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Giacomo Leopardi

Publie le giovedì 19 gennaio 2006 par Open-Publishing

A trent’anni di distanza dalla celebre polemica di Sebastiano Timpanaro contro gli Antileopardiani e neomoderati nella sinistra italiana carmillaonline.com pubblica una piccola serie di testi critici su Leopardi. Testi di Girolamo De Michele, Cesare Luporini, Antonio Negri...

LEOPARDI/1
LA NATURA E LA FELICITA’ POSSIBILE

di Girolamo De Michele

Giacomo Leopardi, critico implacabile degli ottimismi del suo e del nostro tempo, si erge a fronte di ogni facile teoria della felicità. Questo lungo fine secolo, dopo aver giubilato per un decennio, con beata idiozia, la lieta novella e le magnifiche sorti e progressive della caduta del muro di Berlino e della «fine delle ideologie», è oggi costretto a riaprire gli occhi per riconoscere che il secolo non è stato breve, e che il crollo delle ideologie è anch’esso un’ideologia; che miseria e infelicità, rapidamente dislocate in nuove periferie (delle metropoli, delle nazioni, dell’Occidente) assediano ancora le fortezze del benessere e dell’ingiustizia; che moltitudini di nuovi miserabili, evidentemente inconsapevoli della fine della storia e ancor più ignare del decretato passato delle illusioni, vengono alla ricerca delle favolose casette di marzapane mostrate loro dalle immagini televisive captate da antenne satellitari costruite con ruote di biciclette e metalli riutilizzati: e davvero col Poeta ripetiamo qui mira e qui ti specchia, secol superbo e sciocco. [testo riveduto da: Girolamo De Michele, Felicità e storia, 2001, cap. 4.3] Articolo compelto:

http://www.carmillaonline.com/archives/2006/01/001629.html#001629

LEOPARDI/2

IL PENSIERO DI LEOPARDI

di Cesare Luporini

La conversione di Leopardi all’ateismo, che non è stata breve e forse neppur lineare, è ora del tutto compiuta. Andando oltre, sulla linea di queste riflessioni, la vita stessa apparirà sempre piú a Leopardi un fenomeno casuale e marginale della materia. Quanto all’uomo «la fortuna», cioe il caso, e non un destino provvidenziale lo ha posto a vivere sulla terra.
Su questa base teorica doveva necessariamente cambiare anche l’atteggiamento di Leopardi verso l’illuminismo del XVIII secolo. Non ne poteva piú dichiarare il fallimento, ma doveva invece ammirarne il coraggio di verità. Il ribrezzo verso la sua epoca di neospiritualismo era destinato a crescere in Leopardi via via che essa si profilava ai suoi occhi non come semplice restaurazione politica, ma come progressismo e perfettibilismo utopico e cristianeggiante. [da: Cesare Luporini, Il pensiero di Leopardi, 1987] Articolo compelto:

http://www.carmillaonline.com/archives/2006/01/001631.html#001631

LEOPARDI/3

L’IMMAGINAZIONE È IL SEME DEL COSMO

di Antonio Negri

L’immaginazione trascendentale nel materialismo. Essa si svolge a lato, meglio, a contatto, in sincronia con l’intenzione che ha percorso la sensibilità ed ha penetrato significativamente l’esistenza del mondo. Come «larva» ora l’«imago» sorge da questo reale. Ne segue le insenature, rinnova - nella realtà - le movenze del senso, le intellettuali e materiali possibilità. Resiste alle difficoltà. Poi la larva si fa farfalla. Il senso produce un sogno che è più reale del reale. Un «più reale» - che è sensato perché risponde al desiderio che ha costituito la realtà e ora costituisce l’iperrealtà dell’immaginario. Larva, seme, spirito di vita animale, sensitiva e sensuale, è lo spirito metafisico che viene sviluppandosi. Il suo luogo è lo spazio infinito e inesauribile dell’universo pensato. L’ontologia è materiale. [da: Antonio Negri, Lenta Ginestra. Saggio sull’ontologia di Giacomo Leopardi, 1987, cap. II.6] Articolo compelto:

http://www.carmillaonline.com/archives/2006/01/001635.html#001635