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“Giuliana è una donna coraggiosa, la rivolgiamo tra noi”

Publie le martedì 8 febbraio 2005 par Open-Publishing

Appello di Morgantini alle tv arabe

L’europarlamentare Luisa Morgantini - presidente della Commissione
Sviluppo del parlamento Europeo, tra le fondatrice delle Donne in Nero e
già portavoce dell’Associazione Per la pace - ha lanciato un appello per
la liberazione di dalle televisioni arabe di Al Arabia, MBC, e di Orbit:
“Mi rivolgo a tutte e tutti voi che non conoscete Giuliana Sgrena, mi
rivolgo ai rapitori e in special modo alle donne, a quelle che l’hanno
conosciuta e a tutte le altre. Giuliana è una donna straordinaria,
coraggiosa, determinata con un grande senso della giustizia e della
pace.

Una giornalista che, in questi ormai lunghi anni di guerre e
sofferenze svolge il suo lavoro raccontando la vita quotidiana di chi ha
costretto a vivere sotto occupazione militare, una giornalista che non
uccide la verità ma la racconta nelle sue sfaccettature, una giornalista
che non sta chiusa nelle stanze d’albergo, ma va ad incontrare le donne
torturate ad Abu Grhaib, gli sfollati di Falluja. Giuliana è una di noi,
che non accetta ingiustizie e guerre. La vogliamo tra noi, deve tornare
con noi e tra noi che siamo nelle strade, nei nostri posti di lavoro a
dire che non ci devono essere scontri di civiltà , che ogni popolo deve
essere libero, che le risorse di un paese non possono essere carpite da
altre paesi, che sono gli iracheni che devono costruire il loro futuro.
Giuliana ci racconta della vita e della sofferenza degli iracheni, senza
acqua, senza lavoro, senza elettricità senza cibo, attanagliati tra
forze di occupazione e attentati.

Ci dice della distruzione delle città
irachene, dei suoi luoghi di cultura. Ci dice della dignità e del
dolore, dei soprusi e delle discriminazioni da qualsiasi parte
provengano. Giuliana ci aiuta ad amare e a conoscere il popolo iracheno,
cosà come lo ama e lo conosce lei. Giuliana deve tornare da noi e poi
ancora da voi. Vi prego, voi che l’aveta presa, chiunque voi siate,
liberatela, noi la aspettiamo. Voglio tornare a camminare con lei nelle
strade di Palestina, dell’Afghanistan, dell’Iraq, della Bosnia e di
tanti paesi del mondo per cercare di costruire relazioni e ponti di
pace. Voi, io, noi, che, come Giuliana, crediamo che siano gli Iracheni
a costruire il loro futuro e operiamo per un mondo senza occupazioni
militari, dove si cerchi giustizia e pace , liberiamola”.