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Gaza: per Pd e Pdl i morti non contano.

Publie le mercoledì 7 gennaio 2009 par Open-Publishing

Gaza: per Pd e Pdl i morti non contano.Vale più un incontro bipartisan

di Alessandro Cardulli

Avevano trovato rifugio in una scuola dell’Onu. Centinaia di sfollati da un campo profughi di Gaza si erano radunati nell’edificio e nell’area antistante che ospita una scuola gestita dalle Nazioni Unite. I palestinesi pensavano così di essere al sicuro. Sono morti, quaranta, cinquanta, ancora il numero non è preciso, i feriti sono molti di più. L’edificio è stata colpito da razzi lanciati da un velivolo israeliano o, dicono altre fonti, da due cannonate.

Bombardata anche un’altra scuola dell’Onu dove i morti palestinesi sono tre e alcune decine i feriti. Un portavoce di un’organizzazione umanitaria danese annuncia che tre cliniche mobili che portavano ben evidente il contrassegno “ Mobil clinic” sono state distrutte dalle bombe. Sempre oggi a Gaza è stata sterminata una intera famiglia, dodici sono i morti di cui sette bambini. Il portavoce della Croce Rossa internazionale, Pierre Krachenbuelh, annuncia che nella striscia di Gaza “la crisi umanitaria è totale, estrema, traumatica”. Siamo in attesa delle notizie che dovrebbero giungerci direttamente dalla città assediata, della corrispondenza eccezionale che ci viene inviata dal nostro amico, Sameh A.Abeeb, un giornalista, fotoreporter dell’agenzia Ramattan news che ha sede a Gaza. Le sue corrispondenze sono la testimonianza diretta di una tragedia. Sono l’unica voce che arriva da quel territorio dove ai giornalisti è proibito entrare. Sono il segno, come lui stesso ci ha detto, che è ancora vivo. Ma da quanto è filtrato da varie fonti, nell’attesa della corrispondenza di Sameh, ci si rende conto che siamo in presenza di un’altra tragica giornata. Che così non può continuare, che il mondo civile non può assistere, impotente per i veti di questo o quello, degli Usa ancora agli ordini di Bush, ad una strage di massa.

I dati ufficiali parlano di 573 morti ma il giornale israeliano, Haaretz parla di una cifra superiore ai seicento di cui più di cento sono i bambini. Ora sembra che al Consiglio di Sicurezza dell’Onu che si riunirà fra poche ore, il segretario di Stato Usa, Condoleezza Rice, opererà, ha detto, per “ aiutare una tregua”. In che modo non è dato sapere. Si muovono molto ministri e capi di stato inviati dall’Unione europea. Sarkozy fa la spola fra varie capitali arabe, annuncia che la “tregua può essere vicina” parlando ai soldati francesi di stanza in Libano. Poi fa precisare che ancora si tratta di un auspicio. Chi non si muove è l’Italia, come governo, come istituzioni, come forze politiche. La maggioranza, di fatto, approva l’offensiva di Israele, approva i bombardamenti, l’attacco di terra, la chiusura al passaggio dei convogli umanitari, l’uccisione di bambini palestinesi. Il ministro Frattini solo oggi si dichiara “preoccupato” per la sorte dei civili. Un po’ poco, a fronte di più di seicento morti. Canagliesche alcune dichiarazioni di esponenti di An e di Forza Italia.

Anche dal più forte partito di opposizione, il Pd, vengono segnali contradditori. Spesso ci si accoda alle posizioni della maggioranza, delle destre, che giustificano Israele che ha il diritto di difendersi da Hamas, dai terroristi che lanciano razzi contro i territori dove vivono e lavorano gli israeliani. Parteciperanno, tutti insieme, esponenti di maggioranza e opposizione, all’incontro bipartisan promosso dalla Comunità ebraica romana con all’ordine del giorno il tema: “Sostenere Israele, sostenere la pace” Ciò significa che chi sostiene l’offensiva israeliana sostiene la pace. E i morti palestinesi ? Qualcuno ne parlerà nel convegno? Forse no, visto che non è stato invitato Massimo d’Alema reo di aver sostenuto che con Hamas bisogna trattare. Dice l’ex ministro degli Esteri che l’iniziativa di Hamas di lanciare missili contro Israele “ è criminale e folle”. Precisa che non ha 2 alcuna simpatia per Hamas come per nessun altro fondamentalismo religioso, per poi affermare: “ Non si può distruggere un partito con la guerra, a meno che non si sia messo in conto di uccidere decine di migliaia di persone”. E come è noto i militanti armati del movimento fondamentalista islamico sono quasi trenta mila e il partito ha vinto le elezioni per il Parlamento e in numerose città. Per aver detto queste innegabili verità si è preso duri attacchi da parte della destra, della comunità ebraica e ha trovato largo eco nel Pd. Del resto lo stesso Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in una dichiarazione forse troppo affrettata, ha addossato ad Hamas la totale responsabilità di aver diviso i palestinesi rendendo tutto più difficile nel conflitto da tempo immemorabile in atto fra israeliani e palestinesi.

Se sono innegabili le “colpe” del movimento integralista palestinese è anche certo che non si può liquidare così un conflitto che ha alla sua base il rifiuto di Israele di ottemperare a numerose deliberazioni delle Nazioni Unite.

Azioni e reazioni di segno opposto hanno caratterizzato la vita in questa parte del mondo,ancor prima che Hamas prendesse forma e forza, che, oltre a far leva su un braccio armato, ha operato per costruire scuole, ospedali, centri di assistenza e che ha avuto largo consenso elettorale. Non siamo fra coloro che fanno la conta dei morti. Anche un solo morto è il segno di una violenza che respingiamo ma non si può tacere che i palestinesi uccisi sono circa seicento gli israeliani quattro. Così come non si può tacere sull’ipocrisia della nostra vecchia Europa. L’Unione non tratta direttamente con Hamas perché ritenuta un’organizzazione terroristica. Ma, come dice Javier Solana, alto rappresentante per la politica estera e la difesa dell’Ue, ci sono molti intermediari. “ molti amici-afferma -alcuni dei quali parlano anche con Hamas.” Aspettando i risultati del lavorio di questi mediatori intanto i palestinesi continuano a morire. In questa misera Italia non vale neppure il “ lavorio”. Volete mettere un bell’incontro bipartisan! Intanto i palestinesi possono continuare a morire.