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Gustavo Brunetta Pinochet dichiara guerra agli studenti. Vergogna, se ne vada!

Publie le venerdì 20 marzo 2009 par Open-Publishing
1 commento

Gustavo Brunetta Pinochet dichiara guerra agli studenti. Vergogna, se ne vada!

di Alessandro Cardulli

Il ministro, per quanto può, alza il tiro: per i lavoratori pubblici aveva parlato di “fannulloni”, per gli studenti dell’Onda parla di “guerriglieri” e, per chi non avesse capito bene, aggiunge che “verranno trattati come tali”.
Così parla un ministro della Repubblica italiana di nome Gustavo Brunetta Pinochet. Del resto da “fannulloni” a “ guerriglieri” il passo è breve e non ci sarebbe da meravigliarsi che “guerriglieri” diventassero anche quelle centinaia di migliaia di dipendenti pubblici che hanno respinto il contratto di lavoro, un contratto capestro, scioperando insieme ai metalmeccanici.

Vista la sua statura politica verrebbe voglia di passare sotto silenzio, o quasi, la sortita di questo signore che si vanta di essere uno dei più grandi economisti del mondo, tanto da ritenersi un candidato al premio Nobel. Ma i suoi curricula sono di ben altro segno. Così come si potrebbe passare sotto silenzio un gaffe della ministra Mariastella Gelmini, la quale afferma: “Stiamo pensando all’introduzione di un tetto intorno al 30% della presenza di stranieri a scuola”. E se in quella zona gli stranieri sono il 35% che ne facciamo? E’ così che si intende l’integrazione? Non è un caso che proprio oggi un rapporto dell’Organizzazione internazionale del Lavoro, l’agenzia dell’Onu che si occupa di diritti umani accisa l’Italia di violare tali diritti. “ E’ evidente e crescente l’incidenza della discriminazione e delle violazioni dei diritti umani fondamentali nei confronti degli immigrati in Italia. Nel paese persistono razzismo e xenofobia anche verso richiedenti asilo e rifugiati, compresi i Rom”. Questo è il punto. Le politiche perseguite dal governo, dalla maggioranza di destra, puntano ad un unico obiettivo: la violazione dei diritti collettivi e individuali colpendo quello fondamentale che riguarda le libertà della persona.

E’ in questo clima che maturano le “follie” di Gustavo Brunetta Pinochet, il quale lascia intendere che il movimento degli studenti, rappresentato dall’Onda, è una banda di guerriglieri, di terroristi che vanno colpiti e messi in galera. Non ancora uccisi perché la pena di morte non è prevista. Gustavo ha forse nostalgia dei campi di concentramento, degli squadroni della morte,degli stadi cileni traboccanti di prigionieri politici. Questi, man mano sparivano e diventavano “ desaparecidos”. Per “domare” i guerriglieri in un paese che vuole mantenere perlomeno le parvenze democratiche si usano tutti i mezzi a disposizione: dalla repressione poliziesca all’uso di gruppi fascisti e neonazisti mascherati dietro sigle di associazioni universitarie, meglio se fanno capo a partiti come An che annovera fra le sue file perfino un presidente della Camera.

E parlando ai “guerriglieri”, vengono lanciati messaggi a tutto il Paese: lo sciopero non è più un diritto e la regolamentazione è una camicia di forza; il dissenso, la protesta, devono essere imbavagliati in qualsiasi modo; il Parlamento , luogo di rappresentanza del popolo, messo a tacere; i sindacati, invischiati negli enti collaterali e magari introdotti in qualche consiglio di amministrazione, per un piatto di lenticchie si venderebbero al padrone, sia Governo che Confindustria; non è un caso che chi non accetta questa subalternità, come sta facendo la Cgil, diventa bersaglio di Gustavo Brunetta Pinochet, di Sacconi, di Tremonti. Mentre nelle università scorazzano tetri figuri segnati da croci celtiche e svastiche ed armati di spranghe, mazze di ferro, bastoni, catene, pugni di ferro, nell’assoluta “distrazione” di Rettori e Presidi, se l’Onda mette la testa fuori dalla Sapienza viene presa a manganellate.

A Roma, in particolare, le squadracce fasciste si muovono indisturbate: il sindaco Alemanno ha qualcosa da dire? Il ministro degli Interni, il leghista Maroni, non vede e non sente. Le autorità accademiche intonano un vecchio ritornello: “questo e quello per me pari sono”. Una cosa è la difesa della legalità, ben altro la tolleranza e perfino l’uso delle squadracce, dentro e fuori delle università, delle scuole. Gustavo è il prodotto di questo clima: ma può rimanere impunemente a fare il ministro? C’è una sola risposta, avanzata anche dall’Unione degli Studenti: si dimetta!.

Messaggi

  • Il piccolo bruno ha ottenuto quello che voleva e cioè 2 cose precise:
    1) distogliere l’attenzione di tutti dal motivo della protesta dell’onda per pensare alle sue scemenze
    2) far parlare di sè, in quanto poichè malato di egocentrismo,omofobia ed altro, guai se per qualche giorno non si discute su di lui

    Avete ragione a chiederne le dimissioni ma di questi nessuno si dimette adesso che sono seduti. A proposito avete notato che spesso risponde a chi non è daccordo su qualcosa "ce ne faremo una ragione...". molto democratico.
    personalmente vorrei chiedergli come intende trattare i "guerriglieri" dovrà pur chiarirci la sua frase visto che non si dimetterà mai ma si farà una ragione di tutto.
    In ultimo vorrei ringraziare silvio di aver dato all’italia un figuro simile ma almeno che lo faccia curare.