Home > Genova sei anni dopo

Genova sei anni dopo

Publie le lunedì 18 giugno 2007 par Open-Publishing
1 commento

Genova, G8 2001

Lo spiegamento di forze fu immane, una città blindata in modo orrendo per una delle riunioni più sterili, menzognere e prive di risultati della storia.

Fini andò nella caserma di Bolzaneto ed eccitò le forze dell’ordine al massacro, dicendo brutalmente che l’habeas corpus era stato sospeso e dovevano dare una lezione ai musi rossi da non dimenticarsela mai più, nessuno sarebbe stato incriminato o punito per aver picchiato dei “terroristi”, dovevano darci sotto e punire quei bastardi. E questo fecero: un massacro.

Si sapeva che stavano arrivando, specie dalla Germania, i famigerati back bloc, molti dei quali già schedati e ben noti alla polizia, sarebbe stato facile bloccarli al confine ma l’ordine fu di farli passare e lasciar fare il macello che volevano perché ciò avrebbe infamato i pacifisti, mentre si dovevano fermare i gruppi organizzati di contestatori italiani (come poi fu).

Il fatto che la manifestazione fosse totalmente disorganizzata e priva di qualsiasi servizio d’ordine (non c’era nemmeno quello storico della CGIL) avrebbe fatto comodo.
Agnoletto non seppe prevedere nulla, non aveva predisposto alcuna difesa, fu un portavoce debole e inadatto, forse si illudeva di vivere in un sistema democratico e non previde assolutamente la ferocia della polizia.

La polizia non sarebbe intervenuta nei casi di vandalismo dei black bloc, supportandoli con agenti travestiti che avrebbero incrementato gli atti di aggressione a cose, vetrine e auto.

Genova era una città rossa e doveva essere punita. Anche per la città doveva essere una lezione (fu tutto documentato dalle telecamere), la polizia avrebbe invece picchiato gli inermi.
Si sarebbero inventate delle prove false da esibire in tv (Vespa fu di grande supporto in questo mostrando spranghe e catene che la polizia stessa aveva procurato, e fece trasmissioni di pura eversione di Stato che non furono mai smentite da controinformazioni riparatorie) e la polizia avrebbe organizzato dei raid violenti di notte, come avvenne alla Diaz, procurando prove false e continuando con interrogatori-tortura di stampo fascista.

Si dovevano rastrellare più giovani possibili e vendicarsi su di loro distruggendo tutta la documentazione (foto, pc..) che provava cos’era avvenuto.

Il paese doveva credere a una verità ricostruita, complici anche il Tg3 e i giornali di sinistra. Per i fermati nessuna possibilità di tutela legale o di avvertire le famiglie. Tutti i principi democratici furono calpestati con una violenza programmata.

Tutto quello che avvenne lo sappiamo, non sappiamo come sono state tacitate le denunce che fioccarono da tutti i paesi europei, essendo molte vittime di altri paesi.

Fu una feroce rappresaglia fascista di stampo cileno, con la sospensione di tutti i diritti democratici, che resterà nella storia di questo paese come uno dei fatti più neri e cupi. Una carneficina programmata.

Molti partecipanti erano suore o anziani o brave persone sprovvedute che restarono traumatizzate dall’evento e non parteciparono mai più a cortei. I membri della Chiesa a Genova erano molti ma da allora preti e suore e molti cattolici si tennero fuori rigorosamente da ogni manifestazione anche sulla pace.

Il trauma fu enorme. Sul web girò molto materiale fotografico che mostrava cittadini inermi e anche deboli o giovanissimi o anziani massacrati dalla polizia senza aver fatto niente. La documentazione sulla violenza gratuita delle forze dell’ordine è gigantesca.
Amnesty valutò l’evento tra i più tragici di questo secolo. Disse che il Governo aveva violato in modo gravissimo i diritti umani.

La campagna di disinformazione dei media sollecitata dal governo Berlusconi fu indegna. Le foto e i filmati furono ricostruiti in modo da mostrare solo gli atti vandalici dei black bloc o da esagerare in senso violento e eversivo le innocue pagliacciate di Casarini che subì anche un processo grottesco in Parlamento, come fosse colpevole chissà di che mentre chi lo interrogava era il vero mostro(notare che con tutto il dispiegamento di forze che c’era, nessuno dei vandali effettivi fu bloccato o punito! Essi facevano comodo per alterare i fatti e fornire prove di vandalismo da attribuire in toto alla manifestazione).

I vari commentatori TV, compresi quelli del 3, si prodigarono per diffamare i pacifisti equiparandioli a vandali. Poi la direzione RAI vieterà tassativamente di mostrare bandiere arcobaleno in tv o di far parlare pacifisti, mentre i media si sarebbero adeguati a un linguaggio fisso che equiparava i black bloc ai pacifisti.

Il governo, per quanto i fatti fossero gravissimi, si oppose a qualunque commissione parlamentare di inchiesta.

Le indagini legali furono rallentate all’inverosimile mentre si spargevano calunnie: il povero ragazzo Carlo Giuliani fu presentato come un feroce terrorista e un drogato, la sua famiglia fu demonizzata.

Fu chiaro fin dall’inizio (foto e filmati non mancarono e tutto fu esaminato e riesaminato sul web, fu completamente ignorato dai media il poliziotto che infierì a calci sulla testa di Carlo morente), fu chiaro che il carabiniere Placanica non c’entrava per niente nella sua morte ed era stato preso come capro espiatorio per coprire un superiore che restò coperto, il povero Placanica fu ricompensato con una colletta di Libero che ne fece un eroe e gli procurò la ricompensa di 400.000 euro, per aver ucciso eroicamente un feroce terrorista, con tutto che la sua difesa era a carico dello stato, ma poi, come tutti i capri espiatori, fu buttato via e radiato dall’arma nel disinteresse generale, anche di quelle migliaia di cittadini di destra che gli avevano mandato tutti quei soldi. Che fosse una vittima anche lui fu chiaro da subito e il fatto lo ha lasciato segnato tutta la vita. Fu messo in congedo assoluto e non trovò più un impiego.

Che le prove (il rimbalzo sul calcinaccio ecc)fossero grottesche sarebbe apparso evidente anche a un ritardato mentale, ma la gente crede quel che vuol credere e più è assurdo più lo crede. Il fideismo peggiore non è nemmeno quello religioso ma quello politico. E’ come se ci fosse un enorme piacere a bersi il cervello. Credo perché è assurdo. Quale piacere più grande?!

Si usò la vittima in modo indegno e ci sono ancora fanatici che attaccano Carlo come un soggetto pericoloso, mentre era solo un povero ragazzo che si vide buttare addosso un idrante e lo respinse con gesto automatico. Passò in 2° ordine che quell’idrante fosse stato raccolto a un distributore proprio da quella camionetta, proprio da quei carabinieri, e partisse proprio da loro.

Poi l’omertà coprì ogni cosa.

Fini non fu mai condannato per il suo gigantesco crimine contro la democrazia. Lo punirà Dio. E così Berlusconi.

Metà degli elettori italiani ha continuato a bersi le loro bugie e a votarli e va persino ad applaudirli in piazza con stand ovation da stadio come fossero dei liberatori.

Ora qualcosa comincia a uscire da un’inchiesta rallentata al massimo, ma sono passati 6 anni. La gente è stufa di sentir parlare di queste cose. Chi non ha fatto ammenda non ne vuole sapere mezza di fare dei processi a ciò che è stato. Chi ha voluto credere a delle spudorate menzogne continuerà a crederle.

Troveranno il modo per non mandare in carcere nessuno dei responsabili.

I politici che parteciparono a queste efferatezze sono tutt’oggi applauditi in Piazza San Giovanni al Family Day delle brave famiglie cristiane. Padre Duilio su Radio Maria sta bene attento a non sollevare il caso e continua a incitare i suoi fedeli a votare Berlusconi.
Alla Chiesa basta avere dei compensi economici ed essere lasciata indisturbata nel suo reggimento della sessualità e della famiglia. La pace è una parola generale nei discorsi di pragmatica, presente ma inefficace, per cui nessuno vuol fare realmente qualcosa.
Il Governo Prodi spende 42 miliardi di euro in armi e compra altri cento aerei militari dagli USA a cento milioni di euro l’uno.

Una coltre di opportunismo, ipocrisia, maligna soddisfazione, collusione e ignoranza grava su questo disgraziato paese, dove chi uccide libertà e giustizia viene ancora chiamato democratico e ha ancora la faccia di presentarsi alle elezioni.

I fatti di Genova furono una delle pagine “nere” più inquietanti della storia della Repubblica e i diretti responsabili non sono mai stati puniti né lo saranno mai, essi hanno potuto fare le mostruosità che hanno fatto, calpestando i più elementari diritti umani e i basilari principi di ogni democrazia, non sono incorsi nel rigetto popolare. E come reazione dai cittadini non sono mai stati messi alla gogna per i loro misfatti, sono sempre lì e, grazie all’inettitudine della sinistra, saranno i vincitori delle prossime elezioni.

Il crimine paga.

500 persone furono torturate.

Ci fu un morto.

Una città distrutta con la polizia che stava a guardare.

Migliaia di persone pestate, feritem traumatizzate che non sporsero denunzia.

Un regime di stampo fascista che mostrava il suo cuore nero, affossando questa repubblica.

La Costituzione a pezzi.
Ma la vita continua. Come se nulla fosse avvenuto. E i carnefici godono.

“250 denunce nei confronti di esponenti delle forze dell’ordine per lesioni sono state archiviate (nonostante la magistratura avesse ritenuto effettivamente avvenuti molti dei fatti in questione) per l’impossibilità di identificare gli agenti responsabili.
C‘è un elevato rischio che tutti i procedimenti che riguardano gli esponenti delle Forze dell’Ordine e parte dei reati di cui sono accusati i manifestanti finiscano in prescrizione.”

Berlusconi, pres. del Consiglio

Scaiola, Min. degli Interni

Castelli, Min. della Giustizia

Fini, Min. degli affari esteri

Questi i maggiori responsabili del massacro.

Ma il silenzio e la connivenza dei Ds ci pesa sul cuore come la morte.

.