per l’Afghanistan... Tanto che alla fin fine il più coerente sembra proprio Borghezio, che almeno non si occulta dietro nessuna nauseante ipocrisia.
Ma c’è dell’altro, a special gloria del nostro esecutivo e del popolo che lo ha legittimato: ebbene, appena cinque minuti dopo questo pò pò di macello il ministro degli esteri (quel Fini del quale non è esagerato rimpiangere quando si dichiarava fascista) si è affrettato a convocare alla Farnesina l’ambasciatore del... no, non dell’Egitto per esprimergli lo sdegno e il raccapriccio degli italiani, ma del Marocco, per protestare e sgridarlo dei troppi disperati in arrivo via mare sulle nostre sponde! E del resto, se l’ottica è quella del mero tornaconto, della competizione per l’accaparramento del profitto (profitto elettorale, questa volta), come si può dargli torto? Gioca le sue ultimissime carte a caccia dei consensi perduti, sicuramente buona parte dell’elettorato di destra si aspettava da questa maggioranza di più (e dunque di peggio) sul fronte della presunta "lotta" all’immigrazione (e non a quella clandestina, ma all’immigrazione tout court).
Resta il dilemma di quanto e fino a che punto questa ottica malsana sia penetrata in profondità nel tessuto sociale: non sarà che anche certo elettorato di sinistra si aspetta qualcosa del genere? Di certo, non si può non rilevare come la terribile vicenda del Cairo abbia faticato in tutti i notiziari a trovare rilievo maggiore delle faccende della Banca d’Italia: il clima culturale (?) è ormai questo, neanche per l’indignazione collettiva, se non tocca direttamente un interesse, c’è abbondanza di spazio. Non si coglierà in questo il segnale di una mutazione genetica? Non sarà che il berlusconismo è riuscito a incarnare una democrazia perfettamente compiuta, attraverso l’identificazione, strumentalmente indotta ma completa, dei rappresentati col rappresentante?