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Grecia, la rabbia e la protesta
Scioperi. Il paese bloccato per oltre 24 ore. I lavoratori in piazza a difesa dei loro diritti contro le privatizzazioni
Carla Ronga
Uno sciopero generale ha paralizzato ieri tutta la Grecia. L’astensione dal lavoro ha bloccato voli, traghetti, treni, trasporti cittadini e tutto il settore del pubblico impiego del Paese. A proclamare la protesta sono stati i due principali sindacati ellenici - la Confederazione generale dei lavoratori greci (Gsee) e il sindacato degli impiegati statali (Adedy) - contrari alla politica economica e alle riforme del mercato del lavoro avviate dal governo conservatore guidato dal premier Kostas Karamanlis.
Per 24 ore hanno incrociato le braccia gli impiegati delle poste e delle aziende di servizi come la compagnia aerea Olympic Airlines, che ha effettuato soltanto un volo per ogni destinazione. Si sono astenuti dal lavoro anche gli impiegati statali, il personale del settore del trasporto pubblico e, per quattro ore, i giornalisti della carta stampata, delle radio e delle Tv. Anche le scuole sono chiuse mentre negli ospedali sono operativi solo i servizi di pronto soccorso.
A scaldare gli animi e la protesta ci sono la legge introdotta lo scorso dicembre dal governo sulle aziende statali; l’aumento della povertà (secondo le statistiche ufficiali il 25% della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà); la crisi occupazionale (ufficialmente l’11% della forza lavoro è disoccupata) e il carovita (nonostante il basso livello dei salari, la Grecia è incredibilmente il quarto Paese più caro in Europa secondo i dati forniti dall’Eurostat).
L’ultima legge del governo Karamanlis ha rappresentato un attacco frontale ai diritti dei lavoratori, dividendo questi ultimi in due categorie: quelli che continueranno a godere di alcuni dei "vecchi diritti" che il governo definisce "privilegi" (tutela contro il licenziamento, previdenza sociale, salari dignitosi, etc..) e quelli i cui stipendi saranno circa la metà degli altri e che non saranno protetti in nessun modo contro il licenziamento.
Con queste misure il governo sta preparando il terreno per la privatizzazione totale delle compagnie di proprietà statale come la Compagnia dell’Acqua (Eidap), il Comitato dell’Elettricità (Dei), le compagnie dei trasporti pubblici (Isap, Ilpap, Ose, Ethel) e molte altre.
Anche ieri, come d’altronde era già accaduto lo scorso 28 febbraio, i lavoratori sono scesi in piazza uniti nella protesta ma divisi dalle sigle sindacali: due le manifestazioni che si sono riversate in piazza Syntagma, quella sfilata sotto la sigla sindacale del Gsee e quella organizzata dal Pame (la componente interna al sindacato che fa capo al Partito Comunista greco - KKE).