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Gli occhi ’scomodi’ di Gino Strada

Publie le martedì 13 aprile 2010 par Open-Publishing
3 commenti

Sarà difficile sapere presto la verità sull’arresto, operato dalla polizia afghana coadiuvata da soldati britannici, dei nove operatori di Emergency, fra cui tre italiani, nell’ospedale di Lashkar Gah, con l’accusa di star preparando un attentato contro il governatore locale Gulabbudin Mangal. E, forse, non la si saprà mai. Perché anche su eventuali confessioni uscite da un carcere afghano, controllato formalmente dai servizi segreti locali (National Directorate of Security, Nds) ma nella sostanza da quelli americani e inglesi, c’è poco da far conto, visto il trattamento riservato ai “terroristi” ad Abu Ghraib e Guantanamo. Quel che è certo è che Emergency è stata sempre vista con molta ostilità dalle truppe Nato da quando hanno occupato l’Afghanistan. Perché Emergency operò durante il periodo del governo talebano e, a parte qualche disputa sulla rigida separazione dei reparti maschili e femminili, poté farlo tranquillamente perché i Talebani ci tenevano, forse più delle forze Isaf-Nato, che ci fossero degli ospedali funzionanti.

Emergency ha quindi sempre avuto buoni rapporti con i Talebani. La liberazione dell’inviato di Repubblica Daniele Mastrogiacomo sequestrato dagli uomini del feroce comandante Dadullah, e che ci avrebbe quindi lasciato sicuramente la pelle perché Dadullah non faceva sconti a nessuno, fu dovuta all’intermediazione personale di Gino Strada che riuscì a far arrivare un messaggio al Mullah Omar che ne ordinò il rilascio. In seguito Omar, che non approvava per nulla i metodi troppo spicci di Dadullah che coinvolgevano civili (lo aveva già degradato o espulso tre volte dal movimento, in particolare per una strage di Hazara avvenuta quando il Mullah era al governo) fece in modo di lasciarlo allo scoperto. E Dadullah fu poco dopo ucciso dalle forze Nato. Nella provincia di Helmand gli uomini di Emergency possono girare tranquillamente, mentre il governatore Mangal, un fantoccio degli angloamericani, è costretto a muoversi in quella che formalmente è la sua provincia protetto da elicotteri, blindati, scorte armate fino ai denti composte più che da poliziotti afghani da militari britannici. Ma, forse, la goccia che ha fatto traboccare il vaso è quanto avvenuto una mese fa nell’assedio della cittadina di Marjah all’interno della grande offensiva lanciata dal generale Stanley McCrystal nell’Helmand. A Marjah esiste un piccolo presidio della Croce Rossa internazionale, una specie di osservatorio, un centro di raccolta di primo soccorso, ma non un ospedale attrezzato, con sale operatorie e tutto quanto occorre.

Nel presidio erano stati ricoverati una cinquantina di feriti e di moribondi che in nessun modo potevano essere curati lì. La Croce Rossa chiese l’apertura di un “corridoio umanitario” che potesse superare i posti di blocco organizzati tutt’intorno a Marjah per poter trasportare i feriti negli ospedali più vicini e in particolare in quello di Emergency di Lashkar Gah che era il più vicino. I comandi Nato si opposero affermando che fra i feriti "potevano esserci anche dei talebani" (conferma indiretta, tra l’altro, che l’offensiva Nato, nonostante tutte le premesse e le promesse di McCrystal, si era risolta nella consueta strage di civili). Ora neanche nelle più feroci guerre moderne, neanche nella Seconda guerra mondiale, si è mai venuti meno alla regola, stabilita dalla Convenzione di Ginevra, che i feriti dei nemici vanno curati. Emergency fu in prima linea nel denunciare questo inaudito comportamento. Adesso siamo alle porte dell’altra grande offensiva che la Nato vuol lanciare contro la città di Kandahar, storica roccaforte del movimento talebano afghano (il Mullah Omar è nato in un villaggio vicino). E non credo che Gino Strada sia molto lontano dalla verità quando dice che si vuole togliere di mezzo Emergency, o privarla di credibilità, come testimone scomodo, in modo che i bombardieri americani, i Dardo e i Predator, aerei senza pilota né equipaggio, ma armati di missili micidiali possano agire indisturbati (intanto ieri, preannuncio della prossima offensiva, i soldati Nato hanno ucciso a Kandahar quattro civili a un posto di blocco).

È chiaro che il governatore Mangal, un quidam qualsiasi, non si sarebbe permesso di arrestare tre operatori italiani senza l’avallo non tanto di Karzai (che tratta da mesi con il Mullah Omar e che recentemente ha dichiarato testualmente in una conferenza stampa “gli americani alimentano il conflitto fra afghani per poter avere il pretesto per continuare ad occupare il Paese, se continua così mi alleerò con i Talebani”) ma dei comandi statunitensi.

E il nostro ministro degli Esteri Franco Frattini dovrebbe riflettere seriamente sui reali rapporti fra noi e gli alleati anglosassoni, invece di rilasciare dichiarazioni vergognose (un ministro degli Esteri ha innanzitutto il dovere di difendere i propri connazionali, poi si vedrà) accusando Gino Strada di “aver fatto dichiarazioni politiche”. Fino a prova contraria, nonostante il Berlusconi imperans, gli italiani, nel nostro Paese e all’estero, hanno ancora diritto di parola e di manifestazione del proprio pensiero. Anche se sono dei medici, come Gino Strada.

Da il Fatto Quotidiano del 13 aprile

Messaggi

  • L’Afganistan è terreno di manovra di quasi tutti i servizi segreti e vi domina quindi la disinformazione e la necessità di creare eventi di volta in volta utili agli interessi del momento.

    E’ chiaro che ci sono accordi segreti con Talebani, che probabilmente vengono anche finanziati e riforniti di armi dalle potenze occupanti, in primis gli USA ovviamente, per consentirgli di mantenere acceso il conflitto e giustificare così un’imponente presenza miltare in un’area di grande interesse strategico e crocevia di molti sporchi traffici !!

    Emergency in questa realtà è diventata molto scomoda in quanto potenzialmente in grado di avere occhi ed orecchi rispetto a situazioni ed eventi che devono rimanere segreti ed occulti !!

    MaxVinella

    • La meschinità del ministro degli esteri Franco Frattini di gettarsi su un articolo del Times che sembrava offrire una inaspettata e gradita occasione di calunnia contro Emergency, e i balbettamenti successivi sulla “cattiva informazione” quando si è capito che il Times aveva fatto riportato notizie false, sono uno dei tanti episodi del crescente impudritimento delle istituzioni del nostro paese. Tradizionalmente i ministri degli esteri, persino in un paese come l’Italia, cercano di tenersi fuori dalle beghe di casa. In genere sono al corrente che su di loro incombe un obbligo di decoro che investe l’immagine di tutto il paese. Ma non Franco Frattini.

      Questo ministro degli esteri, che non crede neanche ai testi delle intercettazioni quando si tratta delle malefatte del suo boss riportate dalla stampa, al primo apparire delle falsità di Times, invece di mettersi in contatto con l’ambasciatore italiano in Afghanistan, che aveva parlato poco prima con i tre italiani in arresto, e chiedergli conto della stranezza di questa “confessione” rispetto a quanto risultava alle nostre autorità diplomatiche a seguito dei contatti precedenti, ha preferito dare ascolto ai suoi istinti di calunniatore e parlare di “vergogna per l’Italia”, trincerandosi dietro la formula vile “se è vero che…”. Se si tratta di Emergency Frattini preferisce i microfoni e i taccuini dei giornalisti, piuttosto che quei canali diplomatici che nessuno meglio di lui è in posizione di percorrere.

      Io da tempo, come cittadino italiano, ho persino smesso di avere vergogna di essere governato da questa gente. Questi sono al di sotto della vergogna.

      Gianluca Bifolchi

      Link: http://subecumene.wordpress.com/2010/04/12/franco-frattini/

      14.04.2010

    • Sono d’accordisssimo con Gianluca Bifolchi, non ci sono più parole e aggettivi ,come definire persone come Frattini e Company, compreso il centrosinistra parlamentare.Non so come si esce da questa situazione allucinante creatasi in Italia, anche se sinceramente la situazione non è che sia migliore nel resto d’Europa e nel mondo dove chi decide il tutto sono le grandi multinazionali ed il sistema economico-finanziario vedi Fmi-Fed.