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Vorrei fare una vignetta: B e Bossi (il famigertao duo B&B) in gabbia con corpo di gorilla, che si grattano in testa spaventati. E fuori il popolo libero che salta, schiamazza e ride. Questa e’ la gabbia che vorrei.
Siamo all’ennesima boiata leghista in odio e spregio ai meridionali e che B si accodi anche a questo e’ ripugnante. Forse Bagnasco, nel suo stile criptico e oscuro, o Napolitano, dall’alto della sua nullita’ superflua si degneranno di fare qualche accenno critico a chi l’apartheid la vuol fare su meta’ degli italiani, per la serie: se stai male cerchero’ di farti stare peggio.
L’unica speranza e’ che B, a forza di subire diktat leghisti, il ribaltone se lo veda fare dagli elettori.
Come si puo’, io dico, prendere la summa dei voti al Sud e poi penalizzarlo in questo modo becero e controproducente, premiando i capitali neri all’estero, derubandolo di 37 miliardi, imponendogli discariche e inceneritori, trascurando strade e ferrovie, graziando i suoi amministratori corrotti, riaprendo una Cassa del mezzogiorno fasulla che e’ sempre stata spartizione mafiosa, e ora, ciliegina sulla torta, imponendo salari differenziati tra Nord e Sud?
Il Sud, contro ogni bieco discorso alla Salvini, ha gia’ salari inferiori del 22%, in aggiunta alla miseria diffusa, i servizi inefficienti, la sanita’ disastrata, le tangenti, i pizzi, le banche che non gli danno credito e le assicurazioni piu’ care. Che altra colpa deve espiare?
Come se non fosse penalizzato abbastanza da uno Stato che non ci pensa nemmeno a perequarlo a un paese civile, arriva ora la bella pensata da cervello bacato delle gabbie salariali.
Perche’ queste si fanno in due modi: o rialzando i salari al Nord, o abbassandoli al Sud, ma sono entrambi trucidi e sciagurati.
Nel 1° caso meta’ dei dipendenti pubblici e privati nordisti godrebbero di aumenti di stipendi che spaccherebbero le gia’ gravate casse statali con un aggravio della spesa pubblico insostenibile, mentre chiedere a Confindustria di aumentare le paghe dei dipendenti in tempo di crisi e con migliaia di imprese sull’orlo del fallimento per contrazione del mercato e del credito, sortirebbe solo effetti disastrosi.
Se invece si pensa di ridurre i compensi al Sud, si rischia davvero la rivolta di Masaniello.
Per entrambe le vie B risulterebbe in pieno hara kiri.
Si puo’ permettere questo solo per aumentare i voti della Lega? Non credo proprio.
E i sindacati? Vedrebbero scippato duramente il loro potere e non resterebbe loro che riempire le piazze di gente infuriata.
Ammettiamo che questo sia pure un diversivo dagli appiccicosi scandali sessuali che immerdano B, l’impressione e’ che abbia cominciato a camminare su un filo.
E sotto c’e’ il baratro che lo aspetta.
Masada 968
Messaggi
1. Gabbie salariali, 12 agosto 2009, 10:48
Se le gabbie salariali sono la risposta qual’è la domanda?Che la vita costi un pò di più al nord è un fatto noto ma questo dipende dai maggiori redditi. Supponiamo di essere un barista e di dover "prezzare" una tazzina di caffè, come facciamo?Prendiamo il costo della materia prima, il costo della macchina suddiviso per il numero di tazzine che farà, il fitto dei locali, acqua, luce ed il costo del lavoro. A questo punto la tazzina costerà circa 50 centesimi a cui dovrà essere aggiunto il guadagno ma come detrminarlo?E’ chiaro che il barista dovrà essere attento a diversi fattori come ad esempio prezzo della concorrenza, vicinanza di altri bar ma quello più importante è quanto il suo cliente medio è disposto a pagare per il suo caffè. Logicamente un cliente più ricco non si accorgeà di dieci centesimi in più di ricarico mentre un impiegato di basso livello se ne accorgerà e cambierà bar o rinuncerà al suo caffè. Il bar sotto il mio ufficio fa pagare il caffè 60 cent, probabilmente se lo aumentasse a 70 non vedrebbe cali di ventite di caffè ma deve invogliare i clienti ad entrare e comprare cornetti ed altro a maggior costo ma la cosa importante è che se lo vendesse ad un euro nessuno più comprerebbe caffè o sarebbero in pochi. Molti bar a Milano vendono il caffè ad un euro ed anche di più nelle zone "ricche" perchè i clienti sono disposti a spendere di più per lo stesso prodotto in quanto hanno un reddito tale da poterselo permettere.E’ una legge di economia di mercato semplicissima e mi stupisco che grandi cultori di economia e difensori del mercato come Berlusconi e Tremonti non le conoscano.Ma allora a che servono le gabbie salariali? A cambiare le leggi di mercato? A far salire i redditi al sud?Ad aumentare il lavoro nel sud?Michele
2. Gabbie salariali, 12 agosto 2009, 14:56, di e = mc2
Esperienza di Finanza e Tesoreria posso affermare che il costo del denaro al Sud è più elevato che non al Nord e non solo per fattori di rischio.
L’Hot money, per esempio, altrimenti detto tasso Fiat, costa di più ad di sotto della Capitale.
Le case costano meno, ma non tanto, il pane anche, ma la frutta, per esempio costa uguale nel Sud se non di più.
Anche l’abbigliamento, per carenza di concorrenza e grossi Centri Commerciali, costa di più al Sud.
Rammentiamoci che con l’Euro si volevano pareggiare i prezzi nell’Europa e sappiamo tutti come è andata a finire, anche tra le varie Nazioni partecipanti.
Occorre dare più potere d’acquisto a salari e stipendi, oramai falcidiati, anche e sopratutto con politiche fiscali di detassazione oltre a perseguire, con il contrasto di interessi, la truffa oggi in vigore e far pagare le tasse a tutti; finalmente.
Come si conviene ad una Nazione civile!
Ma questo ultimo è altro tema; collaterale.
Insomma, prima di aprire la bocca e dargli fiato, anche con le gabbie salariali, occorre sapere di ciò che si parla; a meno che non si voglia incidere ancor di più con uscite da calura estiva per spaccare questa povera Penisola giò tanto disastrata di suo.
Finchè non sarà messa a tacere la Lega e questo Governo che premia i disonesti c’è poco da sperare.
3. Gabbie salariali, 13 agosto 2009, 03:35, di Nando
Nelle gabbie dobbiamo rinchiudere Bossi, Berluska, Brunetta, Sacconie ecc. Il sud è stanco di pagare ancora tutte le malefatte e il marciume vostro.La gente non è completamente scema!!Prima o poi si risveglierà dal coma.
4. Di gabbie salariali non si parla più. In compenso a finire in gabbia sono gli Statali, ma non tutti!, 15 ottobre 2009, 13:46, di http://liberalvox.blogspot.com
La finanziaria del 2008 stabilisce testualmente che "Le pubbliche amministrazioni non possono erogare compensi per lavoro straordinario se non previa attivazione dei sistemi di rilevazione automatica delle presenze". Norma questa sulla quale le organizzazioni sindacali di categoria non hanno sollevato alcuna osservazione di merito. Una situazione anomala, prontamente segnalata da Cisl FP, Cgil FP e Uil PA, sta tuttavia per verificarsi nel Ministero dell’Interno: è giunta infatti notizia che l’Amministrazione avrebbe intenzione di introdurre i "tornelli" soltanto per il personale civile dell’Interno con esclusione del personale di polizia, che peraltro, in palese contrasto con una legge dello Stato (articolo 36 L. 121/81), svolge le medesime funzioni burocratiche degli impiegati amministrativi. La norma non prevede esclusioni, e se venisse confermato tale orientamento si verrebbe a creare una ingiustificata ed ingiustificabile disparità di trattamento, come se quelle attualmente in essere non fossero già abbastanza! Non vi sarebbe invece nessuna obiezione se si volesse escludere il solo personale di polizia che svolge esclusivamente funzioni operative. Per bocca dei Segretari generali del pubblico impiego - Faverin, Podda e... Bosco (quest’ultimo un vero e proprio monumento in casa Uil: tutti cambiano, ruotano, se ne vanno, ma lui no, lui sta lì su quella poltrona da decenni!) - i sindacati hanno chiesto un incontro ai ministri Brunetta e Maroni per chiarire la corretta interpretazione della norma. L’avvento dei tornelli ha scatenato - no, non esageriamo - ha dato luogo a qualche flebile reazione. Su queste pagine si legge una lettera di una lavoratrice del ministero indignata per la “bella novità” costituita dall’avvento della rilevazione elettronica di ingressi/uscite. Ma quel che è più interessante leggere si trova nei commenti all’articolo stesso. C’è di tutto: dalle reazioni inferocite di normali cittadini che si indignano dei privilegi di fannulloni pagati dalle loro tasse, a segnalazioni di vere e proprie truffe perpetrate dalle “amichette” di dirigenti compiacenti. C’è chi maledice il ministro Brunetta e chi, invece, lo esorta ad insistere, anzi a licenziare la metà del personale. Ecco un paio di commenti che mi hanno particolarmente colpito:
1. «Badge, è questa la parola chiave. In inglese vuole dire distintivo, una plastichetta sempre delle stesso materiale: cloruro di polivinile. E’ la tesserina magica che da sola può dimostrare se davvero siamo in ufficio o non ci siamo. E allora esiste l’Angelo del Badge, quello che si presenta alle sette del mattino e ne infila cinque tutti in una volta: gli altri quattro colleghi possono dormire tranquilli. C’è la bellona che usa il badge del suo amico dirigente. C’è quello che ha la piccola ditta di infissi fuori dell’ufficio - il classico secondo lavoro - e che strizza l’occhiolino alla guardia giurata. C’è chi si è fatto amico l’autista del direttore, e allora via con il badge. In mancanza di tutte queste soluzioni, ce n’è un’ultima: studiare bene la planimetria del palazzo, ci sono gallerie, porticine segrete, corridoi nascosti, meglio di qualsiasi badge al mondo!»
2. «Gli impiegati statali non hanno “le palle” per farsi sentire, al massimo possono iscriversi a qualche sindacato nella speranza che questo gli tolga dal fuoco le patate bollenti: per la stragrande maggioranza degli italiani lo statale è un "inetto" che al di fuori della pubblica amministrazione non saprebbe cosa fare e di che campare! Lo Statale è uno scansafatiche e morto di fame per sua stessa volontà: non fa nulla per cambiare la sua frustrante condizione! Io con uno stipendio da statale… ci compro un paio di scarpe!!!»