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Gaza ancora in fiamme. Razzi dal Libano e soccorsi Onu sospesi

Publie le venerdì 9 gennaio 2009 par Open-Publishing

Gaza ancora in fiamme. Razzi dal Libano e soccorsi Onu sospesi

di Tommaso Vaccaro

Mentre sembrano sfumare sotto la pioggia di bombe israeliane le ipotesi di un’imminente tregua duratura nella Striscia di Gaza, si fanno sempre più tese le relazioni tra il paese ebraico ed il resto della comunità internazionale. Dopo le durissime parole usate ieri nei confronti d’Israele dal Vaticano per bocca del Cardinale Renato Raffaele Martino, il quale aveva paragonato Gaza ad un grande “campo di concentramento”, oggi è l’agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati della Palestina in Medioriente (UNRWA) ad accusare pesantemente lo stato ebraico.

L’organizzazione dell’Onu ha infatti annunciato la sospensione delle sue operazioni nella Striscia di Gaza a causa delle continue aggressioni subite dall’esercito israeliano. Proprio oggi, infatti, soldati con la stella di David hanno sparato contro un camion dell’Agenzia “perfettamente identificabile”, causando la morte di uno dei due conducenti. Insieme all’autista del mezzo, impiegato di un’impresa di trasporti collegata all’organizzazione umanitaria, da quando sono cominciati gli attacchi nella Striscia sono morti altri quattro lavoratori locali dell’organizzazione per i rifugiati palestinesi. “L’UNRWA ha deciso di sospendere tutte le sue operazioni a Gaza a causa dell’aumento delle azioni ostili contro le sue strutture ed i suoi lavoratori”, ha affermato Adnan Abu Hasna, portavoce dell’agenzia nella Striscia.

Ed anche il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon ha condannato oggi il mancato rispetto della tregua da parte delle forze armate israeliane, che hanno aperto il fuoco durante la “finestra” umanitaria di tre ore contro il convoglio delle Nazioni Unite.

In concomitanza a questo gravissimo, ma obbligato, passo indietro dell’Onu giunge anche la denuncia da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) di un rischio di collasso totale del sistema sanitario nella regione nel caso in cui non si assumano immediatamente misure opportune. In giornata si è espressa anche l’Ong “Medici senza Frontiere”, che ha qualificato la tregua di tre ore come del tutto “irrisoria” e ha sottolineato “le enormi difficoltà” incontrate dalle squadre di medici “per dare assistenza” ai feriti.

Il fronte libanese

Ma il timore più grande in queste ore di intenso lavoro di tessitura diplomatica, eseguito principalmente sotto la guida del leader egiziano Mubarak, è che il conflitto possa allargarsi all’area del Libano meridionale. Almeno tre razzi Katyusha sono stati lanciati questa mattina sulla Galilea del Nord e su Naharía, dal territorio libanese. Un’aggressione a cui l’esercito israeliano ha prontamente risposto con il lancio di cinque missili e con il sorvolo costante della zona.

Ma se in un primo momento tutti i sospetti erano ricaduti su Hezbollah, soprattutto dopo l’avvertimento che il leader del movimento filoiraniano libanese, Hassan Nasrallah, ha rivolto ad Israele (la guerra dell’estate 2006 è stata solo “un picnic” in confronto a quello che Hezbollah ha preparato adesso per far fronte agli attacchi del paese ebraico. Questa è in sostanza la minaccia), successivamente Tel Aviv ha definitivamente scartato l’ipotesi di una diretta implicazione del movimento islamico, nelle aggressioni odierne. D’altro canto, anche i portavoce di Hamas hanno fatto sapere di non essere coinvolti nelle azioni sul fronte libanese e che le proprie operazioni militari sono condotte esclusivamente nella Striscia. Non sappiamo - hanno inoltre precisato alle agenzie di stampa - chi ci sia dietro a quelle iniziative.

Le autorità militari israeliani attribuiscono a milizie palestinesi appostate nel Sud del Libano la responsabilità del lancio dei razzi. Un’ipotesi confermata anche dal Governo libanese il quale ha fatto sapere che dietro agli attacchi missilistici non ci sarebbe Hezbollah. Il primo ministro, Fuad Siniora, ha inoltre criticato fortemente le aggressioni contro Israele. Ma le misure di sicurezza sono state attivate. “Dopo il lancio di razzi da parte elementi non identificati, unità dell’esercito libanese in cooperazione con le forze dell’Unifil hanno preso le necessarie misure per portare la situazione sotto controllo e impedire ogni strumentalizzazione e porre in pericolo la sicurezza del Paese”, ha reso noto l’esercito in un comunicato diffuso dall’agenzia ufficiale Nina.

Gaza. Continua l’offensiva

Intanto Israele continua la sua offensiva militare a Gaza. Durante la notte, migliaia di persone sono fuggite dalla regione di Rafah, nel Sud della Striscia, dove l’aviazione israeliana ha bombardato vari tunnel sotterranei. Gli attacchi israeliani hanno colpito anche una casa di Yabalia nel Nord.