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Gaza, il lento inesorabile massacro del fuoco israeliano

Publie le mercoledì 7 gennaio 2009 par Open-Publishing

Gaza, il lento inesorabile massacro del fuoco israeliano

di Sameh Habeeb (da Gaza city)

A notte inoltrata ci è arrivato il report di Sameh Habeeb da Gaza City. Uno delle pochissime voci che continua a darci notizie di quello che sta realmente accadendo all’interno della Striscia, considerando che i confini sono blindati ed è stato vietato l’ingresso dall’esercito israeliano ai giornalisti indipendenti. Contattare Sahme è diventata un’impresa ardua, soprattutto per le linee telefoniche che funzionano a intermittenza.

E’ il panico totale e la paura è una componente costantemente presente tra la popolazione della Striscia che ora teme per la propria vita ovunque si trovi. Non ci sono più luoghi sicuri ed ogni momento, ogni piccolo gesto, ogni singolo spostamento potrebbe essere l’ultimo. Nessuno è al sicuro. Vi ricordiamo che Sameh Habeeb è un fotoreporter e giornalista freelance, attivista del movimento umanitario e pacifista, e collabora con l’agenzia Ramattan News che ha sede a Gaza City.

Gaza 11° GIORNO - A 72 ore dall’attacco via terra scatenato dell’esercito israeliano i morti sono saliti a 630, dei quali solo 190 appartengono alle forze di polizia e ai miliziani di Hamas, e i feriti superano quota 3mila, dei quali mille sono bambini. Ma poi vengono i dispersi, quelli morti per strada dei quali non si conosce neppure il nome perchè sono irriconoscibili, e quelli di cui si sono perse le tracce o sono rimasti sepolti dalle macerie delle case rase al suolo dai bombardamenti israeliani.
Oggi sono state colpite 11 ambulanze, 30 paramedici sono rimasti feriti e 7 sono morti.

Anche oggi il bilancio del campi profughi di Jabalia è drammatico. 5 morti e decine di feriti dopo i bombardamenti dell’artiglieria israeliana. La maggior parte delle abitazioni ancora in piedi sono pericolanti e così la gente cerca rifugio anche nelle scuole. Ma spesso la scelta si rivela fatale. A conferma delle 55 persone rimaste uccise durante il bombardamento israeliano alla scuola gestita dall’Agenzia delle Nazioni Unite dove centinaia di persone avevano trovato rifugio per scampare al massacro. L’edificio era stato segnalato ad Israele dalle autorità dell’UE, ma non è servito a nulla.

Al campo profughi di Al Shati 3 ragazzi si sono recati in un edificio scolastico alla ricerca di acqua potabile, ma hanno trovato la morte da un missile lanciato da un F-16.

Altri massacri si sono consumati nella zona sud est di Gaza, dove spesso più famiglie trovano riparo nella stessa abitazione. Un missile ha ucciso 12 persone tra le quali un neonato di sei mesi, e 7 bambini di età compresa tra i 3 e gli 8 anni. All’ospedale di Al Shifa è il caos totale, i feriti continuano ad arrivare incessantemente. E’ sufficiente rimanere al suo interno per capire a quale disastro umanitario stiamo assistendo e alle condizioni in cui versano i centinaia di feriti che spesso per mancanza di medicinali non possono alleviare gli atroci dolori. Al dolore fisico si aggiunge anche quello psicologico.

Arrivano migliaia di bambini traumatizzati. Chi piange senza sosta, chi sembra completamente assente da questa atroce realtà che li circonda. Non parlano più, non mangiano neppure quel poco gli viene offerto. La morte dell’anima, questa è la condanna per questi piccoli innocenti. Oggi 13 donne sono arrivate con i loro bambini in condizioni gravissime, colpite da una granata nel quartiere di Al Toffah. Assieme a loro tantissime persone provenivano da Al shijaya, una zona interessata da un micidiale bombardamento a tappeto.

Bombe anche al mercato centrale di Al Baurej dove sono rimaste uccise due persone.

Alla scuola Al Fakhora nel paese di Jabalia le bombe hanno massacrato 45 persone e ferite almeno 100 che ora versano in condizioni critiche. A Rafah 25 abitazioni sono state rase al suolo dai missili sparati dagli F-16. Ancora non si conosce il numero delle vittime, ma secondo gli abitanti del posto all’appello mancano almeno 70 persone.Vengono colpite anche le fattorie isolate nel nord della striscia. Un bambino e la madre sono rimasti ucciso dal colpo di una granata sparato dall’artiglieria israeliana, mentre il padre è ferito. Erano nella loro abitazione..

Le case dopo essere state colpite spesso bruciano con forte intensità, e quel che resta è terra bruciata.