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"Giù le mani dal diritto di sciopero"

Publie le sabato 28 febbraio 2009 par Open-Publishing
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"Giù le mani dal diritto di sciopero"

di Claudio Grassi

Dichiarazione di Claudio Grassi, segreteria nazionale del Prc

Il governo Berlusconi compie l’ennesimo attacco alla Costituzione. Questa volta sotto la scure dell’esecutivo cade il diritto di sciopero, un diritto individuale che sarà sottoposto al voto di una maggioranza. È un tentativo di colpire irreversibilmente le conquiste del movimento operaio e, oggi, l’opposizione sociale al governo, rappresentata dalla Cgil e dai sindacati di base. Dopo un lungo elenco di accordi separati, spesso siglati da chi rappresenta solo una minoranza dei lavoratori, si impedisce a chi si oppone (e ha tutte le ragioni per farlo) di esercitare il proprio diritto al dissenso. Per paradosso, non si votano i contratti che varranno per tutti i lavoratori mentre si sottopone al voto di una maggioranza il diritto individuale e libero di astenersi dal lavoro.

È grave anche che il Partito democratico, per bocca del professor Pietro Ichino, si dica favorevole alla proposta. È una dimostrazione di come non esista ad oggi un’opposizione parlamentare che rafforzi quella sociale. Il Prc difenderà con tutte le sue forze il diritto di sciopero e si opporrà al tentativo di mettere uno contro l’altro le esigenze di funzionalità dei servizi pubblici e i lavoratori.

Messaggi

  • Non è il governo Berlusconi... o Claudio. E’ un intero blocco trasversale al quale l’antiberlusconismo non fa che portare acqua, coscienti o meno di ciò. Non è sul pur orrido nanetto che andrebbero concentrati i nostri sforzi, costui è la testa di legno di sempre, il giullare di corte, la punta dell’iceberg, l’epifenomeno, la tigre di carta. Lasciare il nano alle sue ballerine e farsi piuttosto domande su questa presunta "vacanza" dell’opposizione e la sua reale mutazione genetica. Solo da questo può ripartire il rilancio di una vera opposizione che non sia la riproposizione stanca e piagnona degli ultimi quindici disastrosi anni che ci hanno portato dalle controriforme di Ciampi e Amato all’azzeramento del diritto di sciopero, per non parlare delle parentesi belliche con molti "antagonisti" che hanno preteso di stare con un piede in due scarpe. Il vorrei ma non posso di un Ferrero ha fatto ormai il suo tempo, così come il "we do it better" della sinistra "ragionevole".