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Genova G8: a gennaio udienza preliminare per le violenze a Bolzaneto

Publie le mercoledì 27 ottobre 2004 par Open-Publishing

27 gennaio udienza bolzaneto

de Elisabetta Vassallo

Genova. E’ stata fissata per il 27 gennaio l’udienza preliminare nell’ambito della quale si dovrà decidere il rinvio a giudizio per i 47 indagati per le violenze all’interno della Caserma di Bolzaneto durante il G8 genovese. Tra loro alti funzionari di polizia, medici e infermieri che dovranno rispondere di abuso di ufficio, percosse, violenza, falso ideologico, abuso di autorità. Il gip che dovrà esprimere il proprio verdetto è Maurizio De Matteis e le udienze sono già fissate per ogni giovedì e sabato, a partire dal 27 gennaio, sino alla fine di aprile.

L’inchiesta è quella che riguarda la caserma trasformata in un centro di accoglienza per i giovani no global arrestati. Gli altri numeri che emergono dalle indagine sono: 9 donne indagate, 150 parti lese, di cui 40 manifestanti che erano stati picchiati nella scuola Diaz. In tutto nella caserma di Bolzaneto passarono per medicazioni e riconoscimenti 600 persone. Le accuse sono pesantissime, tanto che i pm Petruziello e Raineri Miniati nella richiesta di rinvio a giudizio parlano di vere e proprie torture nei confronti dei detenuti. Tre sono le donne medico - tra i cinque medici indagati - con accuse pesanti. Come la suturazione senza anestesia, dello "strappo" di due dita inferto ad un fermato da un poliziotto.

Alcune agenti avrebbero invece tollerato le umiliazioni inflitte ad alcune manifestanti: lasciate nude, minacciate di stupro con manganello e percosse. O, ancora, uomini delle forze dell’ordine che avrebbero irrorato le celle con gas urticanti, costringendo i fermati ad accucciarsi e abbaiare come cani, subire colpi di manganello, nudi, sui testicoli, costole spezzate con pugni e calci. Tra i medici risultano i nomi di Giacomo Toccafondi, responsabile sanitario della struttura, Aldo Amenta e Sonia Sciandr. A Toccafondi i pm hanno contestato anche le violazioni della convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo.

Il funzionario che aveva il grado più alto nella caserma era Alfonso Sabella, oggi pm a Firenze, all’epoca dei fatti responsabile del Dipartimento di amministrazione penitenziaria, ma la sua posizione è stata archiviata perchè sarebbe stato presente solo saltuariamente in caserma e avrebbe delegato il controllo al generale Oronzo Doria, che allora era colonello. Altri indagati figurano il vicequestore Alessandro Perugini, Biagio Antonio Gugliotta, ispettore della polizia penitenziaria. Una svolta all’inchiesta, che portò a indagare il generale Doria, era giunta dalle dichiarazioni spontanee di due infermieri e di alcune guardie penitenziarie. Tra la polizia penitenziaria gli indagati sono tredici.

secolo xix