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Grassi (Prc): Il partito c’è. Ne è fuori chi ha aderito al progetto di Vendola

Publie le giovedì 29 gennaio 2009 par Open-Publishing

Grassi (Prc): Il partito c’è. Ne è fuori chi ha aderito al progetto di Vendola

di Carlo Sandri

"Siamo fiduciosi. Certo la scissione è un dato negativo ma il partito c’è. Abbiamo aperto la campagna di tesseramento e sta andando bene, sia per le tante iniziative organizzate che per la partecipazione. Avvertiamo una crescente mobilitazione per lo sciopero e la manifestazione del 13 febbraio dei metalmeccanici e della Funzione pubblica.

Abbiamo in programma per fine mese altre due giornate per il tesseramento e per il rilancio di Liberazione." E’ questo il quadro che ci fornisce Claudio Grassi, della segreteria del Prc, responsabile dell’organizzazione, a poco più di 48 ore dalla scissione annunciata dall’assemblea di Chianciano.

Si apre una fase non facile per il partito, non solo per quanto riguarda la vicenda politica, ma anche per definire problemi relativi a chi resta e chi se ne va, le sedi, il patrimonio. Sono i "cascami" delle divisioni, delle scissioni. Ormai nel Prc c’è un’esperienza consolidata, di scissioni ce ne sono state una mezza dozzina. Allora chi se ne va? "Chi si riconosce nel progetto e nel percorso stabiliti a Chianciano – dice Grassi – è fuori da Rifondazione, si tratti di dirigenti, funzionari, dipendenti. Prima c’era un’ incertezza sulla collocazione di coloro che al congresso hanno sostenuto la mozione due.

Poi una parte si è dissociata dalle posizioni di Vendola ed ha deciso di rimanere nel Prc. Ora, con le decisioni prese dall’assemblea che si è tenuta nella cittadina termale si è creato uno spartiacque che non dà adito a incertezze: chi ha sottoscritto l’ordine del giorno conclusivo, aderendo al "Movimento politico per la sinistra", approvando la relazione di Vendola e votato per il coordinamento provvisorio, è fuori da Rifondazione". Per quanto riguarda le scelte politiche, Grassi parla di "confusione" e di "situazione per certi versi fallimentare".

"L’assemblea si è divisa – sottolinea il responsabile dell’organizzazione – fra chi voleva fare subito un nuovo partito e chi auspicava un percorso più dilatato nel tempo. Un progetto politico debole, ripeto, confuso, segno che manca una direzione politica chiara. Si auspica la divisione del Pd per stabilire un’alleanza con la parte dalemiana, una svolta a destra, insomma. Nel nome dell’unità a sinistra si rompe la forza più significativa della stessa sinistra, Rifondazione appunto".

Mentre si annunciano riunioni dei "bertinottiani", diciamo ortodossi, che, pur partecipando alla assemblea e condividendone le scelte di fondo, non hanno, di fatto, aderito alla scissione e stanno "riflettendo sul da fare", Bertinotti ha parlato della necessità di un "Big Bang", una sorta di esplosione di Rifondazione per poi ricostruire un nuovo soggetto della sinistra. Ma i tempi, quelli della "semina", come dice l’ex presidente della Camera, non sono brevi, sono lontani da quelli del " raccolto" previsto dalla relazione di Nichi Vendola, che parte dalle elezioni europee con le liste che dovrebbero vedere insieme Sinistra democratica, " vendoliani", Verdi e qualche esponente del Pdci.

Sabato si riuniranno anche i firmatari dell’appello contro la scissione che proprio ieri si sono ripresi il logo della mozione "Rifondazione per la sinistra", abbandonato da chi ha aderito al "movimento politico per la sinistra" nato a Chianciano. Ed proprio su questo terreno, che potremo definire del "chi siamo", che si misurano Rifondazione e chi è uscito. Ci sono problemi di sedi, di patrimonio, di contributi. Tutte questioni scabrose, che poco hanno di politico, oppure sembrano aver poco. Invece, in particolare in una situazione come quella del Prc dove non ci sono più rappresentanze parlamentari, la forma diventa sostanza. Intanto le sedi: Si tratta di 140 sedi, per un valore di circa 40 milioni di euroi. "

Abbiamo fatto scelte lungimiranti anche se qualcuno non era d’accordo quando abbiamo deciso – afferma Grassi – che questo patrimonio immobiliare veniva intestato direttamente a Rifondazione comunista- Direzione nazionale. Sono luoghi in cui il Prc porta avanti la sua politica e non possono essere appannaggio di un partito concorrente. Questo patrimonio è al sicuro. Dove ci fossero tentativi di sottrarci le sedi ci tuteleremo adeguatamente." E per quanto riguarda le sedi in affitto? Il problema è ovviamente diverso. "Vedremo chi è il titolare del contratto di affitto – risponde – ma è un problema minimale".