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Genova 2001 L’abbiamo dimenticata?

Publie le venerdì 7 marzo 2008 par Open-Publishing

Liberazione 6 marzo 2008

DI Francesco “baro” Barilli

Cara “Liberazione”, ho letto i documenti del Cpn del 22 e 23 febbraio e il programma della Sinistra Arcobaleno. Non vi ho trovato traccia della commissione su Genova, tanto nei punti programmatici quanto nelle riflessioni dei documenti. Una campagna elettorale condotta forzatamente in tempi ristretti può spiegare la prima assenza, che pure resta discutibile, non certo la seconda, che è più grave e merita una riflessione.

Sono sicuro che ogni compagno, indipendentemente dalla collocazione nel dibattito interno al partito, in cuor suo sente Genova come una ferita aperta, da affrontare con la commissione e tutte le tematiche connesse: riconoscibilità delle forze dell’ordine in operazioni “di piazza”, trasparenza dei corpi di polizia e loro status di struttura di fatto separata dal controllo democratico, utilizzo dei gas Cs, eccetera.

Nonostante questo, ci si deve interrogare su motivi e conseguenze della rimozione del nodo Genova che, come un’onda lenta ma inesorabile, dopo aver attraversato il Paese ha investito pure Rifondazione. L’Italia è un paese strano, dove la magistratura è stata spesso criticata per ingerenze nella politica, salvo poi delegarle una ricerca taumaturgica della verità su questioni che la politica non sa o non vuole affrontare. Genova è un esempio: è stridente il contrasto tra le voci che negli ultimi mesi si sono alzate dalle aule dei tribunali – specie su Diaz e Bolzaneto, e pur sottolineando le ambiguità nell’azione dei giudici – e il silenzio che la politica ha opposto, fino ad arrivare alla sensazione che persino la sinistra guardi ad altro come priorità.

Altre volte ho paragonato Genova a un trauma, che ognuno ha elaborato a proprio modo: la rimozione è una delle possibili elaborazioni; in politica non la più nobile o indicata, ma non per questo meno frequente. Certo, travolta dalla creazione del nuovo soggetto politico unitario, dalle querelle identitarie – a cominciare dal simbolo, dalle tensioni di una base sfiduciata, Rifondazione può aver visto la discussione interna dispersa in mille rivoli, in cui è diventata irriconoscibile o peggio scomoda la memoria di Genova. Ma in politica ben poco è attribuibile al caso, e forte è la tentazione di pensare che a spuntare il G8 2001 dalle priorità sia stata la trattativa con altre forze che in passato si sono dimostrate meno sensibili alla questione.

Resta comunque che in questi giorni solo Italo Di Sabato ha ribadito, sulle pagine di “Liberazione”, di considerare doveroso per la sinistra rimettere Genova al centro della nostra azione. Sottoscrivo quanto ha detto, e sottolineo che molti compagni non hanno apprezzato che il partito, nella componente maggioritaria come nelle minoranze, abbia per ora “dimenticato” il luglio 2001. Per correggere il tiro, prima ancora di pensare se questo ulteriore elemento di sfiducia possa essere rilevante nelle scelte del 13 aprile, sarebbe sufficiente ricordare che Genova ci parla di tante cose, che potrebbero essere definite “resistenza”, ossia un valore che non potrà mai essere spuntato dall’elenco delle priorità, né per dimenticanza né per calcolo.