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Genova G8: «No all’archiviazione per gli agenti»

Publie le mercoledì 29 dicembre 2004 par Open-Publishing

«No all’archiviazione per gli agenti»

G8 Gli avvocati dei no global si oppongono alla richiesta presentata dai
pubblici ministeri

Un gruppo di avvocati difensori dei no global che si sono costituiti parti
lese nel procedimento per l’irruzione della polizia nella scuola Diaz
durante il G8 genovese, si è opposto alla richiesta di archiviazione di
una parte degli indagati. Richiesta che è stata presentata dai due
magistrati che hanno condotto l’inchiesta Enrico Zucca e Francesco Albini
Cardona al giudice per le udienze preliminari Danieta Faraggi. La domanda
di archiviazione era stata inoltrata lo scorso 17 dicembre e rigurdava 67
poliziotti, più altri 24 funzionari di polizia che invece sono stati
rinviati a giudizio per altri reati. La ragione principale che ha portato
i due magistrati a fare la richiesta, è data dal fatto che i poliziotti
indagati erano risultati irriconoscibili. Infatti i filmati li ritraggono
con addosso i caschi. Gli avvocati che hanno presentato l’opposizione
hanno chiesto che funzionari e dirigenti, accusati di lesioni in concorso,
vengano sottoposti a un riconoscimento personale. La stessa richiesta non
è stata avanzata nei confronti degli agenti semplici in quanto non è stata
appurata con sicurezza la partecipazione di ognuno di loro al pestaggio
dei manifestanti.

Tra gli alti dirigenti della polizia di Stato per i quali è stata
richiesta l’archiviazione ci sono Francesco Gratteri e Giovanni Luperi,
rispettivamente ex capo dello Sco e vice dell’Ucigos: tutti e due, però,
sono stati rinviati a giudizio per falso e calunnia. Il reato che secondo
i magistrati dovrebbe essere cancellato, riguarda invece lesioni personali
in concorso.

Gli avvocati Emanuele Tambuscio, Fabio Taddei e Michela Miraglia,
firmatari dell’opposizione, sostengono che questi poliziotti debbano
essere sottoposti a riconoscimento personale, in quanto numerose parti
offese hanno raccontato di aver visto, durante il pestaggio nella scuola,
anche persone in borghese con giacca e cravatta e quindi riconoscibili e
non con il volto nascoto.

«Non si comprende per quale motivo - ha commentato l’avvocato Emanuele
Tambuscio - non si è proceduto a effettuare il riconoscimento personale.
Si tratta di una procedura che viene normalmente adottata anche per
episodi molto meno gravi di quelli in questione: si usa anche per provare
un semplice scippo».

I difensori dei no global che si sono costituiti come parti lese, hanno
contestato anche le motivazioni utilizzate dai sostituti procuratori
Enrico Zucca e Francesco Cardona Albini per la richiesta di archiviazione.
Secondo i legali è stata usata una particolare "cautela" nei confronti dei
poliziotti indagati «per evitare di suscitare tensioni istituzionali».

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