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Gelmini esegue il programma della p2 : distruggere la scuola pubblica di massa

Publie le sabato 12 settembre 2009 par Open-Publishing
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LO SFASCIO DELLA SCUOLA PUBBLICA

E’ ora di mandare finalmente a casa i “vandali distruttori” che hanno occupato il governo della nazione, stanno saccheggiando e sciupando le risorse migliori, i beni culturali e materiali più preziosi, lo stato sociale, il ricco patrimonio di civiltà, i diritti e la legalità democratica del nostro Paese.

Costoro hanno scambiato lo Stato per un’impresa privata e l’hanno ridotto in brandelli, l’hanno straziato, svilito, oltraggiato. Più di tutti la Gelmini, un vero flagello della cultura, sta maltrattando e rovinando la Scuola Pubblica. Un’istituzione che era il vanto della nazione, pur avendo ereditato una scuola materna e una scuola elementare che erano considerate tra le migliori realtà pedagogiche del mondo, persino da parte degli esperti nordamericani, tanto cari ai fautori della “riforma”. Evidentemente, gli “acuti ideologi” del centro-destra sanno bene che la Scuola Pubblica svolge un ruolo fondamentale ed eversivo in quanto forgia personalità libere e potenziali ribelli.
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Messaggi

  • Tralascio la diatriba tra scuola pubblica e privata e cerco di capire i motivi del cambiamento di rotta:
    – la scuola privata vive, oltre che delle rette dei frequentanti, dei finanziamenti pubblici che creano, per forza di cose, un rapporto diretto tra politica e scuola, cosa che assolumante non è possibile nella scuola pubblica; quindi, le scuole private – per sopravvivere – devono accettare il controllo politico;
     la maggior parte delle scuole private è gestita da ordini ecclesistici: in questo momento di grande difficoltà del governo per la questione morale (e penale) del premier, incentivare le iscrizioni alle scuole gestite dalla Chiesa potrebbe rivelarsi un’ottima mossa strategica per imbavagliare il Vaticano;
     infine, chi ci guadagna dalle scuole private? Non i cittadini che pagano; non gli insegnanti che guadagnano molto meno dei colleghi che lavorano nella scuola pubblica; non ci guadagna l’istruzione, perchè la scuola privata non dà maggiori garanzie sulla qualità dell’offerta formativa; ci guadagnano i “padroni” – come direbbe il buon torba – ossia la base clientelare del governo e ci guadagna il governo.