Home > Genova G8: Panico alla centrale operativa

Genova G8: Panico alla centrale operativa

Publie le giovedì 18 novembre 2004 par Open-Publishing

Il giallo della "carica" in via Tolemaide

di Graziano Cetara

PROCESSO G8 Ricordate in aula le drammatiche ore che precedettero la morte di Giuliani

Imprecazioni dalla radio della questura: non dovevate bloccare le Tute bianche

L’ imprecazione di un poliziotto della centrale operativa della questura di Genova, registrata da un microfono lasciato inavvertitamente aperto, meglio non potrebbe fotografare i fatti avvenuti il 20 luglio del 2001 tra corso Torino e via Tolemaide: la carica di un battaglione di 190 carabinieri al corteo dei trentamila manifestanti del Genoa Social Forum, alla quale sono seguiti gli scontri che portarono all’uccisione di Carlo Giuliani in piazza Alimonda. «Nooo! Hanno caricato le tute bianche. Loro dovevano andare in piazza Giusti porco giuda e non in via Tolemaide».

L’imprecazione è echeggiata ieri mattina nell’aula del tribunale di Genova dove si celebrava l’ennesima udienza del processo ai 25 manifestanti, accusati delle devastazioni e dei saccheggi che si verificarono a margine del G8. In programma c’era l’audizione del vicequestore Mario Mondelli, in forze alla questura di Cuneo, che il 20 luglio 2001 era al comando del battaglione protagonista della carica al corteo no global. Si tratta del primo teste dell’accusa a essere sentito sui fatti di via Tolemaide.

«Si è trattato solo di una azione di contenimento e di contatto da parte dei carabinieri nei confronti dei dimostranti più violenti - ha sostenuto nel suo interrogatorio - la cosiddetta carica è stata solo un intervento difensivo per mettere in sicurezza il nostro personale e i manifestanti pacifici e individuare i responsabili dei lanci di oggetti contro la polizia».

In realtà il battaglione guidato dal vicequestore era diretto verso il carcere di Marassi, per sedare alcuni scontri segnalati via radio, quando si è fermato per rispondere al lancio di oggetti e caricare la testa del corteo. Mondelli ha anche raccontato che avrebbe dovuto con i suoi uomini a bordo di venti bloiattraversare le gallerie sotto la stazione Brignole. «Nel sottopasso però vidi troppi dimostranti - ha spiegato - per cui non ho ritenuto opportuno passare per quella strada».

Il poliziotto, rispondendo a una domanda dell’avvocato Emanuele Tambuscio, ha anche ricordato che gli era stato assegnato un poliziotto genovese come guida per arrivare a Marassi. «Ad un certo punto non l’ho più visto e dovetti arrangiarmi. Non mi sono mai trovato in situazioni analoghe a quelle vissute il 20 luglio a Genova.

Non ho mai subito attacchi così violenti. Anche se non diedi io l’ordine di lanciare lacrimogeni, ritengo comunque che sia stato opportuno». A dare l’ordine è stato il capitano Antonio Bruno, in servizio a Massa Carrara, dal quale dipendevano i carabinieri, anche lui ascoltato in tribunale.

secolo xix